Ocse, Taxing Wages e l’Italia finisce nel mirino. Troppe tasse sui salari

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A sostenerlo è l’ultimo studio targato Ocse che  ha analizzato le tasse in circa 40 paesi,  prendendo lo stipendio medio annuo, sottraendo le imposte sul reddito statali e locali e i contributi previdenziali dei dipendenti. L’organizzazione internazionale ha inoltre usato come benchmark un lavoratore senza figli o persone a carico. E come potevamo immaginare, l’Italia non è messa bene visto che registra un cuneo fiscale al 49% (+0,76% rispetto al 2014), ed è quindi al quarto posto della classifica  a parimerito con l’Ungheria e dietro solo a Germania (49,4%), Austria (49,5%) e Belgio (55,3%). Addio quindi alla media che ha bloccato l’asticella sul 35,9%. Tutta colpa delle imposte sul reddito. Se prendiamo ad esempio il salario lordo (quello che si vede in busta paga), in Italia, dove risulta pari a 41.250 dollari, registra un prelievo complessivo del 32,6%, derivante da un incidenza delle imposte sul reddito pari al 23,1% e da contributi sociali per il 9,5%.

A subire le tasse sono soprattutto le  famiglie monoreddito con due figli tanto che proprio questa fascia fa salire l’Italia addirittura al terzo posto: il cuneo in media è aumentato di 0,93 punti al 39,9%. Se scorriamo ( in allegato lo studio completo) i dati, il nostro Paese lo troviamo al 15esimo posto per costo totale del lavoro (54.484 dollari per dipendente “single” a parità di potere d’acquisto) e al 19esimo per salario lordo con 41.250 dollari. Espresso in valuta nazionale, il salario medio lordo italiano risulta di 30.710 euro, con un incremento dell’1% sul 2014, pari all’aumento della tassazione sul reddito.