Il “Decreto Dignità”: cosa cambia per le imprese, i lavoratori ed i liberi professionisti

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Il Consiglio dei Ministri n. 8 del 2 luglio ha dato il via libera definitivo al c.d. “Decreto Dignità”, contenente una serie di provvedimenti urgenti, adottati con decreto legge, in materia di licenziamenti senza giusta causa, pubblicità nel gioco d’azzardo e strumenti presuntivi di reddito (come redditometro e spesometro). Provvedimento firmato il 13 luglio dal Capo dello Stato ed in attesa di pubblicazione in Gazzetta al momento dell’elaborazione della presente newsletter. Il decreto limita anzitutto l’utilizzo dei contratti di lavoro a tempo determinato, imponendo una durata non superiore a dodici mesi in assenza di specifiche causali; l’eventuale rinnovo sarà possibile esclusivamente a fronte di esigenze temporanee e limitate.

La possibilità di prorogare contratti a termine diminuisce dalle cinque volte previste dalla normativa attuale a quattro. Al fine di scoraggiare il ricorso a questo tipo di contrattazione, è inoltre previsto un aumento a carico dei datori di lavoro dello 0,5% sul contributo addizionale. Da dette misure sono escluse “le pubbliche amministrazioni”, intendendosi per la maggior parte degli interpreti gli enti pubblici contemplati nel d.lgs. 165/2001 (lo Stato, gli enti territoriali e le Aziende sanitarie), mentre vi è alcuno che addirittura ritiene che, per pubbliche amministrazioni, debbano intendersi tutti i soggetti che concorrono al bilancio consolidato dello Stato e previsti nel noto elenco Istat.

Misura severa anche contro i licenziamenti: in caso di licenziamento senza giusta causa, l’indennizzo per il lavoratore potrà arrivare fino a trentasei mensilità. A favore dei lavoratori e delle famiglie attuate le misure di semplificazione fiscale con la revisione del cosiddetto “redditometro”: il MEF, prima di utilizzare campioni e indici di capacità contributiva per stabilire la capacità reddituale di famiglie e persone fisiche, dovrà interfacciarsi con l’ISTAT e le associazioni dei consumatori; la collaborazione con detti istituti è finalizzata all’individuazione di una modalità operativa che non vada nei fatti a danneggiare i consumatori stessi, ma sia il più possibile idonea a punire gli evasori e l’economia sommersa.

Ulteriore misura prevista dal decreto è quella che colpisce le imprese che prima ricevono aiuti economici dallo Stato per sostenere le proprie attività e poi delocalizzano in Paesi extra U.E.; l’impresa beneficiaria dell’aiuto pubblico decade dal beneficio concesso e sarà sottoposta a sanzioni pecuniarie di importo da due a quattro volte quello del beneficio fruito. Il decreto vieta infine qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro.

“La proposta di Adepp”: riduzione della tassazione sulla parte degli investimenti destinata alla creazione di un Fondo di Solidarietà. Adepp, attraverso le parole sulla stampa del presidente Alberto Oliveti, ha ribadito l’esigenza di dare attuazione ad un piano di mutuo soccorso fra le Casse previdenziali private, prevedendo un Fondo di Solidarietà, che possa sostenere le Casse in caso di necessità. A tal fine è stato chiesto al Governo di prevedere la riduzione della tassazione (ora del 26%) sugli investimenti, cosicché ciascuna Cassa possa accantonare risorse per alimentare detto Fondo.