Approvata ora in via definitiva a Montecitorio, con 334 voti a favore, 91 contrari e 21 astenuti, la legge che stabilisce come le Regioni siano tenute ad adottare nei propri sistemi elettorali specifiche misure per la promozione dell’equilibrio
Finiranno così i casi come quello della Basilicata dove attualmente in Consiglio regionale non siede nessuna donna. Campania e Lazio pongono il limite di due terzi alla presenza di candidati di ciascun sesso in ogni lista provinciale o di circoscrizione. Le Marche individuano un limite minimo: nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura inferiore a un terzo dei candidati presentati. Abruzzo, Puglia e Umbria hanno adottato il tetto del 60% di candidati dello stesso sesso in ogni lista circoscrizionale. In Lombardia e Toscana vige l’obbligo di alternanza uomo-donna. Veneto ed Emilia Romagna prevedono che in ogni lista provinciale o circoscrizionale i rappresentanti di ciascun genere devono essere presenti in misura uguale se il numero totale è pari; se è dispari ogni genere deve essere rappresentato in numero non superiore di una unità rispetto all’altro. La doppia preferenza di genere è già prevista in Campania (prima a introdurla nel 2009) in Toscana, Emilia Romagna e Umbria.
Soddisfatta la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli (Pd): «Con l’approvazione in via definitiva alla Camera della legge che impone l’equilibrio di genere anche nei consigli regionali è stato compiuto un altro passo fondamentale verso la piena cittadinanza di donne e uomini nel nostro Paese; si tratta di un contributo determinante per la qualità della nostra democrazia».