Torricelli: “Pronti ad uscire dagli studi”

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“Libera professione e imprenditoria femminile. Psicologhe che impresa” un titolo che porta a prendere in esame due aspetti  il primo legato alla libera professione, che cosa manca ancora per considerarla a tutti gli effetti un soggetto anche imprenditoriale e il secondo aspetto è  invece concentrato sul gender?

“L’esperienza in ENPAP dice che spesso manca, da parte dei nostri professionisti, la consapevolezza di essere, contemporaneamente, imprenditori. Con declinazioni diverse, per le nuove leve o i colleghi più consolidati nella professione, gli psicologi, in generale, sono poco pronti ad uscire dagli studi” e a confrontarsi con il “mercato” dei loro servizi, a modulare e comunicare la loro offerta in base alle richieste che vengono da una società alle prese con mutamenti rivoluzionari e ricorrenti in aspetti cruciali del vivere comune.  In questo momento, la relazione con il mercato è proprio uno dei punti più deboli nel posizionamento dei professionisti: in parte c’è un retaggio culturale difficile da superare, legato alla concezione del professionista come destinatario naturale di un bisogno immutevole e codificato dalle norme sociali, dall’altro c’è il limite di una formazione, universitaria e post universitaria, ancora molto distante dal recepire e presentare le nuove esigenze imprenditoriali dei professionisti e da insegnarne le logiche. La sfida, da parte nostra, è quindi su più fronti: con gli enti pubblici, con cui occorre relazionarsi per far si che venga consentito realmente l’accesso ai benefici previsti per le piccole e medie imprese anche ai professionisti; con gli stessi professionisti, a cui va rappresentata fortemente l’esigenza di entrare nelle dinamiche tipiche del mercato e dell’imprenditoria; con il sistema di formazione, affinché fornisca o aggiorni le competenze (finanziarie, manageriali, organizzative) necessarie per orientarsi nel mercato”.

Aspetto gender pay gap, quali passi sono stati fatti e quale azioni andrebbero messe in campo

“Gli iscritti ENPAP sono una realtà fortemente declinata al femminile: l’82% degli Psicologi italiani è donna. Il gap reddituale con i colleghi uomini è intorno al 40%, simile a quello delle altre professioni. Fin dall’inizio della Consiliatura , il mio CdA ha voluto rimarcare il suo impegno a sostegno del lavoro delle donne. Una “Commissione per le politiche al femminile” ha studiato il fenomeno ed ha dato, alla luce di questa analisi, una spinta fondamentale all’attuazione di nuovi servizi, forme di assistenza ed iniziative finalizzate a liberare una parte delle energie delle donne dalla gestione della famiglia per riversarle nella professione. Soprattutto, abbiamo avviato un’ampia campagna di informazione – che ha prodotto ebook, convegni, formazione specifica – ed organizzato una serie di iniziative ed eventi che in questi giorni culminano con il Convegno “Psicologhe: Che Impresa!” che si svolge a Roma il 15 aprile e che rappresenta il momento in cui, con la testimonianza anche di una serie di personalità al femminile, raccontiamo le iniziative di successo realizzate dalle cinque colleghe vincitrici del bando collegato alla “Call for Ideas”, a cui hanno partecipato più di 50 idee progettuali e che aveva come premio la partecipazione ad un corso di alta formazione imprenditoriale specificamente rivolto al femminile”.

Come è cambiata la Cassa in questi anni?

“Anche in questo caso ci siamo mossi, fin dall’inizio della Consiliatura, nella direzione dell’innovazione finalizzata a rendere la Cassa più vicina alla realtà operativa in cui lavorano i Colleghi. E devo dire che l’azione di riforma che abbiamo realizzato in questo periodo è tanto ampia da configurarsi come una vera rifondazione dell’ENPAP. In primo luogo siamo intervenuti sulle procedure operative dell’Ente per garantirne la visibilità e la trasparenza. Tutti i processi interni sono stati rivisti in un’ottica di massima trasparenza, prevedibilità e tracciabilità del processo decisionale. Potrei dire che la trasparenza è stato il principale criterio ispiratore di tutte le azioni mese in campo. Abbiamo fin da subito pubblicato sul nostro sito Web le delibere del CdA, i Bilanci, i compensi degli Organi statutari, i dati relativi al patrimonio e agli investimenti nonché varato il Codice per la Trasparenza e strutturato le procedure interne in linea con le previsioni della legge 231/2001. Grande attenzione abbiamo poi messo nella tutela del patrimonio degli iscritti e nel miglioramento dell’efficienza dei processi di investimento. Sono stati definiti e varati il Regolamento per la Gestione del Patrimonio, l’analisi ALM, l’Asset Allocation Stategica e, sul versante degli investimenti, l’opera di riorganizzazione e sviluppo è stata completata dalla strutturazione di un comparto SICAV, che abbiamo chiamato PSY ENPAP, che raccoglie le gestioni in delega ed ha l’ambizione di monitorare costantemente la qualità ESG (Environmental, Social, Governance) degli investimenti attuati.  Abbiamo rivisto quasi tutti i regolamenti in essere ed avviato nuove iniziative tra cui, nel campo dell’assistenza, cito il contributo di paternità e genitorialità, che dà un beneficio economico ai genitori che non hanno diritto al contributo di maternità indipendentemente dal loro genere; i finanziamenti per la professione, che consentono l’accesso a finanziamenti fino a 100.000 con un sistema di garanzia collettiva ispirato al microcredito d’impresa; il contributo per stato di bisogno, per sostenere i colleghi in  difficoltà economica per eventi eccezionali che colpiscano loro stessi o i loro familiari più stretti, oltre ad aver rivisto e generalmente ampliato le coperture assistenziali già previste (assicurazione sanitaria, indennità di malattia, ecc.). Gli iscritti hanno ora a disposizione la Carta dei Servizi, che struttura il patto di reciprocità con l’Ente assicurando tempi e procedure certe per l’erogazione di tutti i servizi ENPAP. E, soprattutto, abbiamo voluto intervenire sui meccanismi che determinano l’entità delle pensioni. Con la crisi degli ultimi anni i redditi degli Psicologi, già piuttosto ridotti, si sono ulteriormente contratti. In queste condizioni, con il metodo contributivo che commisura la pensione a quanto si versa, è fatale che un numero molto elevato di iscritti si ritrovi con una pensione inadeguata a garantire un tenore di vita accettabile. Abbiamo intrapreso diverse iniziative di modifica del Regolamento di Previdenza. Alcune di queste sono ancora in attesa di approvazione ministeriale ma siamo riusciti ad ottenere l’approvazione di una modifica cruciale, che rende possibile trasferire ai montanti il maggior rendimento ottenuto attraverso gli investimenti. Così per il 2015 riusciremo a rivalutare i montanti degli iscritti ben più della media quinquennale del PIL. Un guadagno netto per gli iscritti”.

