Enpav, i giovani sbarcano nel “Bilancio preventivo”. Un voucher per la formazione

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Un bilancio preventivo, quello che approverà l’Assemblea dell’Enpav la prossima settimana, che toccherà punti importanti, da alcune modifiche statutarie a nuovi interventi di welfare. Ed è proprio sul welfare che il Presidente Mancuso ci da’ una anteprima.

“Il documento conterrà gli elementi per il completamento  del nostro sistema di welfare per il quale abbiamo deciso di lavorare durante tutta la legislatura del quinquennio. Praticamente dopo il compitino che tutte le Casse hanno dovuto fare 4 anni fa ci siamo concentrati sull’implementazione dei  servizi. Di fatto andiamo a concludere gli interventi dedicati soprattutto alle categorie più fragili della nostra platea, fino ad ora, infatti,  ci siamo occupati di sostenere di più le colleghe e i colleghi che per le disgrazie della vita diventano disabili durante gli anni della professione, quindi quando sono attivi e non pensionati. In quest’ultimo frammento della legislatura ci concentriamo sui giovani che fanno un investimento  di legalità e di correttezza iscrivendosi subito all’Ordine professionale dopo la laurea e l’esame di Stato, di conseguenza alla Cassa diventando contribuenti, dando  ad alcuni, tra i più bravi,  dei servizi facendo emergere una volta tanto la meritocrazia”.

Una sorta di voucher?

“Si, non ho trovato ancora la modalità giusta di definirlo ma potrebbe riassumersi così. Saranno messe in campo alcune  migliaia di euro che per rendere alcune  strutture, all’interno del territorio nazionale, di una certa qualità. Da un lato stiamo cercando di crearci un albo di strutture che garantiscano un livello alto di prestazioni, all’interno delle quali questi giovani colleghi potranno, a secondo del budget 10  o 20 all’anno, spendere questo loro voucher per fare una esperienza qualificata.  Il nostro mondo professionale, come quello di altre categorie come quella giornalistica, per fare un esempio avendo te davanti e pensando al mio amico Camporese, ha legioni di  sottoccupati, sfruttati, impossibilitati a costruirsi una formazione completa ed all’avanguardia. Noi vorremmo dare una risposta in questo senso, dare una possibilità in più ad alcuni colleghi nel completamento della loro formazione dopo la laurea e quindi in quella sorta di limbo tra la fine degli studi e l’inizio della professione vera e propria”.

Sento un po’ odore di Europa perché tutto questo mi sembra molto in sintonia con le linee guida europee che incentrano molto gli interventi sulla formazione

“Si. Tutto nasce grazie alla possibilità di seguire alcune cose offertami da Adepp quando facevo parte del tavolo di Eurelpro, consentendomi di aprire una finestra in più e di occuparmi di  temi che aiutano a conoscere di più le opportunità che l’Europa offre. In accordo con il mio Consiglio di amministrazione abbiamo deciso di mettere in campo attività di comunicazione ed informazione per i colleghi, dividendoli per macro aree, organizzando confronti per dare le risposte ai 50,  100 colleghi che venivano per sapere qualcosa  in più delle grandi possibilità insite nei fondi europei. E noi gli abbiamo sempre detto che, a fronte di progetti ben fatti e di qualità, serviva rendersi conto della complessità del tema e della necessità di tradurre una buona idea in un buon progetto mettendoci dentro anche una buona dose di caparbietà. Quando sei giovane o sei in un momento particolare della tua vita professionale e vuoi quindi riconvertirti o fare altre scelte potresti non avere la possibilità di fare gli investimenti necessari . Va quindi  tenuta presente sia l’Europa sia tutte le altre opportunità che puoi trovare nel tuo territorio nazionale come Confidi o i prestiti agevolati che anche noi abbiamo messo in campo.”

Si parla molto di scollamento tra il mondo universitario e la professione. Le casse e l’Enpav in questo caso possono avere un ruolo di comunicazione ed informazione completa e più rispondente alla realtà?

“Possono e devono. Io ho convinto all’inizio di questo  mandato, quindi più o meno 4 anni fa,  il presidente della federazione degli ordini, che è l’altra istituzione importante insieme alla Cassa, a dialogare con gli atenei italiani che hanno la facoltà di veterinaria, che sono 13 e spero che prima o poi un Governo illuminato metta ordine a questa cosa visto che 6 ne basterebbero. Intanto abbiamo offerto  a questi la possibilità di tenere incontri che sono dedicati agli studenti del quinto anno ed ai neo laureati, per raccontare che cosa c’è dopo la laurea, cosa che a me non è capitata. Abbiamo creato un format dove la federazione degli ordini affronta anche i temi legati alla deontologia, noi oltre al sistema previdenza descrivendogli anche i numerosi servizi che loro ignorano totalmente e che sono invece a loro dedicati, e l’Anvi  assumendosi il compito di fare quella comunicazione legata all’organizzazione sindacale della professione. In particolare, nell’ultimo anno, abbiamo aggiunto una quarta comunicazione sul managment delle strutture che è una cosa che non ci insegnano all’Università al contrario dei colleghi europei che ricevano una infarinatura e quindi una presa di coscienza del fatto che sono imprenditori di se stessi. Noi lo abbiamo capito sul campo, i giovani lo impareranno  dalla formazione che anche grazie a noi riceveranno in sede universitaria”.