Pagliuca: “Sul welfare si deve fare massa critica”

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Garantire sostegno nei momenti di difficoltà fisica o lavorativa degli iscritti,  ristabilire l’equità tra le generazioni, continuare il dialogo con quella classe politica che “ha recepito il nostro appello”, sono alcuni dei punti che il Presidente della Cassa dei ragionieri e, dopo l’emendamento approvato e contenuto nella Legge di Stabilità, degli esperti contabili ha evidenziato durante la nostra “chiaccherata”.

Esperti contabili, Presidente prima di parlare di quale sarà il loro futuro dopo l’emendamento contenuto nella Legge di Stabilità, facciamo un passo indietro e ci racconta come era stata “risolta” fino a ieri la loro posizione?

“La legge che ha sancito la nascita dell’Albo unico tra dottori commercialisti e ragionieri non aveva previsto nulla rispetto alla copertura previdenziale degli esperti contabili. Una carenza normativa che aveva lasciato nell’incertezza questa figura professionale registrando una vera e propria anomalia. Nel febbraio 2014 i due enti previdenziali di categoria, la Cassa Ragionieri e la Cassa Dottori, avevano siglato un protocollo di intesa che stabiliva che gli esperti contabili dovessero iscriversi alla Cnpr”.

Come si è arrivati a mettere al centro dell’attenzione del Parlamento la questione?

“Nell’ultimo anno abbiamo ricevuto una significativa attenzione da parte della politica. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare esponenti politici che hanno recepito il nostro appello e si sono attivati per risolverlo. Credo che il risultato degli esperti contabili sia frutto del lavoro che abbiamo portato avanti in questi 18 mesi, per il quale dobbiamo ringraziare anche il nostro Consiglio nazionale, che ci è stato vicino, e la Cassa Dottori, con cui è stato fatto un lavoro di squadra. Detto questo, c’è ancora molto da fare, nella speranza che possa esserci una svolta anche sul fronte dei diritti acquisiti e della tassazione sulle rendite finanziarie”.

Ed ora, allora, quale sarà futuro degli esperti contabili?

“La legge di Stabilità 2016 prevede che gli esperti contabili, iscritti alla Sezione B dell’Albo, che esercitano la libera professione con carattere di continuità, dovranno iscriversi alla Cassa nazionale di previdenza ed assistenza dei ragionieri. Si tratta di una professione che non ha ancora sviluppato le proprie potenzialità, e, probabilmente, non è abbastanza conosciuta dai giovani che si rivolgono al mondo del lavoro. I numeri sono ancora bassi, come normale che sia per una professione giovane, ma siamo certi che si svilupperà nei prossimi anni”.

Quali altri passi andranno sicuramente fatti per garantire alla Cassa la sostenibilità richiesta?

“Ad oggi, gli iscritti alla sezione B dell’Albo sono circa 180 l’anno, in costante aumento. Numeri che possono apparire minimi, ma che da soli sono in grado di garantire la sostenibilità oltre i 50 anni per la Cnpr, con un avanzo di gestione di circa 3 miliardi di euro. Ma abbiamo comunque altri problemi da affrontare: uno dei principali rimane quello del recupero dei crediti vantati nei confronti degli iscritti. E’ pur vero che la nostra Cassa non eroga la pensione se non sono stati corrisposti tutti i contributi. Detto ciò, stiamo lavorando per ridurre l’evasione contributiva”.

Professione, come è cambiata e soprattutto come cambierà secondo lei?

“Il mondo delle professioni vede gli iscritti aumentare, ma il dubbio è se stiano crescendo il numero dei professionisti e la corrispondente fetta di economia, oppure se la mancanza di lavoro stia riversando sacche di inoccupazione nel mondo degli iscritti agli ordini professionali e quindi la torta debba essere tagliata a spicchi individuali sempre più risicati. Temo che la risposta sia la seconda”.

I dati contenuti nel report annuale dell’AdEPP ci parlano di una platea che sta invecchiando, è d’accordo? E’ un dato che riguarda anche la Cassa ragionieri?

“La Cassa Ragionieri ha gli stessi problemi di tutti gli altri Istituti previdenziali, ma da noi sono emersi con qualche anno di anticipo a causa della riduzione demografica provocata dalla riforma dell’articolo 31 del nostro vecchio ordinamento professionale. C’è da dire che l’opportunità riservata ai giovani di lavorare subito dopo la laurea triennale, iscrivendosi alla sezione B del nostro Albo, potrebbe registrare un progressivo ‘ripopolamento’ della Cassa Ragionieri”.

Se sì come pensate di affrontare il problema del patto generazionale e l’adeguatezza delle prestazioni future??

“In un contesto di scarse risorse economiche è impensabile continuare a sostenere che solo i giovani debbano sopportarne il peso, garantendo le pensioni di chi è più fortunato di loro. Inoltre crediamo che è possibile individuare soluzioni condivise alle problematiche comuni. Su determinate operazioni, come ad esempio il welfare, si può e si deve fare massa critica, garantendo sostegno nei momenti di difficoltà fisica o lavorativa degli iscritti. Per ristabilire l’equità tra le generazioni, la Cassa dei ragionieri ha varato una riforma previdenziale che ha introdotto l’istituto della riduzione d’equilibrio. Sempre a sostegno dell’equità tra generazioni, è stato esteso il contributo di solidarietà a scaglioni. Come ultima misura di sostenibilità ed equità intergenerazionale è stata rimodulata la perequazione”.