Luciano: “Meno burocrazia più autonomia”

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“Il lavoro che abbiamo fatto in questi anni è frutto di un gruppo forte e coeso che ha portato a casa risultati importanti. Ne cito due tra i tanti: il nuovo regolamento dei contributi e il nuovo regolamento dell’assistenza. Si è passati dalla centralità del solo approccio previdenziale alla elaborazione di un nuovo paradigma all’insegna della ricerca di equilibrio costante fra le ragioni della previdenza e quelle dell’assistenza, sia attiva sia passiva” A parlare è il rieletto presidente di Cassa Forense, Nunzio Luciano, che nella nostra intervista parla di futuro e dice: “ Un Ente per poter guardare al futuro deve tener conto delle difficoltà del presente, per conoscerle è stato importante stare molto sul territorio al fianco degli iscritti”.

 

In questo viaggio durato un anno, confrontandosi ed ascoltando tutte le istanze che proprio dal territorio arrivavano, quale è stata la domanda più ricorrente e secondo te quanto è stato importante questo contatto così diretto?

“Sentire un presidente non lontano, non chiuso nel proprio Ente ma vicino agli iscritti è stato importantissimo, si sono resi conto che conoscevo le loro problematiche e che queste ottenevano una risposta chiara. Molti erano preoccupati della futura sostenibilità della Cassa, mi chiedevano se i contributi versati oggi sarebbero serviti a garantire la pensione del domani. La risposta rassicurante è arrivata dall’ultimo bilancio approvato e ritengo che in futuro, quando non sarò più io il Presidente della Cassa, la promessa sarà onorata grazie anche alle nuove politiche messe in campo per garantirla. Un’altra richiesta che mi hanno più volte sottoposto riguarda un’assistenza che contenga anche aiuti alla professione, alla famiglia, alla salute. Istanze alle quali abbiamo già risposto con il nuovo regolamento dell’assistenza, un punto di partenza non certo di arrivo perché dovremo sicuramente ampliarlo, perché ci attendono grandi sfide ad esempio nel campo della formazione. A mio avviso il nostro Ente insieme agli Ordini deve mettere in campo una grande campagna di formazione per l’avvocatura italiana, dobbiamo qualificare la professione per renderla pronta a rispondere alle sfide del futuro e su questo ambito un grande aiuto sono sicuro ci possa arrivare dall’Europa. L’impegno economico e professionale che abbiamo messo nel dare vita ad un organismo interno che si occupi delle politiche europee, nazionali e regionali volte ai professionisti, alla ricerca anche dei finanziamenti, va in questa direzione. Ho anche un altro sogno che, nonostante le difficoltà poste dall’Antitrust, continuerò a perseguire con tenacia ed è quello di dare agli iscritti una banca dati giuridica. Tutto nell’ottica di recuperare risorse per alleggerire i costi della professione, per qualificare l’avvocatura, per renderla al passo con i tempi, in grado di rispondere ad un mercato sempre più globalizzato e specializzato. E per farlo dobbiamo fornire gli strumenti per il riassetto e la riorganizzazione degli studi professionali. Non dobbiamo dimenticare che le nuove tecnologie non rappresentano più la sfida del domani, sono realtà, le ICT sono il presente. Ne sono così certo che anche al nostro interno abbiamo già approvato un nuovo piano tecnologico e per questo stiamo stanziando importanti risorse”.

Quali saranno, secondo te, le difficoltà maggiori che incontrerai durante il tuo secondo mandato?

