AdEPP in audizione alla Commissione lavoro del Senato. Oliveti: “Bene il Ddl sull’equo compenso”

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“Condividiamo l’impostazione del Disegno di legge sull’equo compenso e sulla certezza della ricorrenza della prestazione professionale nella logica della responsabilità civile”, lo ha dichiarato il presidente dell’Adepp (Associazione degli Enti previdenziali privati e privatizzati) e dell’Enpam, Alberto Oliveti, durante l’audizione della Commissione Lavoro del Senato, che sta esaminando il provvedimento che mira a stabilire una equa remunerazione per servizi e prestazioni forniti dai liberi professionisti alla clientela.

“Abbiamo ricordato alla Commissione – ha aggiunto il Presidente AdEPP – che le indagini effettuate dalla nostra Associazione testimoniano un calo importante dei redditi degli iscritti negli ultimi dieci anni, pari quasi al 20%, con grossi ‘gap’ di carattere generazionale, perché i giovani guadagnano assai meno dei professionisti ‘maturi’, così come permane un divario di genere a scapito delle donne ed uno geografico, in cui il Sud è in ritardo, rispetto al resto del Paese: nella assenza di un equo compenso riscontriamo la genesi parziale di questi ‘gap’ reddituali”.

“Se riferiamo il gap geografico anche alla questione di genere – ha avvertito – vediamo che una professionista lombarda o del Trentino Alto Adige ha un reddito medio di 30mila euro, la professionista in Calabria di 10mila”.

“Il concetto dell’equo compenso – ha continuato Oliveti durante l’audizione – commisurato alla quantità e alla qualità della prestazione professionale credo sia un concetto sacrosanto e legittimo. Io continuo ad affermare che il deprezzamento porta alla dequalificazione”.

“In assenza di un concetto di equo compenso – ha detto Oliveti – si va  alla trattativa individuale ed è chiaro che chi è più giovane o più  debole ha un potere asimmetrico dal punto di vista negoziale. Definire minimi inderogabili della remunerazione di una prestazione professionale  ci sembra una cosa da condividere perché può evitare che soggetti deboli siano fragili anche di fronte alle richieste della committenza e accettino remunerazioni anche vicino allo zero”.