AdEPP ha presentato il suo terzo report. Camporese: “Non possiamo dire ai giovani che hanno sbagliato periodo”

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“Troppo semplice stressare i sistemi dicendo ai giovani che hanno sbagliato periodo” – così il presidente dell’AdEPP, Andrea Camporese durante la presentazione del terzo report sulla previdenza privatizzata, in apertura del convegno “Previdenza e lavoro, per la rinascita sociale, tenutosi a Roma nella Nuova Sala dei Gruppi Parlamentari. 

”Abbiamo fatto uno sforzo enorme senza nessun finanziamento da parte dello stato per cercare di alleviare le sofferenze e aiutare i nostri colleghi a entrare nel mondo del lavoro, ma a questo sforzo è corrisposto uno ‘zero’ da parte del pubblico – ha sottolineato Camporese nel suo intervento – “C’è un’impostazione ideologica, si è pensato per troppo tempo in questo paese che un professionista è un privilegiato, piuttosto egoista, spesso evasore, tutta questa realtà non solo non esiste ma – evidenzia – è stata spazzata via dai numeri, dalla perdita dei redditi, dalla sofferenza di chi ha studiato e che si ritrovano in una gravissima difficoltà lavorativa”.

 ”Le professioni sono un pezzo rilevante di ricchezza del paese, non possiamo essere trattati come una dependance del sistema . Abbiamo preso gli enti con i debiti, rimesso in equilibrio un sistema a 50 anni dimostrando di essere efficienti – ha aggiunto – non possiamo essere bloccati da norme inefficienti e incongrue per il nostro sistema. ‘Mi ero entusiasmato per il discorso di insediamento di Letta, che aveva detto che uno dei punti centrali dell’azione del futuro governo era la copertura sociale del lavoro non dipendente, ma io non ho visto novità in questo capitolo e  credo che se non arriveranno ci saranno problemi ancora più gravi”.

“Le professioni sono un pezzo rilevante di ricchezza del paese, non possiamo essere trattati come una dependance del sistema pubblico. Abbiamo preso gli enti con i debiti, rimesso in equilibrio un sistema a 50 anni dimostrando di essere efficienti – ha aggiunto – non possiamo essere bloccati da norme inefficienti e incongrue per il nostro sistema. Spero  che venga il momento in cui affrontare in modo trasparente i temi dell’autonomia, della tassazione e del welfare, certamente non possiamo subire altro. Credo che reagiremo ulteriormente, quanto meno – ha spiegato – facendo sapere da subito, dopo le ferie natalizie, quali sono gli abusi subiti. Io proporrò ai colleghi presidenti di scrivere a ogni singolo iscritto gli abusi che subisce, in modo che abbiano consapevolezza di chi è colui che abusa, che non siamo noi, poi vedremo qual è la comprensione da parte del  Governo”.

 La parola è poi passata a Giuseppe Roma, il direttore del Censis, autore di una ricerca dal titolo “Giovani professioni Europa”. Roma ha ribadito come non serva sottolineare la crisi in cui versa il mondo delle professioni ma: “Abbiamo visto crescere gli occupati più anziani, per l’allungamento della vita attiva. Punto essenziale sono i giovani, non solo dal punto di vista sociale, ma anche nella loro difficoltà a trovare lavoro. Nonostante la crisi, il numero dei professionisti aumenta, anche se diminuisce il numero dei giovani. Aumentano le donne. Il punto essenziale del mondo delle professioni è che i giovani diplomati non sognano di fare i professionisti, abbiamo uno scoraggiamento della libera professione. I mancati pagamenti, la difficoltà di fare cassa, la difficoltà di trovare un lavoro mettendosi in gioco.  Cosa è insoddisfacente? Il fatto che non si campa più. C’è un nuovo modo di fare professione, una nuova identità dei professionisti, i giovani collaborano di più, fanno infraprofessioni, hanno una continua attività di aggiornamento, girano il mondo. Poi chiudono lo studio perché  non ce la fanno. Abbiamo giovani che vanno all’estero non in fuga di cervelli o con la valigia di cartone, ma perché  sanno di valere. Abbiamo chi apre uno studio professionale all’estero. L’Europa non deve mettere mano alle incentivazioni, ma alla promozione e alla difesa delle professioni, sistema che rischiamo di fare decantare”.

