Relazione 2016 sulla performance digitale. Squilibri tra gli Stati membri

556

Partendo dai risultati dell’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società dell’UE pubblicato a febbraio, la Commissione ha pubblicato lunedì la relazione sulla performance digitale degli Stati membri dell’UE  e, in vista del Consiglio “Competitività” in programma questa settimana, dà consigli per raggiungere risultati migliori in ambiti che vanno dalla copertura della banda larga ai servizi pubblici on line, dalle competenze digitali al commercio elettronico.

La Commissione ha pubblicato inoltre una relazione completa su un nuovo indice internazionale sulla performance digitale (iDESI), che confronta gli Stati membri dell’UE con 15 altri paesi. Secondo i dati internazionali, i paesi in vetta alla classifica nell’UE (Svezia, Danimarca e Finlandia) primeggiano anche su scala internazionale, davanti a Corea del Sud e Stati Uniti.

Per Andrus Ansip, Vicepresidente per il Mercato unico digitale, “I dati indicano che gli acquisti e le vendite on line non sono sfruttati appieno. Presenteremo presto una serie di proposte per incentivare il commercio elettronico nell’UE, in particolare per eliminare le barriere che scoraggiano le imprese dal commerciare oltre frontiera e impediscono alle persone di reperire le offerte più competitive on line.”

“La performance digitale dell’Europa su scala mondiale è buona, ma alcuni paesi potrebbero fare meglio.  – ha dichiarato Günther H. Oettinger, Commissario responsabile per l’Economia e la società digitali – Per questo diamo qualche consiglio per aiutare gli Stati membri dell’UE a migliorare la loro performance digitale a beneficio delle loro società e delle loro economie e per contribuire a creare un mercato unico digitale.”

L’Italia è al 25° posto nella classifica dei 28 Stati membri dell’UE. Nell’ultimo anno ha fatto pochi progressi in relazione alla maggior parte degli indicatori. Una delle eccezioni riguarda il ruolo maggiore del commercio elettronico nel fatturato delle PMI (8,2% del totale), ma l’industria italiana potrebbe trarre vantaggi da un uso più diffuso delle soluzioni di eBusiness. La copertura delle reti NGA è passata dal 36% delle famiglie nel 2014 al 44% nel 2015, ma i progressi sono ancora troppo lenti, ostacolando anche la sottoscrizione di abbonamenti alla banda larga veloce (solo il 5,4% del totale, che è limitato al 53% delle famiglie). L’assenza di competenze digitali di base è la ragione principale del basso tasso di adozione della banda larga fissa. In effetti, il 37% della popolazione non usa internet regolarmente e il restante 63% svolge poche attività complesse online. Per quanto riguarda i servizi pubblici digitali, l’Italia si avvicina alla media dell’UE.

L’Italia fa parte del gruppo di paesi che stanno recuperando il ritardo; sebbene le sue prestazioni siano ancora inferiori a quelle dell’UE nel suo insieme, nell’ultimo anno ha registrato rapidi progressi e si è avvicinata alla media dell’UE. Le prestazioni dell’Italia sono tuttavia ancora inferiori alla media del gruppo di paesi in fase di recupero.

Per leggere o scaricare la relazione, in inglese, cliccare su

http://ec.europa.eu/italy/news/2016/20160523_digitale_ue_it.htm