Cassa Forense….. La carica dei mille. Intervista al Presidente Luciano

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Dall’osservatorio sul’Europa ai corsi di formazione per i propri iscritti, L’Ente di previdenza degli avvocati mette in campo progetti ed idee per rispondere alle richieste dei propri iscritti ai quali dice…”Informatevi ed abbiate coscienza di chi vi sta aiutando”. Due chiacchere con il presidente di Cassa Forense, Nunzio Luciano

Come è cambiata la figura dell’avvocato e come è cambiata Cassa Forense in questi anni di crisi?

Sicuramente la crisi ha cambiato la prospettiva di tutte le Casse, Cassa Forense compresa, perché non possiamo più preoccuparci solo di erogare le prestazioni previdenziali e di fare assistenza passiva, in caso di uno stato di bisogno, ma dobbiamo preoccuparci dei nostri iscritti fin dalla loro prima iscrizione. lo possiamo fare attraverso una serie di misure di welfare attivo,  passando da un paradigma in cui c’è una prospettiva di lungo periodo ad un paradigma che vede invece le Casse e quindi anche Cassa Forense accanto agli iscritti. Cosa possiamo fare per loro? Ad esempio nel nuovo regolamento dell’assistenza abbiamo previsto proprio la possibilità di intervento di Cassa Forense fin nella fase di start up dell’attività. Come? Ad esempio abbassando i costi della professione, erogando una serie di servizi che non pesino eccessivamente , attraverso un sistema di convenzioni. Ne è un esempio la fatturazione elettronica, il costo per un iscritto era molto elevato,  oggi, attraverso tre convenzioni che abbiamo stipulato, l’onere è diminuito notevolmente. In questo modo facilitiamo anche il nostro iscritto nello svolgimento della sua attività.

Adeguatezza delle prestazioni future. Sentendola parlare prima di start up è chiara una nuova idea di iscritto, ossia di un lavoratore che, come lei diceva, va seguito sia all’inizio della propria carriera sia quando questa carriera, per qualsiasi evento, si interrompe. E’ per questo che le Casse si stanno evolvendo, da erogatori di prestazioni pensionistiche ad erogatori di un welfare più attento all’intera vita lavorativa del proprio iscritto.

Certo. Noi devo dire che rispetto ad altre Casse  non abbiamo adottato il sistema contributivo voluto dalla riforma Fornero … ci siamo avvicinati … il nostro è un sistema retributivo misto che abbiamo ritenuto necessario per salvare il principio della solidarietà.  Noi abbiamo innanzitutto eliminato una evidente contraddizione. Nel passato abbiamo erogato pensioni troppo generose soprattutto anche a chi pagava molto poco.  Ora, attraverso una serie di misure, abbiamo stabilito un correttivo per cui oggi il grado di copertura anche per chi paga poco è di circa il 90%, quel 10% di differenza gliela paga chi è più ricco, chi ha avuto più fortuna nella vita. Bisogna inoltre tener conto che anche per quanto riguarda l’assistenza, sono i più ricchi che la pagano anche per i più poveri.

Creando di fatto un patto non solo intergenerazionale ma tra chi si affaccia al mondo del lavoro e chi ne esce, tra chi è entrato nel mercato del lavoro “negli anni d’oro” e chi lo fa oggi, facendo i conti con un precariato quasi costante.

Esattamente. Il patto intergenerazionale deve essere tra tutti i protagonisti  dell’avvocatura. E se da una parte gli avvocati che ricevono pensioni alte devono accettare di buon grado il contributo  di solidarietà, dall’altra sono i giovani che devono capire  che il nostro è un sistema a ripartizione ed è impensabile riproporre un sistema a capitalizzazione, un cambiamento che richiederebbe tempi lunghissimi. Tutti devono essere consapevoli che va fatto uno sforzo. Chi è più fortunato ma anche chi non lo è. Quest’ultimi devono essere consapevoli che c’è chi li aiuta e li sta aiutando a costruire un futuro pensionistico accettabile.

Lei ha parlato di mercato…in un mercato sempre più globalizzato come sta cambiando la professione  e il ruolo della Cassa di appartenenza

La Cassa di appartenenza deve necessariamente cambiare perché è il mondo che sta cambiando, o ci adeguiamo o rischiamo  tutti di restare fuori dal mondo e chiaramente dal mercato. Se non  siamo capaci di interpretare in tempi brevi questi cambiamenti  noi non saremo in grado di dare risposte agli iscritti e gli iscritti non potranno stare al passo. Io faccio sempre l’esempio della formazione;  io partecipo a tantissimi convegni e nella stessa sala mi ritrovo iscritti, numerosissimi a volte, che fanno tutti la stessa cosa. Questo non è più possibile,  dobbiamo essere in grado di intercettare le nuove esigenze che di volta in volta ci darà il mercato.  In quest’ottica ad esempio stiamo organizzando in partnership  con uno dei più importanti quotidiani italiani  un corso di formazione di tre giorni per mille iscritti. Quello che io chiamo lo sbarco dei mille…su materie che abbiamo individuato e che riteniamo siano indispensabili  per sbarcare in un nuovo mercato.  Diritto fallimentare, la negoziazione assistita e l’arbitrato, e la 231. Se questo esperimento andrà bene da 5 città lo amplieremo in 20 città.

