Flessibilità in uscita, c’è la Proposta Damiano

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La riforma Monti – Fornero ha fortemente ridotto la flessibilità in uscita, elevato sensibilmente i requisiti per il pensionamento, senza prevedere una fase transitoria… così si legge nella presentazione del convegno che si è tenuto a Roma giovedì sorso durante il quale si sono susseguiti sul palco politici, studiosi e rappresentanti delle associazioni.

Ed ancora….Si sono determinate così una serie di rigidità poco sostenibili sia nella fase attuale sia nel medio lungo periodo, e poco compatibili con il metodo di calcolo contributivo. Le rigidità riguardano i due canali di uscita verso la pensione: l’anzianità contributiva e l’età di pensionamento, entrambi indicizzati alla speranza di vita. Il risultato è stato di generare instabilità e insicurezza tra i lavoratori e pensionati, oltre al fenomeno degli “esodati”….

Esce, così, dal cassetto la proposta di legge (in allegato)  del 2013  a firma Damiano, Baretta ed altri dal titolo “Disposizioni per consentire la libertà di scelta nell’accesso dei lavoratori al trattamento pensionistico”.

“Non servono 8 miliardi – tuona dal palco il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano – anzi il costo della mia proposta è pari a zero e negli anni successivi porterebbe addirittura ad un forte risparmio. L’idea è molto semplice ossia consentire ai lavoratori anticipare il momento dell’uscita 4 anni prima dell’età pensionabile purché abbiano almeno 35 anni di contribuzione ed accettino una penalizzazione massima dell’8%”.

In allegato anche le slides presentate dal Centro studi Itinerari Previdenziali