Bilanci 2016 delle Casse di previdenza private e privatizzate. Il viaggio continua

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Continua il nostro “viaggio” all’interno dei Bilanci 2016 approvati dalle Casse di previdenza private e privatizzate. L’ultimo in ordine di tempo è quello dell’Eppi (l’Ente di previdenza ed assistenza dei periti industriali e dei periti industriali laureati) e i numeri, anche in questo caso, fotografano una Cassa in buona salute. Il patrimonio in crescita ha superato il miliardo di euro, l’avanzo economico è stato di 57,1 milioni.

Il presidente dell’Ente Valerio Bignami mette l’accento sull’essere riusciti a “conseguire un tasso di regolarizzazione di oltre il 40%, portando nelle casse dell’Eppi oltre 10 milioni in più rispetto all’anno precedente, esito che crea soddisfazione, anche perché favorirà l’ulteriore sviluppo di un welfare maggiormente adeguato ai tempi ed ai bisogni degli iscritti”.

Anche la Cassa degli Psicologi sottolinea gli interventi messi in campo sul welfare, 15,6 milioni di euro dedicati  a maternità, paternità, malattia e altri eventi come le calamità naturali. L’utile “portato a casa” è di 40,1 milioni di euro, un balzo in avanti che segna un +30,6% rispetto ai 30,7 milioni del 2015. Da sottolineare anche il risultato finanziario che è di 119,5 milioni di euro, in crescita del 9,2% rispetto ai 109,4 milioni di euro dello scorso anno, un patrimonio netto contabile a fine anno di 120 milioni e un patrimonio mobiliare e immobiliare investito di 1,15 miliardi di euro.

Dagli psicologi ai camici bianchi. La Fondazione Enpam ha chiuso il 2016 con un utile record superiore a 1,3 miliardi di euro e un patrimonio netto che ha raggiunto quota 18,4 miliardi (con un valore di mercato che sfiora i 20), in crescita del 7,2 per cento rispetto all’anno precedente. L’utile è aumentato di 307 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Gli 1,328 miliardi di euro in più a garanzia delle pensioni dei camici bianchi sono dati dalla somma di 996 milioni di euro di avanzo previdenziale e di 745 milioni di euro di proventi lordi della gestione patrimoniale, sottratti 269 milioni di oneri e ben 144 milioni di euro di imposte pagate allo Stato. Gli iscritti attivi sono saliti a 362.391 (+0,4%) mentre i pensionati sono diventati 105.721 (+4,45%). Nel 2016, la Fondazione ha registrato entrate contributive pari a 2,542 miliardi di euro, erogando nello stesso periodo prestazioni previdenziali e assistenziali per oltre 1,546 miliardi. A incidere sul fronte delle uscite è stato l’aumento dei pensionati che, come previsto dalla cosiddetta ‘gobba previdenziale’ presente e già scontata nei bilanci attuariali dell’Ente, saranno in crescita ancora per diversi anni.

“Questo – ha detto il Presidente della Fondazione, Alberto Oliveti – è un bilancio positivo sia nelle evidenze che nelle proiezioni, che corregge in meglio le previsioni elaborate dalla Fondazione e quelle appostate prudentemente nel bilancio tecnico che ha certificato la nostra sostenibilità. Siamo in vantaggio rispetto alla tabella di marcia e forti di questo risultato crediamo di aver esercitato bene la nostra missione. Insistiamo sulla volontà originaria del legislatore che ci privatizzò”.

“Vogliamo cioè che il patrimonio, fatto di contributi pagati dagli iscritti e accantonati a garanzia delle loro pensioni – ha spiegato il Presidente Oliveti – venga conteggiato quando veniamo sottoposti ai test di sostenibilità. Non ha senso costringere i medici e i dentisti a sacrifici irragionevoli, quando con i contributi già versati da loro stessi potremmo promuovere iniziative di welfare ancora migliori per la categoria”.

Avanzo d’esercizio di più di 8 milioni e 600.000 euro e un patrimonio netto giunto a 107 milioni, con un balzo in avanti del 6,72% dal 2015 al 2016, sono i numeri della Cassa dei Biologi.

“Il nostro è un Ente quasi tutto al femminile e giovane. 7 Biologi su 10 sono donne e il 59% ha un’età compresa tra i 30 e i 45 anni. La differenza tra entrata per contributi integrativi ed uscite per spese di amministrazione – spiega la Presidente Tiziana Stallone – registra un risparmio di 3 milioni 457.027 euro accantonato al fondo spese di amministrazione che, assieme ai maggiori rendimenti ottenuti dagli investimenti dell’Ente va a costituire, appunto, un ammontare di beni del valore di 107 milioni; tale fondo, inoltre, si alimenta degli utili d’esercizio che dopo l’accantonamento del 2016 ammonterà a circa 54,3 milioni”.

Un segno più anche per l’Ente presieduto da Luigi Pagliuca. La Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri chiude il 2016 con un risultato positivo di euro 31.6 milioni di euro al netto delle svalutazioni dell’attivo per complessivi euro 49,9 milioni (26, 4 per svalutazione delle immobilizzazioni finanziarie e 23,5 milioni a rettifica dei crediti iscritti nell’attivo circolante).

“L’esercizio conferma la tenuta del fondo grazie all’andamento positivo della gestione del patrimonio e al nuovo flusso di iscrizioni – ha evidenziato Pagliuca – in forza della disposizione che ha consentito l’iscrizione previdenziale degli esperti contabili”. Il risultato della gestione ha quindi mostrato un utile prima delle imposte pari a 52 milioni di euro con un carico fiscale di 20,4 milioni circa”.

“Le spese per prestazioni previdenziali hanno registrato un leggero incremento chiudendo a 227 milioni a fronte dei 226 registrati nell’anno precedente. I pensionati sono cresciuti di 230 unità alla fine del 2016 –  ha concluso il Presidente Pagliuca –  i pensionati in totale sono 8987 di cui 3719 ancora in attività. Questi dati mettono in evidenza il rallentamento della spesa previdenziale che era uno degli obiettivi della riforma del 2013”.