Si parla sempre più di welfare, integrato o allargato, ma sempre legato al lavoro visto come un tutt’uno con la Previdenza

“Come dicevo, abbiamo inteso riorganizzare il nostro sistema integrandolo con gli interventi a supporto della professione. Ho già accennato alle azioni sinergiche finalizzate a liberare le energie delle donne Psicologhe, che vedono integrati gli interventi a sostegno della maternità (ampliati con l’implementazione di uno specifico pacchetta di garanzie assicurative in gravidanza e con la revisione delle regole per la maternità delle colleghe convenzionate con il SSN) con altri interventi – quali quello per la genitorialità, che consente anche all’altro genitore di prendersi cura dei figli nei momenti iniziali della loro ingresso in famiglia, permettendo così alla coppia di decidere con maggiore libertà la divisione degli impegni di accudimento – ma questi provvedimenti sono stati completati con altri, più chiaramente di supporto allo sviluppo professionale come la formazione imprenditoriale, attuata attraverso metodi partecipativi ed evoluti che stiamo portando in tutta Iitalia; l’europrogettazione che stiamo proponendo in collaborazione e sinergia con le Agenzie formative della UE e con le Camere di Commercio locali nelle regioni del Sud, in modo da implementare la collaborazione tra Psicologi ed imprenditori direttamente nei loro territori; sta poi per decollare il nostro “Social Network di categoria” che permetterà ai colleghi di lavorare in gruppo on line e di condividere progetti, esperienze di lavoro, riflessioni in assetto di supervisione, attraverso i canali più evoluti di internet.  Insomma, l’impianto complessivo del Welfare per i Professionisti va pensato come un sistema di supporto che la collettività dei colleghi mette a disposizione dei singoli, come un vero impianto di rete che permetta ad ognuno di sentirsi e sperimentarsi parte di una comunità che condivide – oltre che una professione ed una deontologia – una visione del futuro e una strategia per realizzarlo insieme”.

AdEPP 2punto zero, che cosa ne pensa di sinergie e quali secondo lei sarebbero più utili alla cassa?

“Adepp è una risorsa irrinunciabile, nell’economia sociale delle Casse di Previdenza. La legittimazione del nostro lavoro è continuamente messa in discussione da azioni scomposte e prive di una prospettiva comune che rischiano, davvero, di vanificare gli sforzi enormi fatti in questi anni. Di fronte a quella che appare come una mancanza di progetto per la previdenza da parte della politica, il sistema Adepp ha la responsabilità di rendersi proattivo e formulare proposte che siano in grado di portare a sistema il vantaggio per l’intero Stato sociale italiano che le Casse stesse sono in grado di produrre.  Le “Casse 103” avvieranno nell’ambito della prossima GNP il loro lavoro di costruzione di proposte per la politica previdenziale del Paese e su questo punto andrà costruita una visione comune con le altre entità previdenziali, in modo da definire un impianto unitario ma rispettoso delle individualità che andiamo a rappresentare. In ENPAP abbiamo particolarmente sviluppato la riflessione su uno degli aspetti cruciali per il futuro dei rapporti tra Previdenza privata e Stato: gli investimenti nell’economia reale del Paese, dizione tanto abusata quanto confusa. In questo senso da tempo noi proponiamo di portare in Italia il sistema inglese dei Social Impact Bond (SIB), ossia la possibilità per i privati – e quindi per le Casse – di investire nella prevenzione sociale, ottenendo rendimenti collegati ai risparmi che la prevenzione stessa fa realizzare alla spesa pubblica. Questo sistema, che è particolarmente in linea con la specificità ed il mandato sociale della professione di Psicologo ed avrebbe anche delle proficue ricadute sul lavoro dei nostri professionisti, appare molto interessante per quasi tutte le professioni che così potrebbero investire nelle componenti dell’economia reale che più sono affini alle singole di ogni categoria. Con Adepp contiamo di dare ulteriore sostegno a questo progetto, che va sostenuto da un chiaro impegno da parte della Politica e della Pubblica amministrazione”.