Pittella: “I nostri destini sono intrecciati. L’economia europea ha bisogno di un sistema previdenziale privato tonico e dinamico”

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Negli ultimi anni l’Europa è stata travolta da una crisi durissima. Crisi economica, crisi dell’euro, crisi dei migranti, uscita dal Regno Unito.

La Brexit è stata uno spartiacque. Dopo quel salto nel vuoto, i cittadini europei sono sempre più consapevoli dell’importanza del progetto europeo.

Bisogna sfruttare questo nuovo slancio.

Il 2017 e soprattutto il 2018 devono essere gli anni del rilancio europeo. Il nostro gruppo politico lavora per soddisfare questa richiesta di cambiamento. Noi sappiamo che saremo giudicati sulla nostra capacità di produrre risultati concreti.

Sul terreno sociale ci giochiamo parte della nostra credibilità perché un’Europa che non garantisce ad ogni cittadino gli stessi diritti sociali non ha futuro.

Per questo, il gruppo dei Socialisti e Democratici, che presiedo, si batte per l’istituzione di un Pilastro Europeo dei Dirittio Sociali. Perché in Europa ovunque possano applicarsi gli stessi diritti a tutti i lavoratori.

A novembre ci ritroveremo con i principali leader europei a Göteborg, in Svezia, per discutere della politica sociale dell’Unione.

Noi Socialisti e Democratici non accetteremo compromessi al ribasso; sosteniamo solo una politica sociale europea che alzi gli standard nazionali; che coordini e uniformi e che crei più diritti per i cittadini di tutte le età e di tutti gli stati.

Il tema della riforma del sistema pensionistico sarà uno dei principali banchi di prova per la politica sociale europea.

Cambiamenti epocali stanno trasformando la struttura demografica di questo continente. La speranza di vita aumenta ogni anno: l’aspettativa di vita alla nascita è di oltre 80 anni nell’Unione Europea, addirittura 83 anni in Italia. Abbiamo guadagnato 5-6 anni dal 1990 a oggi – l’Europa non ha mai avuto una popolazione tanta anziana. Vivere più a lungo è un cambiamento straordinario, un grande successo del welfare europeo e nazionale. Ma l’allungamento della vita crea anche una forte pressione sul sistema pensionsitico e previdenziale e ci impone importanti decisioni politiche.

Grandi questioni si pongono di fronte a noi.

Garantire la sostenibilità del sistema previdenziale, la possibilità cioè di garantire a tutti una pensione decente che sia però in linea con i contributi versati come propone la Commissione europea.

La solidarietà tra gnerazioni. Dobbiamo assicurare una pensione dignitosa ai tanti cittadini della mia generzione, che hanno lavorato quarant’anni e si avvicinano finalmente ai meritati anni di riposo, ma anche per i giovani, che troppo spesso  non reiscono a trovare un lavoro e tanto meno a pagare i contributi per la loro – lontana – pensione.

Per affrontare queste grandi questioni c’è bisogno del contributo di tutti gli enti previdenziali.

I sistemi previdenziali privati sono un pilastro centrale del nostro welfare. Nell’ultimo decenno abbiamo assistito ad una diffusione di queste forme di previdenza. Se fino a vent’anni fa i sistemi di previdenza si appoggiavano quasi solo sui sistemi pubblici, ora le cose sono cambiate.

Forti Stati sociali per essere efficienti hanno bisogno di sistemi previdenziali privati. Questa è la lezione che viene da paesi come la Danimarca e i Paesi Bassi. Un sistema previdenziale privato efficiente unito ad una solida base pubblica è una garanzia di qualità per il nostro welfare.

Di fronte a questo contesto, chi ha responsabilità pubbliche deve prendere di petto due sfide cruciali.

La prima sfida è quella della sicurezza.

I percorsi lavorativi individuali sono oggi condizionati da un mercato del lavoro sempre più flessibile: oggi chiediamo che una persona si formi, poi lavori, poi magari si debba formare di nuovo dopo aver perso un lavoro, e se è fortunato, lo ritrova…. e così ripete questa fase di instabilità e incertezza diverse volte nella propria vita. Dobbiamo lavorare per dare più sicurezza esistenziale ai lavoratori; insieme a voi, è un nostro dovere creare un sistema di previdenza sociale flessibile, che dia sostegno alle famiglie in fasi diverse della loro vita, e che preveda l’alternanza di periodi in cui i contributi sono versati, con periodi in cui i contributi sono elargiti ai lavoratori.

La seconda sfida è quella della crescita. Nessun sistema sociale è davvero sostenibile se non sostenuto da un tasso di crescita importante. E qui vengo al tema che affrontate nello studio che presentate qui a Capri: gli investimenti.

In Europa c’è una carenza di investimenti. Il mio gruppo politico nel 2014 condizionò il suo sostegno alla Commissione Juncker al piano di investimenti che poi effettivamente la Commissione lanciò. Due settimane fa, è stato approvato un prolungamento del Piano di investimenti. E’ un fatto positivo ma non è sufficiente. Dobbiamo agire alla base, liberando gli investimenti degli stati membri e per fare questo dobbiamo ripensare il Fiscal Compact. Il paregiio di bilancio non può essere un dogma.

Parlo di politica di bilancio non per fare retorica ma perché questo tema riguarda tutti noi.

Non potendo usare appieno la politica di bilancio, oggi il sostegno all’economia europea si fonda quasi esclusivamente sull’azione della Bce che ha azzerato i tassi di interesse.

Ma l’azzeramento dei tassi di interesse ha avuto anche degli effetti negativi in quanto ha ridotto la redditività di molti invetimenti finanziari, primi tra tutti quelli dei fondi pensione che oggi si sentono sotto pressione perché devono assicurare rendimenti elevati in un contesto difficile, di tassi bassissimi. Voi conoscete bene queste difficoltà perché le vivete ogni giorno.

Puntare di nuovo sulla politica di bilancio ridurrebbe la pressione nei vostri confronti e permetterebbe all’economia di funzionare meglio, di liberare risorse, di avere tassi di interesse più sostenibili per dare anche a voi la possibilità di realizzare rendimenti più alti che poi potreste riversare sulle pensioni dei vostri clienti.

Insomma, i nostri destini sono intrecciati. L’economia europea ha bisogno di un sistema previdenziale privato tonico e dinamico per rispondere con successo alle sfide del futuro.