Una casa del cittadino su internet? Possibile nel 2020

567

Lo scorso 3 marzo il Consiglio dei Ministri ha approvato due documenti di importanza strategica per il nostro Paese: il Piano Nazionale Banda Ultralarga e il Piano Crescita Digitale 2014-2020.

L’attuazione dell’Agenda Digitale, in forte ritardo sugli obiettivi intermedi fissati, vede il nostro Paese al quart’ultimo posto, davanti solo a Grecia, Bulgaria e Romania. I due documenti sono stati definiti da AgID e dal Mise – viste le ingenti risorse da investire – e coordinati della Presidenza del Consiglio dei Ministri – che, come abbiamo visto, sta accentrando tutte le iniziative in tema di innovazione.

Una sinergia di intenti: da una parte le infrastrutture, per dotare il Paese di una rete moderna, veloce; dall’altra, la crescita culturale, finalizzata a sviluppare le competenze per stimolare la richiesta di servizi innovativi.

Nel maggio 2011, l’allora Commissaria all’Agenda Digitale Neelie Kroes aveva chiesto a tutti – Governi, amministrazioni, imprese, stakeholders – di fare di più per raggiungere gli obiettivi fissati nell’Agenda: 30Mbps per tutti entro il 2020, con almeno il 50% della popolazione coperta dall’ultra broadband a 100Mbps.

Ma, a distanza di 4 anni una parte dell’Europa, Italia compresa, è ancora molto lontana dal tagliare il traguardo visto che siamo in totale assenza di piani di investimento. Una soluzione sembra arrivare dalla nuova Strategia dove si parla, e non a caso, di investimenti pubblici e privati. E’ indubbio, infatti, che lo Stato non disponga di risorse sufficienti per investimenti di tali proporzioni tantomeno di quella semplificazione normativa e amministrativa necessaria e neppure è in dirittura di arrivo l’approvazione di una serie di atti successivi, che vanno dal servizio digitale universale al fondo di garanzia, passando per i voucher per la migrazione al digitale.

E per raggiungere quel famoso 85%, elemento chiave diventa l’investimento nelle zone cosiddette “a fallimento di mercato”, dove il privato non ha interesse a investire, e dove maggiormente pesa l’intervento pubblico. Ma, investimenti a parte e possibili circoli virtuosi se guardiamo il progetto attentamente forse qualcosa per cui essere ottimisti c’è.

Tra gli obiettivi che si pone, infatti,:
–           obbligo dello switch-off nella Pubblica Amministrazione:  digital First, con il superamento della tipologia tradizionale di fruizione dei servizi al cittadino; percorso di centralizzazione  della programmazione e della spesa, monitoraggio delle modalità e tempistiche;
–           nuovo approccio architetturale basato su logiche aperte, standards, interoperabilità e architetture flessibili, user-centered;
–           trasparenza e condivisione dei dati pubblici (dati.gov.it);
–           nuovi modelli di Partnership Pubblico/Privato;
–           coordinamento di tutti gli interventi di trasformazione digitale;
–           la diffusione di cultura digitale e lo sviluppo di competenze digitali in imprese e cittadini;
–           un approccio architetturale basato su logiche aperte e standard, che garantiscano accessibilità e massima interoperabilità di dati e servizi;
–           soluzioni volte a stimolare la riduzione dei costi e migliorare la qualità dei servizi, contemplando meccanismi di remunerazione anche capaci di stimolare i fornitori a perseguire forme sempre più innovative di erogazione/fruizione dei servizi;
–           progressiva adozione di Modelli Cloud;
–           innalzamento dei livelli di affidabilità e sicurezza.

Alcune azioni sono già work in progress, come lo Spid – il Servizio Pubblico di Identità Digitale – e la connessa  piattaforma di Italia Log-in, che è destinata ad essere la “casa” del cittadino su Internet, come un’unica piattaforma a dati e servizi per imprese e cittadini. Il sistema è pensato come una struttura aperta ai diversi soggetti della Pubblica Amministrazione, in modo integrato tra settore pubblico e privato.

Eccone alcuni:

•La strategia per la smart specialization per la ricerca, l’innovazione e la competitività del sistema produttivo;
•Il «Patto per la Salute» e le relative iniziative di e-Health del Ministero delle Salute;
•Il piano della Giustizia Digitale in ambito civile e penale;l programma di riforma “La Buona Scuola” del MIUR;
•La strategia per la digitalizzazione delle imprese all’interno del PON competitività per le 8 regioni del SUD;
•Le iniziative previste nel PON Governance – capacità istituzionale;
•Le azioni relative al PON Metro per le Smart Cities and Communities.

Ed infine, la già citata La Piattaforma Italia Log In che è destinata ad essere appunto la “casa” del cittadino su Internet, dove ogni cittadino con la propria identità digitale ha tutte le informazioni e servizi che lo riguardano.
La strategia è stata redatta a valle di un processo di consultazione partecipato sia online sia offline, svoltosi dal 20 novembre 2014 al 20 dicembre 2014 e che ha coinvolto tutti gli stakeholders pubblici e privati, nonché numerosi cittadini e associazioni civiche.
Nei 30 giorni in cui il testo del documento è stato esposto a consultazione pubblica online sono stati ricevuti 587 commenti da 83 diversi utenti. Sono, inoltre pervenuti all’Agenzia per Digitale oltre 50 documenti di proposta da soggetti pubblici e privati, tutti tenuti in considerazione per integrazioni e modiche.

info http://www.agid.gov.it/sites/default/files/documentazione/bul_2marzo2015.pdf