Gender Gap. La ricerca del Global forum lancia l’allarme “In Italia il divario aumenta”

576

Lo aveva sottolineato un anno fa il Presidente Oliveti nella presentazione del rapporto annuale AdEPP: il pay gender gap è una realtà allarmante. Le donne guadagnano in media il 50% in meno degli uomini con punte che sfiorano il 70%. Ma non solo. Due terzi delle donne, dopo aver avuto un figlio, non recuperano il reddito professionale che avevano, una su sette l’azzera e il il 15% esce temporaneamente o definitivamente dal mondo professionale.

Oggi è lo studio targato World Economic Forum dal titolo “Global Gender Gap Report 2017” (in allegato) a portare all’attenzione dei media e dei decisori politici il problema o meglio i problemi legati al genere: Il 61,5% delle donne che lavorano in Italia non vengono pagate o non adeguatamente, contro il 22,9% degli uomini.

Eppure, ogni giorno, una donna lavora 512 minuti contro i 453 di un suo collega.

E se diamo uno sguardo alla classifica, non solo l’Italia è all’82esimo posto su 144 totali in fatto di uguaglianza di genere ma è al 90 esimo posto come partecipazione alla forza lavoro e al 103esimo per salario percepito. Per quanto riguarda l’istruzione, siamo scesi dal 27esimo posto del 2006 al 60esimo: ci sono più bambine che bambini che non vanno a scuola, e anche nell’uso di Internet c’è uno scarto a vantaggio del mondo maschile.

Eppure, solo l’anno scorso eravamo in 50esima posizione e nel 2015 sul gradino 41.

Cosa è successo? Per l’Italia il principale motivo dell’arretramento sta nel maggiore divario nella rappresentanza politica, passando dal 25esimo posto del 2016 al 46esimo di quest’anno. Troppe poche donne al governo (29esima posizione da decima nel 2016). Nella salute, il divario, pur restando minimo, si è un po’ allargato rispetto al 2016 ed è bastato a far precipitare l’Italia dalla 77esima alla 123esima posizione. Tra i dati spicca quello dell’attesa di vita in salute, che per le donne è calata a 73,7 anni dai 74 anni del 2016, mentre per gli uomini è salita a 71,8 anni da 71.

Alla voce “istruzione” il gap è apparentemente quasi chiuso, ma alcuni campi restano di appannaggio maschile, come l’Information and Communication Technology dove le donne sono una minima frazione dei laureati. La situazione è pesante soprattutto in termini di opportunità nella vita economica, settore che vede l’Italia al 118esimo posto (dal 117esimo dello scorso anno), legato alle disparità a carico delle donne nella partecipazione alla forza lavoro (89esimo posto), nei salari (126esimo) e nel reddito (103esimo). Tra i lavoratori scoraggiati, cioè che non cercano neppure un’occupazione, il 60,5% sono donne. 

E il Word Economic Forum si spinge oltre fino a ipotizzare i tempi necessari per colmare il gender gap, politiche ed economie permettendo: al tasso attuale di progresso, il divario globale di genere globale può essere chiuso in 61 anni in Europa occidentale, 62 anni in Asia meridionale, 79 anni in America Latina e nei Caraibi, 102 anni nell’Africa sub-sahariana, 128 anni in Europa orientale e Asia centrale, 157 anni in Medio Oriente e Nord Africa, 161 anni in Asia Orientale e Pacifico, e 168 anni in Nord America.