La tessera professionale europea compie un anno E’ tempo di bilanci

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La Tessera professionale europea spegne le sue prime candeline e il nostro Paese porta a casa un segno più. Secondo i dati del Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio – Coordinamento IMI (aggiornati al 10 gennaio 2017), infatti, l’Italia ha già rilasciato 161 tessere, su un totale di 553 richieste, ricevute e risulta essere prima come Stato membro di origine delle richieste della tessera, quarta come Stato membro ospitante.

“La Tessera rappresenta un caso di successo europeo – spiega Diana Agosti, Capo Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio – e dimostra l’efficace cooperazione tra Commissione europea e Stati Membri. La Tessera favorisce una maggiore mobilità dei lavoratori all’interno del mercato unico e più mobilità significa maggiori opportunità per i cittadini europei”.

La Tessera professionale europea è stata, infatti, studiata e varata per facilitare il trasferimento sia ai professionisti europei che intendono lavorare in Italia sia ai colleghi italiani che intendono esercitare in un altro Paese europeo. Una card elettronica che contiene tutti i dati del professionista, sia anagrafici sia curriculari.

Attualmente, la Tessera riguarda cinque professioni: infermiere, farmacista, fisioterapista, guida alpina e agente immobiliare. Nel nostro Paese, i professionisti del settore sanitario (infermieri, fisioterapisti e farmacisti) hanno presentato complessivamente il 70% circa delle richieste di rilascio della Tessera, rispettivamente con 143, 180 e 81 istanze.

E sempre per dare i numeri, sono 106 quelle in fase di lavorazione – accettazione della domanda, attesa documentazione, completamento della procedura di validazione – mentre 286, pari al 52% circa, sono quelle che non è stato possibile accogliere perché ritirate dal professionista, rigettate, rifiutate, revocate-sospese dai valutatori nazionali, oppure chiuse per mancanza di documentazione.

E dalle note positive passiamo alle note dolenti. Già perché, oltre il 56% dei casi di mancato rilascio della tessera (161) è stato determinato dalla scarsa “familiarizzazione con il nuovo strumento”.

La Tessera ha, infatti, una forte componente innovativa proprio perché non è una “carta fisica” ma una procedura elettronica complicata.