Censis. Anche nell’avvocatura aumentano le donne

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Sempre piu donne professioniste, sempre piu’ avvocatesse. Un trend che si conferma anche nell’ultima ricerca targata Censis presentata durante l’appuntamento annuale di Cassa forense.

I dati raccontano un sistema  che porta a casa anche sul fronte maschile un segno piu’ e alcune criticita’.

Calano, ad esempio, i 19enni che immaginano un percorso lavorativo nell’avvocatura, meno immatricolati, si riducono le lauree magistrali, si scelgono sempre meno i percorsi di studio lunghi.

Un’analisi in controtendenza rispetto ad  altre ricerche che spiegano l’entrata nel mercato del lavoro tardiva anche  nella scelta  di proseguire gli studi post laurea con master e corsi di specializzazione.

E non va meglio sul fronte redditi. La caduta non si arresta anche se gli studi attuariali sembrano delineare una leggera ripresa, lenta ma “positiva”. Piccoli segnali che dovrebbero, secondo lo studio, dare inizio a un nuovo trend positivo.

Ma veniamo ai dati.  Dati molto interessanti anche sugli aspetti legati alla transizione e all’innovazione: in particolare, sul tema molto dibattuto dell’esercizio della professione forense in forma societaria e sull’ingresso di soci non professionisti nelle società, il 36,5% degli intervistati ritiene che il socio non professionista, apportando capitale, possa condizionare ai suoi fini l’attività dei soci professionisti. Il 25,1% ritiene che il socio non professionista, apportando capitale possa allargare le opportunità per i soci professionisti.

Il 22,3% ritiene che la presenza nella società di un socio non professionista estenda in ogni caso il rischio del conflitto di interesse. L’8% circa, infine, ritiene sia che la clausola dei due terzi del capitale e del diritto di voto ai soci professionisti garantisca da eventuali interferenze e che la clausola della composizione dell’organo di gestione composto in maggioranza da professionisti garantisca da eventuali interferenze. Sulla condizione professionale debole di giovani, donne e professionisti delle regioni meridionali, la maggior parte degli intervistati (46,2%) ritiene opportuno pensare a forme più efficaci di redistribuzione delle opportunità, attraverso meccanismi di vantaggio delle componenti deboli.

Il dato sul grado di utilizzo dei servizi on line della Cassa Forense evidenzia che il 20,7% degli intervistati si collega almeno una volta al mese alla banca dati giuridica DatAvvocato. Il 17,% si collega almeno una volta al mese per la consultazione di moduli, guida previdenziale, normativa). Il 10,8% degli intervistati si collega almeno una volta al mese per consultare le convenzioni, il 9,9% per il servizio di informazioni, l’8,6% consulta il Portale Welfare ed il 3,1% per consultare il recente Portale Europa Cf Lab Europa, l’Osservatorio sulle opportunità europee a sostegno delle professioni.

In conclusione, il 59% dei soggetti intervistati si dichiara abbastanza soddisfatto dei servizi on line offerti da Cassa Forense.

“Dal rapporto Censis emerge la nuova percezione dell’avvocatura sull’avvio di una importante fase di transizione e di ripresa: inizia anche la sfida che deve tener conto delle mutate esigenze socio-economiche”, ha concluso Giorgio De Rita.