Acri. Congresso approva le linee guida per i prossimi tre anni

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Considerato che la pesante crisi finanziaria ha messo a dura prova la tenuta economica e sociale del Paese e ha interrogato tutti gli attori pubblici e privati sull’esigenza di individuare nuovi modelli e percorsi in grado di assicurare una risposta efficace e sostenibile ai bisogni sociali tradizionali e nuovi dei cittadini e delle comunità, l’Acri sollecita con forza la prosecuzione del processo riformatore del Paese, affinché possano essere finalmente superate le complessità, le inefficienze e le lentezze che bloccano lo sviluppo economico e sociale e che comprimono le energie e il protagonismo dei cittadini, singoli e associati”, è quanto contenuto nella mozione che ha ricevuto il via libera unanime dei componenti del XXIV congresso nazionale delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di risparmio, tenutosi a Parma la scorsa settimana.

Un documento che contiene analisi e linee guida che caratterizzeranno, nei prossimi 3 anni, l’Associazione presieduta da Giuseppe Guzzetti (in allegato la sua relazione annuale)

“Nonostante i segnali di ripresa – si sottolinea nel documento –  permangono forti criticità e fragilità della macchina amministrativa e del sistema produttivo del Paese, che vincolano le possibilità di una stabilizzazione dei processi di sviluppo e di crescita economica e occupazionale, rendendo complessa la ricomposizione del tessuto sociale delle nostre comunità”.

Analisi che spinge l’Acri a chiedere “La rimozione dei vincoli normativi e fiscali che riducono il grado di competitività delle banche nazionali, rispetto a quelle europee, che favorisca il percorso di convergenza degli ordinamenti domestici nell’ambito del progressivo processo di creazione dell’Unione bancaria”.

E ad assumere alcuni impegni come “promuovere e proseguire nella realizzazione di iniziative comuni, anche nelle forme di impiego del patrimonio, finalizzate alla realizzazione di progetti di ampio respiro caratterizzati da una forte valenza istituzionale e facendo tesoro dell’esperienza del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che ha permesso di collaudare una positiva collaborazione pubblico-privato in ambito nazionale, affrontando uno dei bisogni emergenti del Paese in una logica di sussidiarietà e con la sperimentazione della leva fiscale dei crediti di imposta; sostenere le Fondazioni in difficoltà, promuovendo tra l’altro, sul piano nazionale, iniziative volte a incentivare fiscalmente interventi da parte di altre Fondazioni e, sul piano locale, l’azione di coordinamento e supporto svolto dalle Consulte/Associazioni territoriali; dare continuità al sostegno alla Fondazione con il Sud, per garantire le risorse economiche necessarie alla sua lodevole e positiva azione”.

E sul fronte europeo “fornire supporto all’azione che i due organismi associativi internazionali, lo European Foundation Centre (EFC) e il Donors and Foundations Networks in Europe (DAFNE), stanno conducendo congiuntamente, sollecitando le istituzioni europee a mettere in atto interventi volti a creare un ambiente normativo, fiscale e operativo favorevole all’attività delle Fondazioni nell’Unione europea”,