“I bandi strutturali da sempre sono lo strumento per finanziare anche le Piccole e Medie Imprese del territorio. Nella programmazione 2014-2020 abbiamo deciso di allargare i finanziamenti destinati alle Pmi anche ai liberi professionisti che usufruiranno, così, delle stesse condizioni e possibilità”, così Maria Pia Redaelli, Direttore della programmazione comunitaria della Lombardia, in occasione della presentazione del Programma Operativo FESR-FSE della Regione.
Anche la Lombardia, quindi, come già la Toscana ( in apertura l’intervista All’assessore al lavoro, Gianfranco Simoncini), riconosce sia il peso delle professioni sulla leva del mercato economico e del lavoro sia la necessità di sostenerli in una crisi che ormai dura da 7 anni e che, da esperti del settore, viene definita una delle peggiori mai registrate. Non esiste, infatti, settore professionale che non abbia subito un calo drammatico del reddito o addirittura non sia stato costretto ad uscire dal mercato del lavoro. Da qui la scelte di quasi tutte le Amministrazioni regionali di individuare misure destinate al lavoro autonomo anche se ancora in fase di programmazione. Il seme, comunque, è stato gettato grazie anche all’approvazione dell’Action Plan for Entrepreneurship 2014-2020 nel quale, per la prima volta, si equiparano le libere professioni alle Piccole e Medie Imprese.
Del resto, favorevoli dichiarazioni d’intenti in questo senso, sono di recente arrivate anche a livello nazionale: “E’ nostra intenzione – ha dichiarato Luisa Agrò, direttore dell’Agenzia per la Coesione – approfondire le cause che finora hanno tenuto i professionisti italiani lontani dai fondi europei. Se individueremo problemi di carattere normativo interno o procedurale o di altro genere ci impegneremo a rimuoverli. Ampliare la platea dei potenziali beneficiari dei fondi Ue significa aumentare la capacità del Paese di utilizzare queste risorse. Nel caso dei professionisti il loro apporto può essere particolarmente utile alla causa”.
