Bilancio Ue. Juncker ““un piano pragmatico su come fare di più con meno”

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Il 2 maggio la Commissione ha adottato il primo pacchetto di misure del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027, il primo dell’Unione a 27.  Nel prossimo settennio sono previsti impegni per 1.135 miliardi di euro (prezzi 2018) pari a 1.11% del reddito nazionale lordo dell’UE a 27, corrispondenti a 1.105 miliardi di euro di pagamenti (prezzi 2018). La proposta di bilancio pluriennale è frutto di consultazioni con il Parlamento europeo, con i governi e i parlamenti degli Stati membri, con i beneficiari dei finanziamenti eurooei e con gli altri stakeholder (la Commissione ha ricevuto più di 11mila risposte alle consultazioni pubbliche promosse nel corso degli ultimi sei mesi).

Obiettivo dell’attuale Presidenza della Commissione è giungere a un accordo sul bilancio pluriennale entro le elezioni del Parlamento europeo del prossimo anno. Juncker ha dichiarato che la Commissione ha presentato “un piano pragmatico su come fare di più con meno” e ha conferma di ciò ha aggiunto che la fase di ripresa economica pur offrendo “un margine di manovra, non mette al riparo dalla necessità di operare  risparmi  in alcuni settori. Garantiremo una sana gestione finanziaria mediante il finora inedito meccanismo per lo Stato di diritto”.

Tra gli elementi più significativi del nuovo bilancio pluriennale, che risente come noto dell’uscita del Regno Unito dall’UE, si segnalano: l’integrazione delle risorse del Fondo europeo di sviluppo (cooperazione allo sviluppo) – che faceva voce a sè nelle passate programmazioni; la scelta di settori di investimento prioritari connessi alle linee di sviluppo individuate dalla Commissione nel discorso sullo stato dell’Unione del 2016; la riduzione e il riorientamento di alcune voci di bilancio che pur perdendo consistenti risorse saranno, nell’ottica della Commissione, rese maggiormente efficaci. Secondo il Commissario al Bilancio Oettinger il valore aggiunto europeo è la vera novità della proposta presentata dalla Commissione “investire ancora di più nei settori in cui i singoli Stati non possono agire da soli o nei quali è più efficiente operare insieme, come nei campi della ricerca, della migrazione, del controllo delle frontiere o della difesa”.

Dal lato della spesa, i settori in cui il bilancio pluriennale investirà nei prossimi 10 anni sono: ricerca e innovazione, giovani, economia digitale, gestione delle frontiere, sicurezza e difesa. Nel complesso ricerca e innovazione, con il settore digitale, aumentano congiuntamente del 64% con un programma ad hoc per l’Europa Digitale,  lo sviluppo di Intelligenza Artificiale, ecc. Per quanto riguarda i giovani il programma Erasmus+ e il Corpo europeo di solidarietà vengono rafforzati con un quasi raddoppiamento delle risorse (sono previsti 30 miliardi di euro di cui 700 milioni a sostegno della partecipazioe a Interrail). Per le nuove priorità sono state introdotte apposite voci di budget:  migrazioni e gestione delle frontiere (n.4), sicurezza e difesa (n.5).

I tagli più consistenti saranno operati, come ampiamente anticipato, nelle politiche più tradizionali  quali la PAC (politica agricola comune) e la politica di coesione, che perderanno rispettivamente il 5% e il 7% delle risorse. Queste ultime, secondo Oettinger, continuano ad essere finanziate ma con un restyling per contribuire fattivamente al conseguimento dei nuovi obiettivi e priorità politiche dell’Unione: per la politica di coesione, ad esempio, la proposta di bilancio propone un maggiore sostegno alle riforme strutturali e il supporto all’integrazione dei migranti nel lungo periodo. Per l’attribuzione delle risorse della politica di coesione è confermato il criterio del PIL pro capite ma accompagnato da altri indicatori sociali legati all’inclusione sociale, al cambiamento climatico e all’integrazione dei migranti. Il Fondo Sociale Europeo, con una dotazione di 100 miliardi, rappresenterà il 27% dell’intero ammontare dei Fondi per la Coesione, focalizzandosi su disoccupazione giovanile, formazione e riqualificazione dei lavoratori, inclusione sociale e lotta alla povertà.

Per il rafforzamento dell’Unione economica e monetaria sono stanziati 25 miliardi nel settennio (rubrica 2) al fine di sostenere l’attuazione delle riforme negli Stati membri.

Quanto al collegamento tra lo Stato di diritto e la sana gestione finanziaria, il nuovo meccanismo proposto dalla Commissione consentirebbe all’UE di sospendere, ridurre o restringere l’accesso ai finanziamenti dell’Unione in caso di mancato rispetto dello Stato di diritto da parte dei governi degli Stati membri. Tale meccanismo, che sarebbe volto anche ad aumentare l’efficacia della spesa, opererebbe in modo proporzionale alla natura, gravità e portata delle carenze rilevate nel mantenimento dello Stato di diritto da parte degli SM. In affiancamento a tale meccanismo, il bilancio propone di dare una maggiore evidenza ai valori di cittadinanza dell’Unione inseriti nella medesima voce di bilancio della politica di coesione (Coesione e valori, rubrica 2).

Nel concludere la conferenza stampa il Presidente Juncker ha detto che ora “la palla è nel campo del Parlamento europeo e del Consiglio” nella convinzione che “un accordo debba essere conseguito prima delle elezioni del prossimo Parlamento europeo”.

Nelle prossime settimane, la Commissione presenterà i vari regolamenti settoriali per l’analisi da parte del Parlamento e del Consiglio che dovrà deliberare in merito. La sfida è ambiziosa soprattutto se si considera quanto accaduto con l’attuale bilancio pluriennale, i cui negoziati protattisi nel tempo, hanno comportato forti ritardi nell’avvio del programmi di spesa e il rinvio di progetti che avrebbero potuto sostenere l’Unione nell’uscita più spedita dalla crisi stimolando la ripresa economica.

 

Link alla Comunicazione e ai principali testi: https://ec.europa.eu/commission/priorities/democratic-change/future-europe/eu-budget-future_en