Oliveti: “Soprattutto welfare”

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Cantiere del welfare in fermento per elaborare «possibili, nuove forme di collaborazione e di sinergie» fra Enti pensionistici. È il percorso intrapreso dal nuovo presidente dell’Associazione che raggruppa le Casse (Adepp), Alberto Oliveti che, in un colloquio con ItaliaOggi Sette, evidenzia come siano, comunque, già in crescita, «di oltre il 10% negli ultimi dieci anni», gli stanziamenti riguardanti il versante assistenziale. L’intervista al Presidente Oliveti riportata sotto è a cura di Simona D’Alessio

Ritiene sia possibile, in tempi non troppo lontani, realizzare un sistema di welfare unico per le Casse, magari mettendo a fattor comune i servizi e le prestazioni per i professionisti?

“Il punto di forza delle Casse dei professionisti è la loro diversità e la loro conseguente flessibilità nell’adattarsi alle esigenze delle singole categorie di iscritti. Di certo, dunque, non ci interessa rinunciare a questa capacità di adattamento, per andare a creare un sistema appiattito e rigido. Ciò che, invece, è nostra ferma intenzione fare è mettere a fattor comune le migliori iniziative e, ovunque sia utile, unire i nostri numeri per realizzare economie di scala ed abbassare i costi. È un iter che abbiamo già iniziato: nei mesi scorsi, infatti, i direttori generali degli Enti aderenti all’Adepp si sono incontrati e hanno messo a confronto le varie esperienze per studiare possibili nuove forme di collaborazione e di sinergie. Nel campo del welfare ci sono già diversi esempi in tal senso: dall’Emapi che vede associate 8 Casse per offrire coperture sanitarie, «Long Term Care» e infortuni, passando per l’Onaosi che tutela gli orfani e le fragilità di medici, dentisti, farmacisti e veterinari, fino alla Casagit che dà sanità integrativa ai giornalisti. Ora, nell’ambito Adepp diverse realtà hanno dato disponibilità a dare una mano agli altri Enti per allargare la loro offerta di welfare, o per bandire gare in comune. Il principio ispiratore sarà, comunque, quello dell’assetto variabile: si crea un menù di proposte e, poi, le Casse interessate scelgono quelle più adatte alle esigenze dei propri iscritti. E le modalità migliori”.

Nel 2016 gli Enti pensionistici hanno messo in campo un ampio ventaglio di interventi a sostegno dell’iscritto, della sua famiglia e dell’attività esercitata. Come valuta l’offerta di misure assistenziali, siano esse ordinarie, o straordinarie? 

In questa fase storica le Casse stanno aiutando i professionisti a superare la crisi, ampliando le prestazioni assistenziali. L’incremento è stato di oltre il 10% negli ultimi dieci anni, senza contare che diversi Enti hanno già deliberato modifiche regolamentari per offrire tutele aggiuntive. Le Casse fanno già molto in caso di eventi straordinari. In prospettiva, tenderà ad aumentare l’assistenza ordinaria, per aiutare il professionista non solo in situazioni impreviste, ma per supportarlo anche durante la vita lavorativa. È evidente che l’albero motore delle Casse è il patto tra generazioni subentranti, e sostenere il lavoro della generazione che verrà è strategico per la tenuta del sistema”.

L’ultimo rapporto sulla previdenza privata diffuso dall’Adepp (il 15 dicembre 2015, ndr) mostra, fra l’altro, un incremento delle iniziative di sostegno dopo il sisma in Abruzzo dell’aprile 2009.

Sì, allora vi fu una grande mobilitazione. E c’è anche chi chiese (e ottenne) dai ministeri vigilanti addirittura di poter sforare i «budget» previsti per l’assistenza per fronteggiare l’emergenza. Fu una manifestazione di grande solidarietà delle categorie professionali”.

Quali misure vengono approntate in occasione degli eventi disastrosi?

“Gli Enti dei professionisti sono sempre in prima fila. Oltre alla sospensione dei versamenti contributivi in caso di calamità, le Casse hanno un ventaglio di misure che vanno dagli aiuti per rimettere in sesto lo studio, o l’abitazione, passando per sussidi per i danni ai beni mobili, fino in certi casi all’erogazione di redditi sostitutivi per chi è costretto a interrompere l’attività lavorativa. Negli anni le catastrofi si sono ripetute, pure se non tutte hanno avuto la stessa eco mediatica. Dai racconti dei nostri iscritti, abbiamo dovuto constatare, con tristezza, che in diverse situazioni gli Enti dei professionisti non sono stati solo i primi a pagare, ma anche gli unici”.