Commissione Europea: Il Pilastro europeo per i diritti sociali è realtà

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Il Presidente Juncker ha presentato mercoledì 26 marzo il nuovo Pilastro europeo dei diritti sociali, frutto di un lavoro preparatorio durato un anno e mezzo che ha visto coinvolti istituzioni, cittadini, parti sociali, società civile.

Tra la proposta originaria di Pilastro, dell’8 marzo 2016, e la Raccomandazione appena pubblicata (C(2017)2600 final), la lunga consultazione pubblica voluta dalla Commissione che ha comportato la revisione e sistematizzazione delle tre categorie e dei venti ambiti di intervento prioritari del Pilastro che ne rappresentano principi e diritti. Sia le categorie che i principi e diritti che costituiscono l’ossatura del Pilastro sono contenuti nei Trattati dell’Unione, da quello costitutivo a quello sul funzionamento dell’UE sino alla Carta dei Diritti Fondamentali, e poggiano sul principio fondamentale sancito nell’art. 3 del TUE che prevede che l’Unione promuove il benessere dei propri cittadini e lo sviluppo sostenibile fondati su un’economia sociale di mercato altamente competitiva, volta alla piena occupazione e al progresso sociale.

L’Unione europea, infatti, pur nelle differenze interne tra paese e paese rappresenta il sistema di welfare più avanzato al mondo e, nell’ottica delle istituzioni comunitarie deve continuare ad esserlo e favorire la convergenza verso standard elevati di tutti i paesi dell’Unione, a partire da quelli della zona euro che sono chiamati ad aderire sin da subito al Pilastro sociale.

La Raccomandazione riporta in premessa le tappe dello sviluppo dei diritti sociali nell’Unione, attraverso i principi sanciti dai Trattati e le politiche che ne caratterizzano l’attuazione, sulle quali operano alternativamente istituzioni europee o nazionali/regionali. Tali principi riguardano ad es.: la promozione del dialogo sociale, la libertà di movimento, il diritto di stabilimento, la parità di trattamento a parità di lavoro svolto per uomini e donne, i diritti fondamentali dei lavoratori, la protezione della sale nei luoghi di lavoro, ecc.

Al contempo, la Commissione premette all’enunciazione dei principi e diritti del Pilastro, la necessità che essi contribuiscano, tra l’altro, al completamento del Mercato unico europeo e dell’Unione economica e monetaria, al superamento delle sfide connesse alla globalizzazione, ai cambiamenti in atto nel mercato del lavoro, alla rivoluzione digitale, allo sviluppo demografico. Secondo la Commissione, la creazione di un Pilastro europeo dei diritti sociali dovrebbe essere parte di un sforzo complessivo volto a costruire un modello di crescita più inclusivo che favorisca l’aumento della competitività dell’UE, gli investimenti, la creazione di nuovo lavoro e la coesione sociale.

L’attuazione del Pilastro, come affermato al considerandum 18 della Raccomandazione, è una responsabilità condivisa tra Unione europea, Stati membri e parti sociali che dovrà essere esercitata secondo le rispettive competenze e nel rispetto del principio di sussidiarietà. Inoltre, come definito dal considerandum 19, è preservato il diritto degli Stati membri a definire i principi fondamentali dei rispettivi sistemi di protezione sociale affinché non si creino squilibri finanziari.

Nel dettaglio, le tre categorie riportano a ambiti di azione dove evidenti sono stati politiche e interventi negli ultimi anni, nello specifico: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro eque e protezione e inclusione sociali. Da notare che rispetto alla prima proposta di Pilastro sociale del marzo 2016, la terza categoria ha perso il criterio della “sostenibilità”, dunque del vincolo economico sulle politiche di protezione e inclusione.

Anche i principi e diritti raccolti nelle tre aree citate sono stati ampliamente rimodulati, riformulati e in alcuni casi soppressi a seguito dei risultati della Consultazione pubblica e delle richieste avanzate dal Parlamento europeo, dai comitati del Consiglio europeo, dalle rappresentanze delle parti sociali a livello europeo.

Questi i principi e diritti dell’area pari opportunità: educazione, formazione e apprendimento lungo tutto l’arco della vita, parità di genere, pari opportunità, sostegno attivo all’occupazione.

L’area condizioni di lavoro eque comprende i diritti e principi relativi a: l’occupazione sicura e adattabile, i salari, l’informazione sulle condizioni di lavoro e la protezione in caso di licenziamento, il dialogo sociale e coinvolgimento dei lavoratori, conciliazione lavoro – vita privata, ambienti di lavoro sicuri, sani e adattabili e protezione dei dati.

L’area dei diritti e principi inerenti la protezione e inclusione sociali comprende: servizi all’infanzia e sostegno ai bambini, protezione sociale, sussidi di disoccupazione, reddito minimo, reddito nell’età anziana e pensioni, assistenza sanitaria, inclusione delle persone disabili, cure di lungo periodo, alloggio e assistenza ai senzatetto, accesso ai servizi essenziali.

Alla Raccomandazione si accompagna la Comunicazione della Commissione (COM (2017) 250 final) che individua lo scenario politico e la natura legale del Pilastro, e ne disegna il percorso di attuazione dalla approvazione da parte delle istituzioni europee all’aggiornamento e completamento della normativa europea necessaria nonché alla sua migliore attuazione negli Stati membri, sino al sostegno al dialogo sociale e al monitoraggio dei progressi del Pilastro sociale negli Stati membri all’interno del Semestre europeo (coordinamento della politica economica), e all’individuazione delle risorse e fondi che dovrebbero sostenere le politiche connesse nei prossimi anni (Fondo sociale europeo, Fondo europeo per il sostegno ai non abbienti, Fondo europeo di contrasto alla globalizzazione).