Covip, un anno dopo

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E’ stato presentato ieri il rapporto annuale targato Covip che punta la lente di ingrandimento su Casse e Fondi pensione. Ma non solo. “Evidenzia problematiche e sottolinea possibili soluzioni”, almeno è quanto ha sostenuto il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, durante le sue conclusioni. Ma il suo intervento lo riassumiamo nella sezione “Una finestra sul palazzo”.

Per tornare alla Covip, la relazione del neo presidente Mario Padula, 25 pagine lette velocemente ai presenti, inizia con un focus sul welfare.

“Il Welfare del nostro Paese – sostiene Padula – si sta progressivamente strutturando in direzione di un modello che vede la crescente cooperazione di soggetti pubblici e privati nell’erogazione delle prestazioni.  I fondi pensione e gli enti di previdenza di base privati (di seguito anche casse professionali) rivestono ormai una funzione essenziale sul piano sociale: sostengono il benessere degli individui nella fase avanzata del ciclo di vita, affiancando lo Stato e gli altri operatori pubblici nella copertura dei rischi e dei bisogni connessi con l’invecchiamento.  Anche a livello internazionale sono diffusi modelli di Welfare “a doppio pilastro”, nell’ottica di contemperare le istanze di sostenibilità con quelle di  flessibilità e adeguatezza delle prestazioni pensionistiche e assistenziali complessive. La rilevante finalità sociale perseguita impone di preservare in capo allo Stato un ruolo essenziale di controllo, affinché i meccanismi di funzionamento del sistema operino complessivamente in modo efficiente nell’interesse e a tutela dei partecipanti. A tale specifica funzione è preordinata l’attività della COVIP”.

Un organo di vigilanza, quindi, che per quanto riguarda le Casse “gestendo esse risparmio previdenziale con finalità pubblica, l’azione della COVIP si inserisce in un più articolato sistema di vigilanza, che coinvolge – con distinte competenze – altre Istituzioni. In tale ambito, la funzione dell’Autorità è volta a rafforzare la complessiva efficacia dell’azione di controllo sulla gestione finanziaria degli enti e sulla relativa composizione dei patrimoni, grazie alle competenze tecniche altamente specialistiche maturate nella vigilanza esercitata anche a tutela del risparmio previdenziale complementare”.

Ed infatti il Presidente Padula evidenzia come “Un discorso a parte meritano gli enti di previdenza di base privati. Oltre alla periodica attività di referto ai Ministeri del lavoro e dell’economia sulla complessiva composizione delle attività detenute, sulla politica di investimento, sul processo di impiego delle risorse e sul sistema di controllo della gestione finanziaria di ciascuno dei 20 enti di previdenza di base privati, la COVIP è stata, nel 2015, significativamente impegnata in diversi approfondimenti condotti su specifici aspetti della gestione degli enti, anche attraverso iniziative di carattere ispettivo. In tale ambito è stata posta particolare attenzione alla correttezza e linearità del processo decisionale seguito nelle scelte di investimento, al ruolo svolto dagli advisor, ai sistemi di controllo della gestione finanziaria, oltre che alla verifica di specifiche operazioni poste in essere. Ulteriori analisi istruttorie sono state poi condotte per rispondere alle richieste di valutazione formulate dai Ministeri vigilanti, sia nell’ambito dei procedimenti di approvazione dei regolamenti adottati dalle casse in materia di investimento delle risorse, sia con riguardo a specifiche iniziative aventi natura di investimento finanziario”.

E dagli investimenti e i relativi controlli ai dati che Covip pubblica, elencando solo quelli “più rilevanti”.

“Alla fine del 2014, le attività complessivamente detenute ammontano, a valori di mercato, a 72 miliardi di euro. La quota più cospicua delle attività è investita in titoli di debito, pari a circa 22 miliardi di euro (corrispondenti a oltre il 30 per cento del totale); di questi il 70 per cento è costituito da titoli governativi. La composizione delle attività detenute continua tuttavia a caratterizzarsi per la cospicua presenza di investimenti immobiliari, che, seppur in diminuzione (di 3,2 punti percentuali rispetto a fine 2013 e di 6 punti percentuali rispetto a fine 2012), si attestano complessivamente a 19 miliardi di euro, corrispondenti a oltre il 26 per cento degli attivi. Gli investimenti nell’economia italiana superano quelli effettuati all’estero; i primi ammontano a 33 miliardi di euro, pari a circa il 46 per cento delle attività totali, mentre i secondi si attestano a poco più di 25 miliardi di euro, corrispondenti a circa il 35 per cento delle attività totali (nel riparto non sono stati conteggiati la liquidità, le polizze assicurative e i crediti contributivi). Con riguardo alla composizione degli investimenti domestici, la quota più rilevante è rappresentata dall’immobiliare, seguita dai titoli di Stato; gli investimenti in titoli emessi da imprese italiane sono invece limitati: ammontano a 2,6 miliardi di euro, meno del 4 per cento delle attività totali, di cui 1,1 miliardi sono titoli di natura obbligazionaria e 1,5 miliardi di natura azionaria.

E dai dati alla governance anche questa “investigata” dalla Covip : “Sotto il profilo della governance in materia di investimenti, gli assetti si presentano variamente articolati, in funzione della dimensione delle attività detenute e della complessità della politica di investimento perseguita. L’azione della COVIP in questi anni è stata comunque di stimolo al miglioramento delle prassi adottate dagli enti, nella direzione di un progressivo accrescimento qualitativo della governance degli stessi”.

Ed ancora…. “Sul versante della governance e della relativa capacità di innovazione delle politiche di investimento, tanto i fondi pensione quanto le casse professionali devono compiere un ulteriore sforzo nella direzione dell’efficienza. L’Autorità si è fatta promotrice presso i Ministeri vigilanti di una proposta finalizzata ad una più adeguata procedimentalizzazione dell’attività di controllo, che sia anche utile a sostenere processi di miglioramento della governance degli enti e favorire una più adeguata gestione del patrimonio degli stessi, anche nell’ottica di una diversificazione degli impieghi che possa agevolare un maggior apporto verso l’economia reale, rafforzando l’equilibrio economico-finanziario e dunque la tutela del risparmio previdenziale obbligatorio degli iscritti alle casse professionali”.

Risorse ed investimenti che fanno dire al Presidente Padula: “I fondi pensione e le casse professionali, quali investitori istituzionali, svolgono dunque un ruolo di assoluta rilevanza”.