Nomisma, consumi ancora in stand by. Immobiliare in lieve ripresa

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Due le indagini pubblicate da Nomisma: una sulle famiglie ed una sul mercato immobiliare. Entrambe puntano il dito contro la crisi ed entrambe sottolineano come la fine sia ancora lontana. Inoltre, l’incertezza sulle prospettive occupazionali e reddituali continueranno a gravare sui consumi (a fine 2013 distanti un 8% dal 2007) e sugli investimenti (-26% dai livelli pre-crisi).

La classificazione proposta da Nomisma – che incrocia le diverse caratteristiche finanziarie e patrimoniali in termini di capacità di generare risparmio, di presenza dell’abitazione in proprietà e di detenzione di strumenti finanziari – restituisce l’immagine di un paese in cui le famiglie risultano sfiancate dalla crisi.

In Italia oltre 10 milioni di famiglie – gli illiquidi (NON risparmiano, possiedono un’abitazione, NON detengono strumenti finanziari) e i resilienti (NON risparmiano, possiedono un’abitazione, detengono strumenti finanziari) – non sono ancora considerate in emergenza, ma non riescono più ad avere quella capacità reddituale necessaria a sostenere le spese familiari e un più contenuto tenore di vita.

Da sottolineare come ci siano 6,8 milioni – gli equipaggiati (risparmiano, possiedono un’abitazione, detengono strumenti finanziari) e i tradizionalisti (risparmiano, possiedono un’abitazione, NON detengono strumenti finanziari)– in grado di esprimere ancora una resistenza attiva grazie a una rinnovata capacità di produrre flussi di risparmio, seppure inferiori rispetto a quelli del passato, potendo poi contare su uno stock di ricchezza stabile nel tempo.

Al contrario 3,1 milioni di famiglie – gli equilibristi (NON risparmiano, NON possiedono un’abitazione, NON detengono strumenti finanziari) – si trovano sul filo del rasoio, sprovvisti di qualsiasi ancora di salvezza se non la stabilità di un lavoro e la protezione di una rete familiare allargata. Si tratta soprattutto di famiglie di giovani adulti tra i 35 e i 44 anni che anche a causa di uno scarso livello di istruzione riescono a spuntare sul mercato redditi molto bassi fino a 1.200 euro al mese e, in molti casi, risultano anche monocomponenti.

Ma si può parlare di rilancio del settore immobiliare in Italia? Per il direttore generale di Nomisma, Luca Dondi Dall’Orologio:I segnali di miglioramento a livello di contesto economico sono un indubbio passo in avanti rispetto alla situazione di gran parte del 2013. Altro elemento positivo è rappresentato dall’atteggiamento che le banche stanno avendo su due fronti: il primo legato alle svalutazioni, che rappresenta la definitiva presa d’atto della necessità di una revisione del valore delle garanzie dei crediti deteriorati, il secondo rappresentato dall’attenuazione della selettività che aveva dominato i processi di allocazione nel corso della crisi. A questi elementi si aggiunge un altro importante aspetto legato al ritorno di fiducia e di interesse degli investitori internazionali per il quale ha sicuramente avuto un ruolo importante la stabilizzazione del contesto economico, anche se con prospettive di crescita contenuta. Il quadro per il 2014-2015 non è particolarmente entusiasmante, ma i segnali, a differenza del passato, sono quantomeno positivi. Un altro elemento che ha giocato a favore dell’interesse degli investitori è stato il  riprezzamento degli immobili collegato alle esigenze di liquidità di chi dismette e, in prospettiva, alla manovre delle banche sui crediti”.

E l’accesso al credito, il rapporto con le banche e la possibilità di investimenti supportati dal sistema? Per il direttore generale  “le banche si stanno muovendo, sia per decisione autonoma sia sulla base della moral suasion di  Banca d’Italia e delle istituzioni internazionali, per fare quello che andava fatto con più gradualità negli scorsi anni e che avrebbe creato oggi condizioni se non ancora di effettiva ripartenza, sicuramente migliori rispetto alle attuali. Per quanto riguarda l’eventuale definizione di uno strumento a livello sistemico, non posso nascondere perplessità rispetto alla concreta fattibilità, sia perché reputo imprescindibile un sostegno economico pubblico, sia perché non intravedo ancora le condizioni per un accordo tra i diversi soggetti rispetto al valore dei crediti.  Le banche hanno iniziato a fare a livello individuale un passo importante, per certi versi inevitabile, nella direzione di una revisione dei valori finalmente coerente con la situazione congiunturale, ponendo le basi per maggiori erogazioni future”.

Secondo Nomisma ….il mercato si attesterà su un numero di transazioni in lieve crescita rispetto al 2013, ma comunque su livelli contenuti. A fronte della timida ripresa del numero di transazioni, si registrerà un’ulteriore riduzione dei prezzi derivante dall’eccesso di offerta. Si profila, dunque, un mercato in chiaroscuro, da una parte una timida ripresa dei volumi, dall’altra la prosecuzione del riprezzamento. Il 2014 sarà un anno positivo se guardato con gli occhi della lunghissima crisi attraversata, ma allo stesso tempo sarà un anno che confermerà la previsione che dalla crisi non si esce certo con una ripartenza bruciante. C’è il rischio che se ne esca con una stagnazione ed è questa la prospettiva che si vorrebbe scongiurare…..