Istat, stipendi mai così bassi

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Per l”istituto di statistica a rallentare sono le retribuzioni contrattuali orarie rimaste ferme ai livelli di febbraio e in crescita dell’1,2% su base annua: si tratta della progressione più bassa del 1983. Inoltre un dipendente su tre è ancora in attesa del rinnova contrattuale: a marzo, risultano in attesa di rinnovo 36 accordi contrattuali, di cui 16 appartenenti alla pubblica amministrazione, relativi a circa 4,3 milioni di dipendenti (circa 3 milioni nel pubblico impiego), il 32,6% della forza lavoro.

E continua a salire la media dei mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto, arrivata a 27 mesi rispetto a 15,2 mesi che si aspettavano nel marzo 2011.  In particolare, le retribuzioni orarie contrattuali  registrano un incremento tendenziale dell’1,7% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che a marzo presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (2,9%), chimiche, comparto di gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi e quello delle telecomunicazioni (2,7% per tutti i comparti). Si registrano, invece, variazioni nulle nell’agricoltura, nel credito e assicurazione e in tutti i comparti appartenenti alla pubblica amministrazione.

Pronta la reazione della Cgil. Per il leader Susanna Camusso «I lavoratori pubblici sono al quarto anno di blocco contrattuale l’Istat conferma quello che la Cgil dice da tempo, ovvero che la condizione di reddito dei lavoratori continua a peggiorare e i contratti del lavoro privato si rinnovano con grande difficoltà».