Sharing economy per i professionisti? Dalle parole ai fatti

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Da qualche settimana è nato un nuovo portale web: SHAREPRO, destinato a portare il concetto di sharing anche tra i professionisti e dunque a rivoluzionare il loro modo di lavorare.
Un portale che è nato – sottolinea uno dei  fondatori,  Alessandro Amato –   dalla convinzione che al giorno d’oggi la tecnologia consente a tutti i professionisti di poter svolgere la propria attività ovunque. Il professionista di oggi pur potendo girare il mondo per lavoro senza problemi ha comunque l’esigenza di “appoggiarsi” in un luogo fisico anche solo per stampare delle mail, visionare dei documenti con calma oppure per ricevere la clientela in un ambiente professionale. Esigenze alle quali può rispondere la Sharing economy”.

Ma cosa meglio di un portale può far da tramite tra domande e risposta? Ecco allora il passo successivo ossia la messa on line di Sharepro. “Pensiamo – continua Amato –  che solo attraverso concetti come la condivisione degli spazi e delle competenze il professionista moderno possa veramente ampliare la sua attività e la sua rete di conoscenze. Il sito permette inoltre al professionista di creare la propria pagina web personalizzata, questo facilita la promozione della propria attività e aumenta la visibilità sfruttando un unico servizio. L’APP di prossima realizzazione renderà immediata la possibilità, per il professionista di essere raggiunto e per l’utente di ricercare delle competenze qualificate in base alle proprie specifiche necessità. Tutto questo in pochi click. Grazie a Sharepro un notaio o un avvocato di Torino potrebbero concedere per qualche ora la propria sala riunioni a un manager proveniente da un’altra città e creare così nuove relazioni e nuove opportunità… insomma, siamo fortemente convinti che il professionista di oggi non possa stare fermo nel proprio studio ma debba necessariamente accettare la sfida che il mercato globale gli offre spostandosi in giro per il mondo e collaborando con altri professionisti che come lui sono disponibili a confrontarsi con il mercato. Questa secondo noi può essere la vera rivoluzione del mondo delle professioni”.

E perché no, una risposta ad una crisi che continua a non dare tregua anche ai liberi professionisti costretti dal calo dei redditi, che per alcune categorie ha raggiunto il 40%, a trovare forma di risparmio. Ed è proprio nel risparmio, nel  “consumo collaborativo” il dna della sharing economy.