Fuori Schengen…quanto ci costa?

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Si stima che il costo della non attuazione di Schengen per tutti i Paesi negli ultimi due anni sia compreso tra i 25 e i 50 miliardi di euro. Se tutti i Paesi reintroducessero in modo permanente i controlli alle frontiere, il costo in 10 anni si aggirerebbe tra i 100 e i 230 miliardi di euro. Secondo l’Istituto transnazionale (TNI), i Paesi europei hanno costruito più di 1200 chilometri di muri e frontiere per un costo di almeno 500 milioni di euro.

Ed è anche per questo che nella relazione sul funzionamento dell’area di libera circolazione, gli eurodeputati hanno lanciato un’allerta sullo stato del sistema Schengen, sottoposto a una “enorme pressione” .

“I governi nazionali hanno fatto di Schengen il capro espiatorio dei fallimenti delle politiche di sicurezza e della debolezza del sistema europeo comune di asilo. Eppure Schengen non è il problema, ma la soluzione”, ha dichiarato il relatore Carlos Coelho, deputato portoghese del Partito popolare europeo. Coelho avverte che fare della facile retorica contro la libera circolazione potrebbe distruggere il sistema Schengen, unico nel suo genere: “Se Schengen muore, l’Europa dei cittadini che abbiamo oggi svanirà”

 I controlli alle frontiere sono stati reintrodotti, in alcuni casi, come risposta al flusso di rifugiati verso l’UE del 2015 e dopo gli attacchi terroristici sul suolo europeo. Il flusso di migranti e richiedenti asilo è stato percepito come una minaccia alla sicurezza interna, inducendo gli stati membri maggiormente colpiti a utilizzare le disposizioni del codice frontiere   per introdurre i controlli alle frontiere interne. Queste misure sono state concepite per essere temporanee e eccezionali, ma sono passati due anni e ancora non è stato ristabilito il normale funzionamento del sistema.

“Le frontiere interne esistono ancora principalmente perché stiamo pagando il prezzo di problemi che vanno al di là di Schengen, come la politica di asilo”, ha spiegato Coelho. “Sembra sia facile far leva sulla paura dei cittadini. Questo è ciò che stanno facendo i populisti e gli stati membri non fanno nulla per fermarli”, ha continuato l’eurodeputato.

Attualmente sono sei i paesi che effettuano i controlli alle frontiere: Francia, Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia.

Gli eurodeputati hanno anche denunciato come i controlli alle frontiere ostacolino la libera circolazione di persone, merci e servizi in tutta l’UE. Sono infatti 1.7 milioni i lavoratori europei che tutti i giorni attraversano una frontiera per andare al lavoro.