Il lento ritorno alla normalità. “Professionisti e giovani più ottimisti”

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Nel capitolo dal titolo “Il Futuro dell’economia, personale e globale” della ricerca, presentata martedì scorso, durante la 93esima Giornata Mondiale del Risparmio, l’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio italiane sottolinea come la situazione che si delinea nel 2017 indichi un “lento ritorno alla normalità”.

“La ripresa da tanto tempo attesa è finalmente arrivata – ha detto il Presidente Acri, Giuseppe Guzzetti, durante il suo intervento – e si sta gradualmente consolidando non solo in Europa ma anche e soprattutto in Italia, che così può lasciarsi alle spalle il peggiore decennio dalla fine del secondo conflitto mondiale. Negli ultimi mesi le indicazioni positive sono divenute sempre più numerose lasciando intravedere un consuntivo favorevole per l’anno in corso e autorizzando aspettative moderatamente positive anche per il prossimo anno. Il rialzo del rating da parte di Standard and Poor’s è una conferma della ripresa e della fiducia che l’Italia sta riacquistando sul piano internazionale grazie all’azione del Governo”.

Secondo l’Acri, infatti “paura e preoccupazioni, pur ancora presenti, stanno lasciando spazio a un atteggiamento più tranquillo e fiducioso nel futuro. La percezione della crisi, per la prima volta, sembra attenuarsi, cosa che si riverbera su una maggiore propensione al consumo, anche a scapito del risparmio. Peraltro, permangono forti differenze, soprattutto territoriali: mentre nel Nord Ovest si registrano i principali segni di ritornata fiducia, nel Sud sono poco presenti, quando non del tutto assenti. Inoltre la propensione al risparmio pare ancora molto inibita dalla diffidenza verso regole e comportamenti volti a tutelarlo, che rendono molti italiani insicuri quando si tratta di scegliere una destinazione per i propri risparmi”.

E anche se la crisi è tuttora percepita come grave dall’83% degli italiani e la fine del tunnel appare ancora lontana, la fiducia sembra tornare a splendere. Ed infatti riguardo alla situazione economica delle famiglie il quadro è in deciso miglioramento. Riprende il trend positivo che si era interrotto lo scorso anno: il numero di famiglie colpite direttamente sono meno di 1 su 5 (19% nel 2017, erano il 28% nel 2016), ossia scendono di 9 punti.

Quindi l’Associazione non può che sottolineare da parte delle famiglie “un netto miglioramento in termini di soddisfazione rispetto alla propria situazione economica, che torna ai massimi del periodo post-Euro. Oggi i soddisfatti superano gli insoddisfatti (il 56% della popolazione è soddisfatto, il 44% è insoddisfatto), con un incremento di 5 punti percentuali rispetto al 2016. Da un’attenta analisi emerge, però, un’Italia divisa: il miglioramento è concentrato nel Nord, soprattutto nel Nord-Ovest (oggi c’è il 69% di soddisfatti, 16 punti in più del 2016, mentre nel Nord-Est i soddisfatti sono il 64%, 6 punti in più del 2016). Il Centro e il Sud invece arretrano lievemente (-3 punti percentuali), dove i soddisfatti sono il 52% al Centro e il 43% al Sud.”

Il miglioramento del Nord nel 2017 è legato anche al fatto che coloro che hanno incrementato la soddisfazione rispetto al passato sono quelli che hanno professioni direttive (imprenditori, manager, quadri, commercianti, professionisti): in un anno guadagnano oltre 11 punti percentuali, e 2 su 3 sono soddisfatti della propria situazione

Guardando al futuro, il numero dei fiduciosi sul miglioramento della propria situazione personale è nettamente superiore a quello degli sfiduciati (12% gli sfiduciati, 22% i fiduciosi, saldo +10 a favore di questi ultimi) ed è stabile rispetto al 2016 (il saldo era sempre +10).

Rispetto alla propria situazione personale si conferma il forte recupero di fiducia presso i giovani (18-30 anni): il saldo tra ottimisti e pessimisti (+18) è nettamente più positivo della media, anche se meno dello scorso anno (+26).

Gli individui fra i 31 e i 44 anni mostrano un grande recupero di fiducia, specie rispetto agli ultimi anni, con un saldo positivo superiore alla media della popolazione (+19) e un aumento di 9 punti rispetto al 2016 (era +10).

Gli italiani tra i 45 e i 64 anni si mostrano ottimisti (saldo +7) in linea con lo scorso anno (+6).

Gli over 65, dopo un’ampia ripresa nel 2015, tornano ad esprimersi più negativamente che positivamente (saldo -6) circa il proprio futuro, peggiorando il saldo del 2016 (-3).

Un ultimo dato (la ricerca completa è in allegato) ci dice che “cresce la percentuale di coloro che preferiscono godersi la vita senza pensare a risparmiare: sono il 12% (come nei livelli pre-crisi), in aumento rispetto al 2016 (11%) a al 2015 (9%)”.

La ripresa italiana non è solo il frutto di favorevoli circostanze esterne. In questi anni difficili – ha concluso Guzzettiil nostro Paese ha finalmente aggredito alcune storiche criticità. Adesso che la macchina economico-produttiva si è rimessa in moto dobbiamo ridimensionare l’attenzione che rivolgiamo alle problematiche di breve periodo e mettere meglio a fuoco come plasmare il futuro del nostro Paese. Per cogliere appieno le possibilità di questa fase è necessario che, senza aprire varchi al lassismo nel campo della finanza pubblica o abbandonare la linea delle riforme di struttura, il rigore di Bruxelles lasci spazio a contestuali scelte di sostegno della domanda aggregata”.