Report AdEPP. Le conclusioni del Presidente Oliveti

546

“Noi crediamo di gestire oculatamente i soldi dei nostri iscritti, crediamo di farlo in maniera trasparente e i numeri contenuti nel report che oggi abbiamo presentato ne sono la testimonianza. Abbiamo idee e progetti che condividiamo, avendo anche il coraggio di sostenerli”, così il Presidente dell’AdEPP, Alberto Oliveti, durante la giornata conclusiva della presentazione del 7° Rapporto annuale dell’Associazione. .

Abbiamo presentato un Report che non nasconde i problemi, che sottolinea le cose positive senza tralasciare le criticità che emergono – ha detto Oliveti – dovute a un cambiamento legato alla demografia, all’economia, ma anche all’evoluzione tecnologica della intelligenza artificiale che rischia di avere impatti notevoli sulle entrate contributive. Noi abbiamo la responsabilità di governare l’universo che rappresentiamo con la chiarezza degli obiettivi da raggiungere e la conoscenza dei fattori contestuali che influenzeranno le decisioni e le scelte su quali strade percorrere e quali soluzioni intraprendere”.

Il Presidente ha voluto poi denunciare le fake news che interessano tutto il Sistema delle Casse di previdenza private, elencandole una ad una.

“La prima notizia falsa – ha sottolineato il Presidente dell’AdEPP – riguarda l’Inpdai. L’Istituto Nazionale Previdenza per i Dirigenti di Aziende Industriali non fa parte del perimetro delle Casse di previdenza privatizzate, non ne ha fatto mai parte. Quando qualcuno, sulle criticità vere o presunte delle Casse, scrive “i dirigenti di azienda sono falliti” sta parlando di un ente che non rientra nel perimetro AdEPP. Possiamo affermare invece che mai alcuna Cassa della 509 e delle 103 sia fallita.”

“Altra fake news: Le Casse non vogliono la vigilanza e il controllo. Non è così. Noi vogliamo che il controllo e la vigilanza sia coerente con la missione che ci è stata assegnata. Noi dobbiamo pagare pensioni ed assistenza quindi la nostra missione è una finalità pubblica di rango costituzionale. Dobbiamo esercitarla con mezzi privati, il controllo e la vigilanza devono essere finalizzate ad appurare che si eserciti correttamente. Chiediamo autonomia gestionale, contabile e amministrativa, come previsto nelle leggi di privatizzazione, e, nell’esercizio finanziario economico attuariale, di avere quell’autonomia di mezzi necessari a perseguire la finalità pubblica richiestaci”.

Chiarezza, chiede il Presidente Oliveti, anche quando si affronta il tema della tassazione e della defiscalizzazione

Noi non subiamo una doppia tassazione ma una tripla tassazione. Siamo tassati come cittadini, come privati e come pubblici. Siamo tassati come privati, come fossimo una normale azienda speculativa, ma non possiamo scaricare l’IVA perché abbiamo una finalità pubblica. Siamo tassati come Pubblica amministrazione, in quanto inseriti nell’elenco Istat, e quindi soggetti al pagamento della spending review. Quest’anno abbiamo pagato oltre 500 milioni di tasse. 365milioni di euro solo sulle attività di investimento finanziario delle Casse, 1milione al giorno. Quel milione al giorno potrebbe essere usato per ampliare l’assistenza strategica che già mettiamo in campo e reggere l’impatto dei cambiamenti in atto sull’intero sistema. Comprendiamo tutti che la situazione del Paese è critica e che parlare di defiscalizzazione zero sia un obiettivo non perseguibile, ma è importante delineare un quadro temporale, considerarla una situazione transitoria”.

E’ necessario – spiega Oliveti – che le norme non si traducano solo in una dichiarazione d’intenti”.

E spiega “Il precedente credito di imposta che abbassava la tassazione sui patrimoni investiti in economia reale dal 26% al 20% ci ha fatto risparmiare 30milioni di euro. La norma è stata abolita. E’ stata, di contro, approvata una nuova norma, entrata in vigore lo scorso 1 gennaio, sempre riguardante lo defiscalizzazione in investimenti in economia reale molto vincolante. L’azzeramento fiscale per il 5% dei patrimoni investiti nel sistema paese riguarda solo nuovi investimenti che dovranno rimanere bloccati per 5 anni. Nessun quindi effetto immediato, come ottenuto con il credito d’imposta, e futuri rendimenti non prevedibili trattandosi di un arco temporale di 5 anni. Una buona norma che per noi si è rivelata peggiorativa rispetto al credito d’imposta e che di fatto ci fa riscontrare un saldo negativo di trenta milioni”.

Il Presidente dell’AdEPP affronta poi il tema del Decreto sugli investimenti del quale più volte ne è stata annunciata l’imminente pubblicazione, oggi ancora in stand by.

Non siamo stati noi ad evitarne la pubblicazione – sottolinea Oliveti – non abbiamo il potere di bloccare il Parlamento. Se lo avessimo avuto probabilmente questo regime di tassazione che non ha eguali in Europa non esisterebbe. In quel decreto ci sono norme coerenti in tema di conflitti di interesse, di correttezza degli investimenti, di banca depositaria, che abbiamo assunte nel nostro codice di auto regolamentazione. Nel codice approvato si evidenzia la scelta di seguire i principi di prudenzialità, trasparenza, redditività, competenza, congruità, ottimizzazione della combinazione redditività-rischio, adeguata diversificazione del portafoglio, efficiente gestione finalizzata a ottimizzare i risultati e ridurre i costi. Nel decreto noi troviamo tetti, vincoli, limiti con i quali dovremmo affrontare un mercato aperto che non fa prigionieri. I criteri di capacità di governance e di i gestire il rischio ante e post contenuti nel nostro codice di autoregolamentazione sono loro stessi comprensivi di eventuali tetti, vincoli, limiti. Noi abbiamo una visione positiva sugli investimenti, moderna perché è una visione responsabile, autonoma, coerente con le migliori evidenze”.