Riforma pensioni. Scendono in campo Damiano e Sacconi

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Fornero si, Fornero no, il dibattito si fa sempre più acceso sulla riforma delle pensioni messa in atto dall’ex Ministro  e tra le proposte che via via appaiono all’orizzonte arrivano anche quelle dei due Presidenti delle Commissioni Lavoro Camera e Senato. Entrambe analizzano temi legati sia al lavoro sia all’allungamento della vita nonché all’adeguatezza delle prestazioni future.

La prima proposta targata Damiano in realtà ha radici antiche visto che era restata nel cassetto per lunghi anni e che alla luce dei cambiamenti e della crisi ancora in atto ha subito qualche variazione. Il testo finale, discusso più volte in convegni, in trasmissioni televisive e attraverso i media si concentra sulla flessibilità: anticipare fino a 4 anni l’uscita dal lavoro, 62 anni di età e 38 anni di contributi, con un taglio del 2% ogni anno anticipato. Due gli aspetti sui quali fa leva il Presidente della Commissione lavoro della Camera: un risparmio per le casse dello Stato e la risposta ad un problema che rischia di diventare la prossima patata bollente per il Governo dopo il dramma “esodati” .

“Si creeranno altri poveri – sostiene Damiano – in tutti quei lavoratori oltre i 60 anni che perderanno il lavoro a causa della perdurante situazione di crisi economica senza avere la possibilità di accedere alla pensione”.

Il presidente della Commissione lavoro del Senato è sostanzialmente in linea con la proposta Damiano solo che per Sacconi: “La flessibilità dovrebbe riguardare non solo l’uscita e con essa la spesa previdenziale ma anche l’entrata”. Ed infatti, per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro che possano dare una mano a ridurre la disoccupazione giovanile il Presidente Sacconi propone anche nuovi “incentivi – ai versamenti volontari dei lavoratori e dei datori di lavoro”.

E di flessibilità parla anche il Presidente dell’Inps, Boeri, sottolienando che questa debba essere “sostenibile”: cioè uscite con almeno 62-63 anni e 42 anni di anzianità, però estendendo a tutti il montante contributivo: in pratica chiede di far sparire definitivamente le residue “anzianità”.