Un’Europa più sociale e solidale. L’Italia presenta il suo documento

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Il Presidente del Consiglio ha trasmesso ai Presidenti della Commissione europea, del Consiglio europeo, della Banca Centrale Europea, dell’Eurogruppo e del Parlamento Europeo, il contributo del Governo italiano alla riflessione in corso sulla riforma del sistema di governo dell’Unione economica e monetaria europea.

“Una tappa importante per un rilancio del processo di integrazione”, si legge sul sito del Governo. E, arriva a pochi giorni dalle parole del presidente della Bce, Mario Draghi, che ha fatto appello a rafforzare la condivisione dei rischi, consolidare la governance comune delle riforme e le politiche di bilancio pro-crescita. Il lancio da parte della Commissione di un piano pluriennale di investimenti europei e la definizione di adeguati incentivi per gli investimenti e le riforme – si legge nel documento italiano – sono passi “positivi e importanti in questa direzione”, soprattutto sul fronte di una politica di bilancio alla crescita. Ma “l’urgenza e la complessità delle questioni in gioco” richiedono “una più efficace governance economica e una coerente architettura istituzionale” che “deve implicare un riequilibrio molto più cooperativo dove il valore aggiunto di far parte di un’unione economica sia amplificata e sia supportata dall’attuazione delle riforme strutturali”.

La crisi – si legge nel rapporto – ha aumentato la disoccupazione, la povertà e le disuguaglianze, soprattutto tra generazioni. E’ necessario, quindi, concordare iniziative comuni per affrontare l’emergenza sociale, modernizzare il nostro modello sociale per promuovere e facilitare la permanenza e l’entrata in tutti i mercati del lavoro europei. E’ necessario rendere efficaci gli investimenti in sistemi di welfare, il sostegno all’istruzione di base e superiore, all’apprendimento permanente e alla formazione professionale.

L’Italia propone, quindi, un “supporto comune” nel mercato del lavoro, per la costruzione di un “mercato comune”, orientato alla crescita e all’innovazione a supporto delle riforme strutturali. Serve però l’Unione bancaria e una “più profonda integrazione finanziaria”. Il contributo italiano sottolinea anche un “uso efficace delle risorse del bilancio UE e del Piano Juncker per affrontare carenze del mercato” del finanziamento. La “strada verso una maggiore integrazione richiede – si legge nel documento – il rafforzamento dell’architettura istituzionale comune e della sua legittimazione democratica”.

Otto pagine nella quali l’Italia si dice pronta anche a modificare i Trattati. Non resta che aspettare i prossimi giorni, quando si vedrà quanto di questa agenda entrerà nel nuovo Rapporto dei 4 Presidenti (della Commissione, del Consiglio europeo, della Banca Centrale e dell’Eurogruppo) Nel frattempo il Sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi, ha commentato su Twitter: “Ecco cosa proponiamo per una governance europea democratica e sociale: cambiamo la nostra Unione!”

In allegato il rapporto completo