Ue, anche per l’Italia arriva il pacchetto delle raccomandazioni

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Una serie di suggerimenti in  materia di politica economica per i singoli Stati membri per i prossimi 12-18 mesi, questo in sintesi il documento pubblicato oggi che potrete trovare in allegato. Gli orientamenti si concentrano sulle riforme prioritarie per rafforzare la ripresa delle economie degli Stati membri tramite il rilancio degli investimenti, la realizzazione di riforme strutturali e il perseguimento della responsabilità di bilancio.

Marianne Thyssen, Commissaria responsabile per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha dichiarato: “In un mondo del lavoro in rapido mutamento, dobbiamo proseguire sul cammino delle riforme di concerto con gli Stati membri e le parti sociali. La disoccupazione sta diminuendo, ma occorre progredire molto di più. Le raccomandazioni di quest’anno mettono l’accento sulle questioni sociali e occupazionali. Solo garantendo una maggiore integrazione delle considerazioni di ordine sociale in tutti i settori programmatici dell’UE creeremo un’Europa con una vera dimensione sociale.”

Per Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane: “A fronte di una crescita globale rallentata e di forti incertezze, dobbiamo accelerare il rafforzamento dell’economia europea attuando riforme mirate. Politiche di bilancio responsabili dovranno inoltre sostenere la creazione di posti di lavoro e distribuire su base più ampia i benefici della ripresa. Sono questi i principi guida alla base degli orientamenti per le politiche economiche e di bilancio 2016-2017 che la Commissione rivolge agli Stati membri.”

 Tre le aree prioritarie individuate dalla Commissione: gli investimenti sono ancora esigui rispetto ai livelli pre-crisi, ma stanno acquistando impeto, anche grazie al piano di investimenti per l’Europa. È necessario progredire più rapidamente con le riforme strutturali per incentivare la ripresa e aumentare il potenziale di crescita a lungo termine delle economie dell’UE. Tutti gli Stati membri devono perseguire politiche di bilancio responsabili e garantire che i propri bilanci siano strutturati in modo tale da favorire la crescita.

La disoccupazione sta diminuendo in tutti gli Stati membri, anche se in misura variabile. Il processo di risanamento dei bilanci sta progredendo, con la riduzione dell’indebitamento delle famiglie e delle imprese e l’aumento della capitalizzazione delle banche. Nella maggior parte dei paesi, il processo di riduzione dell’indebitamento è connesso principalmente a una diminuzione della spesa, ma in alcuni, il livello relativo del debito è diminuito grazie a una crescita sostenuta. In questo contesto, i fattori di vulnerabilità associati ad un indebitamento eccessivo in alcuni settori restano una fonte di preoccupazione, mentre il settore finanziario soffre di una bassa redditività abbinata ad elevati livelli di crediti deteriorati e alla necessità di adeguarsi a norme più severe. E in Italia?

Allo scoppio della crisi l’Italia soffriva di alcune debolezze strutturali di vecchia data. Nel decennio precedente la crisi il potenziale di crescita dell’Italia è stato considerevolmente limitato da alcune debolezze strutturali profondamente radicate: la crescita annua del PIL reale italiano si è attestata in media all’1,5%, ossia 2/3 di punto percentuale al di sotto della media della zona euro, soprattutto a causa della modesta produttività totale dei fattori L’elevato rapporto debito pubblico/PIL e il saldo negativo, e in peggioramento, delle partite correnti hanno limitato ulteriormente la capacità dell’economia italiana di resistere agli shock economici avversi.

L’attività economica ha registrato una modesta espansione nel 2015 e dovrebbe rafforzarsi nel 2016 e nel 2017. Le prospettive positive sono avvalorate dalle migliori condizioni di finanziamento, dalla maggiore fiducia, da un orientamento di bilancio propizio alla crescita, dalle migliori prospettive del mercato del lavoro e dai bassi prezzi del petrolio. La ripresa è tuttavia più debole rispetto alla zona euro nel complesso ed è esposta a rischi di revisione al ribasso. Sulle prospettive pesano in particolare il rallentamento sui mercati emergenti e le recenti turbolenze sui mercati finanziari. L’occupazione ha cominciato ad aumentare, sia in termini di “teste” sia per ore lavorate, già a metà 2014 e da fine 2014 il tasso di disoccupazione è in diminuzione.

Le debolezze strutturali continuano a frenare la capacità dell’Italia di crescere e di reagire agli shock economici. La crescita della produttività continua a trascinarsi, a causa soprattutto del persistere di ostacoli strutturali all’allocazione efficiente delle risorse nell’economia. La crescita fiacca che ne consegue complica il percorso verso la riduzione dell’elevato debito pubblico e il recupero della competitività. L’elevato debito pubblico continua, a sua volta, a penalizzare la performance economica dell’Italia e a esporre il paese agli shock esterni.

Nel complesso l’Italia ha compiuto qualche progresso nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese del 2015. Nel 2015 è stata varata una riforma complessiva del mercato del lavoro. Sono stati adottati provvedimenti importanti per riformare la governance nel settore bancario e per affrontare il problema dello stock di crediti deteriorati. L’istruzione è stata riformata in senso meritocratico e tramite un rafforzamento dell’apprendimento basato sul lavoro e della formazione professionale. Sono stati adottati provvedimenti per ridurre gli oneri amministrativi a carico dei cittadini e delle imprese.

La nuova normativa sui contratti a tempo indeterminato e gli sgravi fiscali per le nuove assunzioni stanno avendo un primo effetto positivo sulla creazione di posti di lavoro e sul dualismo. Continuano a preoccupare la disoccupazione di lunga durata, il rischio di esclusione dal mercato del lavoro che pesa sui giovani e la bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro. La riforma delle politiche attive del mercato del lavoro potrebbe rivelarsi di difficile attuazione. La riforma della contrattazione procede lentamente e resta limitata la diffusione della contrattazione a livello aziendale.

Prossimi passi:

La Commissione chiede al Consiglio di sostenere l’approccio proposto per il 2016-2017 e di adottare le raccomandazioni specifiche per paese e chiede agli Stati membri di attuarle appieno e tempestivamente. I ministri dell’UE dovranno discutere le raccomandazioni specifiche per paese prima che i capi di Stato e di governo dell’UE le approvino. Spetterà poi agli Stati membri attuarle tramite misure inserite nelle rispettive politiche economiche e di bilancio nazionali nel 2016-2017.