Riforma professioni sanitarie. Schiavon: “Una unica Cassa”

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E’ passata al Senato la proposta della Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, sulla riforma delle professioni sanitarie. Tra i punti anche l’iscrizione ad un proprio ordine professionale, cosa che era riservata, finora, solo ai laureati. Ne parliamo con il Presidente della cassa di Previdenza degli infermieri, Mario Schiavon

“Ci sono ben 22 professioni sanitarie non mediche e questo sta a significare che c’è un mondo molto ricco di professionalità, di diversità, con un ruolo sociale,  nel servizio sanitario nazionale e che danno un grosso contributo anche nell’area del privato. Pensiamo al fisioterapista, al podologo, agli infermieri, le ostetriche, i tecnici di radiologia medica che erano gli unici che avevano un ordine professionale attraverso il collegio. Con questa riforma si presenta una opportunità importante anche sotto il profilo previdenziale visto che ad oggi tutte queste professioni possono iscriversi solo alla gestione INPS. Con  la nascita degli Ordini noi possiamo avviare un confronto con la nostra Federazione nazionale per capire se le altre Federazioni  siano, una volta nate, interessate a portare i loro iscritti  all’interno di un unico Ente di previdenza privato come è l’Enpapi oggi, ed evolvere in una unica grande Cassa delle professioni sanitarie. Lavorare sui grandi numeri significa dare maggiori risultati agli iscritti stessi”.

Voi sul tavolo mettete un sistema di welfare e di tutele che sta evolvendo e che potrebbe essere erogato a categorie che ne sono restate fuori. Di contro arriva una nuova linfa vitale per la tutela di quel patto generazionale assolutamente necessario.

“Diciamo che racchiudiamo tutto in una unica parola “welfare”. Noi dobbiamo dare sì assistenza in caso di malattia o di maternità agli iscritti e alle loro  famiglie, agli orfani come fa Enpapi oggi,  ma dobbiamo pensare anche al sostegno per l’avvio al lavoro per i giovani, quando si chiude un’attività lavorativa, quando ci troviamo di fronte a bisogni, ad eventi. C’è tutto un mondo da esplorare. I grandi numeri ci aiuteranno e l’entrata di nuove  professionalità porterà anche innovazione. Sarà un arricchimento anche per la  governance”.

Porterà una evoluzione anche nella costituzione di studi professionali?

“Ci sono già dei tentativi. Il podologo che è in studio insieme al fisioterapista e così via. Certo, un unico Ente che vigila sotto il profilo della previdenza e che da assistenza e welfare a tutte le categorie, nello stesso modo, può creare una sinergia molto, molto più forte tra tutte le categorie”.