Casse, non solo previdenza. Enpam, dialogo con le Università e tutele ai futuri professionisti

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L’alternanza scuola-lavoro, i nuovi mercati, le ict e le new skills, la previdenza, l’assistenza e le nuove tutele: sono alcuni dei temi che hanno “caratterizzato” la comunicazione/informazione tra le Casse di previdenza e i propri iscritti negli ultimi tempi. Allargando, però, e questa è la novità, la platea degli interlocutori con quelli che saranno i futuri professionisti.

Complici alcuni atenei italiani che in quell’alternanza scuola-lavoro più volte auspicata dal Ministro Giuliano Poletti cominciano a crederci, consapevoli che in un mercato del lavoro sempre più competitivo è il cammino condiviso di tutti gli attori a fare la differenza. Soprattutto quando ci si interroga sui gap lavorativi, sull’entrata tardiva nel mondo del lavoro, sull’ adeguatezza delle prestazioni future, cercando soluzioni e risposte.

Come ha fatto l’Enpam , la Cassa di previdenza dei medici e degli odontoiatri.

La porta dell’Enpam, infatti, è stata aperta anche agli studenti del V e VI anno delle università italiane dalla legge di Stabilità approvata nel dicembre 2015. Da allora l’Enpam ha predisposto un regolamento per l’accesso della nuova categoria di iscritti, mentre si attende l’approvazione indispensabile da parte dei Ministeri vigilanti (Economia e Lavoro).

Dal momento in cui sarà possibile, gli studenti universitari dei corsi di Medicina e Odontoiatria che sceglieranno l’iscrizione anticipata potranno avere una storia previdenziale più lunga, oltre a godere da subito di tutti i diritti oggi previsti per gli iscritti della Fondazione Enpam: dalla possibilità di avere un mutuo per l’acquisto della propria casa a una copertura assistenziale in caso di calamità, oltre a tutte le coperture previste dal progetto genitorialità e, nel caso di un evento devastante che impedisca il prosieguo della carriera, un assegno di 15 mila euro annui e la reversibilità per la famiglia.

“In questo modo gli studenti entrano dalla porta principale in un sistema di previdenza e assistenza in evoluzione verso un sistema di welfare professionale integrato – ha detto Alberto Oliveti, presidente di Fondazione Enpam -.  “I corsi di studio di medicina e odontoiatria sono molto lunghi e impegnativi e gli studenti degli ultimi anni già di fatto svolgono attività professionalizzanti. Per questo è doveroso garantire loro le stesse tutele a cui hanno diritto i lavoratori. I futuri colleghi potranno entrare a far parte della famiglia professionale ed essere tutelati da subito”.

Un’apertura che ha raccolto, da parte degli studenti, molto interesse visto che al primo convegno nazionale dal titolo “Giovani e Previdenza: opportunità e scenari per il futuro della professione medica e odontoiatrica”, tenutosi a Chieti presso l’Università “Gabriele D’Annunzio”, lo scorso marzo, organizzato dagli stessi studenti,  hanno partecipato 250 giovani.

Il convegno si è aperto con l’intervento di Franco Pagano, consigliere d’amministrazione Enpam e presidente di Fondosanità che ha “raccontato” il funzionamento della Fondazione soffermandosi sul Programma Quadrifoglio, per poi affrontare il tema della previdenza complementare. “Il futuro si costruisce mattone su mattone – ha detto Pagano – ed è bene iniziare a progettarlo sin da subito”.

Al vice presidente vicario dell’Enpam, Giampiero Malagnino, il compito di spiegare i motivi che hanno spinto l’Enpam a dare il via ad un vero e proprio cambio di paradigma nel sistema previdenziale, decidendo di tutelare quelli che saranno i futuri medici o odontoiatri. “Il reddito dei professionisti – ha detto Malagnino – diventa previdenzialmente utile troppo tardi rispetto ad altri Paesi Europei, e cioè intorno ai 37/38 anni. Questo rende inevitabile porsi la questione dell’adeguatezza delle prestazioni future. Un aspetto sacrificato, a beneficio esclusivo del concetto di sostenibilità del sistema, che invece deve diventare il centro dell’agire della nostra generazione, ormai in uscita”.

“Quella di mio padre – ha detto ancora Malagnino – ha costruito una nazione intera a partire dal dopoguerra: noi non possiamo essere da meno, dobbiamo costruire un futuro che possa offrire ai nostri figli e a tutti i presenti, delle possibilità e delle opportunità concrete in un periodo storico difficile come quello che stiamo vivendo”.