“Sono quelle che incontriamo spesso per colpa della burocrazia e della non conoscenza del Sistema. Abbiamo dimostrato negli anni di saper amministrare i nostri patrimoni. Voglio ricordare a tutti quello che eravamo e cosa siamo oggi. Farebbe bene la classe politica a ricordare cosa eravamo quando eravamo pubblici e cosa siamo oggi che siamo privati. Noi non vogliamo sottrarci ai controlli del pubblico però questi non devono essere devastanti e lo sono quando comprimono il lavoro dei nostri uffici che sempre più spesso devono lavorare per soddisfare le richieste che ci arrivano dalla burocrazia togliendo risorse professionali ai nostri iscritti. Meno burocrazia più autonomia, queste sono le parole d’ordine. Questo non significa che vogliamo essere svincolati dai controlli ma che questi siano efficaci e non minacciosi, perché è così che a volte li percepiamo. Noi dobbiamo essere in grado di confrontarci con chi oggi ci controlla per trovare le migliori soluzioni possibili nell’interesse soprattutto dei nostri iscritti. Prevalga la via della ragione e si tenga conto dei risultati conseguiti. La politica del sospetto va sgombrata da ogni equivoco altrimenti si rafforzano le tendenze di giustizialismo che comprimono il lavoro e annullano le potenzialità. Sul fronte interno, ogni Cassa deve avere la capacità di guardare avanti che significa anche uscire dalla singola realtà per abbracciare un interesse più generale che è l’interesse dei professionisti. Nel mio programma l’ho scritto, l’ho detto, noi avvocati dobbiamo guardare in maniera più ampia perché si cresce solo se si fa massa, solo se si riesce ad essere uniti e l’Adepp sotto questo punto di vista rappresenta uno snodo importante per portare avanti politiche che possano aiutare l’intero Sistema. Il progetto WISE, di cui più volte ha parlato il Presidente Oliveti e che io ritengo sia un programma assolutamente necessario ed importante, contiene un elemento che è l’espressione di quanto sottolineavo: la S di Servizi che si traduce anche in Sinergie tra Casse, seguendo il principio ispiratore che è quello dell’assetto variabile, condividendo le best pratics”.

E Wise contiene la E di Europa. Insieme al Presidente dell’AdEPP, Alberto Oliveti, hai incontrato il Gabinetto della Commissaria europea all’occupazione, la belga Marianne Thyssen. Hai avuto la riprova di un cambiamento di “paradigma”, di una conoscenza maggiore, di una volontà di considerare i liberi professionisti realmente degni di attenzione e sostegno?

“Il lavoro fatto finora è stato vitale ed importante perchè ha fatto comprendere a chi ad esempio come me era fuori da certe logiche, era entrato da poco in AdEPP e non sapeva quanto invece fosse importante perseguire con tenacia e forza una certa linea e per questo voglio ringraziare pubblicamente Andrea Camporese e i componenti del direttivo da lui presieduto che ci hanno indicato una strada. Indubbiamente la strada percorsa finora ha portato ad alcuni risultati. Ricordo che il lavoro di AdEPP all’interno del working group sull’Action Plan ha portato all’equiparazione dei liberi professionisti alle Piccole e medie imprese. Oggi spetta a noi continuare quella strada, allargando il confronto sulle libere professioni affinché ci sia sempre più la consapevolezza che noi siamo imprenditori della conoscenza e quindi anche noi abbiamo diritto ad accedere a quei finanziamenti che possano far crescere la professione, per acquistare beni strumentali o sviluppare l’uso delle ICT, come avviene per le imprese. Durante l’incontro con il Gabinetto della Commissaria abbiamo posto l’accento sulle politiche per il lavoro, l’autoimpiego, la formazione, i percorsi di studio e sulla necessità di un welfare integrato a livello europeo che prenda in considerazione i bisogni del lavoro non subordinato. Abbiamo riscontrato che in Europa siamo già riconosciuti come motore di sviluppo e quindi la porta è indubbiamente aperta, non lo siamo nel nostro Paese eppure, oltre ad investire sul Sistema Italia, sgraviamo lo Stato di costi, garantendo ai nostri iscritti quel sostegno necessario sia nel campo del lavoro sia nella salute, nei bisogni familiari o dei più deboli. Ci stiamo lavorando, i fronti aperti sono molteplici, l’Europa è uno di questi, il rapporto con i Ministeri e con le Amministrazioni regionali si sta sempre più strutturando”.