Chi pensa a Cassa Forense chiusa in via Visconti o tra i confini nazionali viene smentito dall’ultima nata…la “Commissione Europa”

Certamente se Cassa Forense voleva rimanere in via Visconti non avrebbe scelto questo presidente. Questo lo posso dire con una certa forza. Dobbiamo arrivare agli iscritti e per arrivare agli iscritti dobbiamo uscire dalle sedi istituzionali, che pur dobbiamo frequentare , anche per essere pronti ad affrontare  e rispondere a quella burocrazia che tanto male ci fa. L’idea, anche attraverso una commissione di studio , di cercare di intercettare  i finanziamenti che ci vengono dall’Unione europea è un’idea che  nasce  da una valutazione dei diversi compiti che Cassa Forense deve avere. Abbiamo fatto un convegno dove abbiamo presentato un  protocollo d’intesa con il Ministero del lavoro e un progetto agli assessori presenti, insieme a quelli che sono i nostri referenti locali,  che sono di vitale importanza, ossia gli Ordini e le Associazioni, attraverso i quali vogliamo monitorare l’attività del territorio per  fare in modo che non vadano dispersi i finanziamenti europei previsti.

Martedì sono state presentate dal Mef e dall’Anac le linee guida anticorruzione. Cosa ne pensa

In linea generale  non posso non essere d’accordo con tutte quelle misure che ripristino la legalità o quantomeno  un controllo della legalità. Io faccio l’avvocato e quindi sono assolutamente convinto che ci siano degli interventi necessari. La mia preoccupazione è  che non diventino interventi che appesantiscano la vita amministrativa dell’Ente. Mi auguro sempre  che quando arrivano delle misure che dobbiamo adottare e fare nostre, e noi siamo sempre pronti a recepirle, siano misure semplici che non comportino ulteriori costi per le nostre amministrazioni. Il legislatore  farebbe bene a confrontarsi con chi poi deve recepirle per trovare soluzioni  tecniche adeguate.

Sempre martedì è stato pubblicato il Decreto per il credito d’imposta 2015 dove si chiede di investire a medio e lungo termine nel Sistema Paese in cambio di una tassazione sui rendimenti che passerebbe dal 26 al 20%.

Forse è intempestivo.  Stiamo vagliando l’impatto del Decreto anche in riferimento alla procedura prevista dall’Amministrazione finanziaria per ottenere il riconoscimento del credito d’imposta sulle cui modalità e tempistica emergono alcuni dubbi. Ben venga comunque perché riduce la tassazione dal 26 al 20%,   anche se devo puntualizzare che le Casse stanno già investendo sul Sistema Paese.  A noi farebbe piacere trovare, e lo abbiamo proposto anche in un tavolo in sede Adepp, delle forme che ci consentano  per il 2015 di investire pur rispettando il limite di spesa degli 80milioni ma ci sono ancora alcuni punti da chiarire.

Progetti futuri?

Un grande impegno a fianco degli iscritti, attraverso una serie di manifestazioni importanti, gli open day,  abbiamo trovato della formule che  ci consentono di arrivare agli iscritti sul territorio dando loro tutta una serie di  informazioni che fanno fatica a ricevere. Sul campo della comunicazione, presenteremo il nuovo sito, un sito dinamico,  la nostra web tv, nel giro di due mesi sono convinto che andremo a pieno regime e in più  le 80 sentinelle che sono i nostri delegati che stanno sul territorio  si impegnaranno, quest’anno in maniera particolare, a svolgere convegni  e manifestazioni  che possano essere di ausilio agli iscritti. Noi riteniamo sempre di più  che uno dei grandi problemi sia proprio quello della comunicazione  e molto spesso quando si parla non si  conosce, come spesso anche il legislatore, di cosa si stia parlando per deliberare.  Il nostro motto è “conoscere per deliberare”. Ci sarà un grande sforzo  per far conoscere tutte le novità che sta portando avanti Cassa Forense e lo faremo anche durante la Conferenza nazionale di Rimini il 24, 25 e 26 settembre.