Al Vice Presidente della Commissione europea, Antonio Tajani, replicare.  ” Rispondo a Roma. L’Europa sta già facendo qualcosa sul tema delle professioni,  ha cercato di essere all’avanguardia perchè ci siamo resi conto che il professionista è un imprenditore. Non possiamo chiedere ulteriori sacrifici se non diamo sostegno. Certo per anni le attenzioni di Bruxelles sono state un po’ limitate, ma per la prima volta in Ue il professionista è stato indicato come un vero e proprio imprenditore che produce benessere e lavoro.  Le aziende in Europa non potrebbero operare se non avessero il supporto delle professioni” ha sottolineato il Vice presidente –  Per febbraio-marzo concluderemo il lavoro e daremo vita ad un piano d’azione europeo per i professionisti per ‘far sì che i liberi professionisti siano protagonisti della crescita economica. I fondi europei 2014-2020 non possono escludere i professionisti. Non finanziamenti a pioggia ma aiutare i professionisti a diventare protagonisti della crescita, i giovani in particolare”. Questo il compito della politica a sostegno delle professioni.

Dal Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, arriva l’apertura aspettata ossia un tavolo di lavoro immediato nei primi giorni di gennaio.  “E’ indubbia l’autonomia, sia organizzativa sia finanziaria sia amministrativa degli Enti, così come è indubbia la sola funzione pubblica di quest’ultimi che consiste nell’erogare pensioni – ha ribadito Damiano – per il resto sono Enti privati. Io non so che cosa ne pensiate voi ma per me la riforma Fornero ha provocato nuovi  e futuri poveri. Ho ascoltato con molto interesse la relazione della professoressa Brugiavini, lo scollamento che lei denunciava tra mondo del lavoro e l’Università  e propongo di esaminare l’alternanza scuola lavoro anche le professioni. Ossia potremmo studiare un sistema di stage formativo delle classi del secondo biennio della scuola superiore nel mondo del lavoro, creando un pool di aziende che stipuli convenzioni con le scuole per cui gli studenti vanno a vedere che cosa ad esempio una centrale elettrica, cosa è una busta paga, un sindacato, un collega di lavoro. Così si creerebbe un’intersecazione tra studio e lavoro”.

 “E’ compito anche del legislatore nazionale individuare per i liberi professionisti politiche di sostegno mirate alla valorizzazione e tutela del riconosciuto ruolo di soggetti strategici per il rilancio dell’economia. In un tal senso, per ciò che riguarda l’ambito previdenziale, ritengo che sia arrivato il momento di avviare –ha sottolineato il presidente della Bicamerale di controllo sugli Enti privati, Lello Di Gioia –  in un eventuale e più generale contesto di misure di sgravi fiscali, tanto più opportuno nel momento in cui si equipara il ruolo dei professionisti a quello delle piccole e medie imprese – un serio approfondimento circa la possibilità di poter rivedere l’attuale sistema a carico delle Casse della doppia tassazione sulle rendite finanziarie e sui trattamenti pensionistici erogati (cosiddetto modello ETT), situazione che  rappresenta un caso unico in Europa e che produce una duplicazione di imposta in quanto colpisce lo stesso ammontare di reddito, prima nella fase di accumulo, incidendo quindi sulla possibilità di reimpiego delle risorse disponibili, e successivamente sui pensionati, al momento dell’erogazione della pensione. E’ evidente peraltro come il mantenimento di una tale forma di doppia tassazione costituisca una distorsione di quello che potrebbe essere il ruolo delle Casse nella partecipazione ad un efficiente reimpiego di risorse finanziarie da immettere nell’offerta di finanziamenti produttivi a sostegno del Sistema Paese, in quanto viene ad inibire la potenzialità di un effetto moltiplicativo di produzione di reddito ed efficienza dello Stato, i cui benefici andrebbero ben al di là dei flussi di cassa prodotti da una tassazione a monte”.

 “Sarà essenziale il contributo di idee e proposte provenienti dai rappresentanti delle istituzioni interessate – ha concluso il Presidente Di Gioia – ed è in tal senso che ribadisco anche in questa sede la volontà di una reciproca e fattiva collaborazione tra la Commissione che presiedo e l’Adepp, confermando altresì la volontà di rappresentarne le legittime istanze in tema di preservazione dell’autonomia giuridica delle Casse e di una maggiore razionalizzazione dell’attuale sistema dei controlli, argomenti anche questi sui quali non mancheranno occasioni di ulteriore confronto ed approfondimento”.

 Pronta la reazione del presidente dell’AdEPP, Andrea Camporese, che nelle sue conclusioni lancia subito: “Un tavolo di discussione con Damiano, Di Gioia, Saccomanni. Bisogna affrontare il tema. Bisogna mettere in campo una visione di lungo periodo”.

 

in allegato la rassegna stampa