Mobilità europea per professionisti e micro-pmi: un progetto sperimentale

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Il progetto “MobiliseSME” (“Mobilities for professionals and qualified employees of MSMEs”) è stato cofinanziato dal programma Occupazione e innovazione sociale 2014-2020 dell’Unione europea (EaSI 2014-2020). Esso rappresenta un esempio concreto dell’efficacia del Programma EaSI nel finanziare progetti sperimentali innovativi. Il progetto è stato condotto dal CEA-PME (Federazione europea delle PMI) in 13 paesi europei con l’obiettivo di colmare un gap dei programmi di scambio co-finanziati dall’UE. L’inesistenza di programmi per la mobilità di lavoratori autonomi, professionisti e micro-pmi costituiti da più di due anni (in particolare le imprese sotto i quindici dipendenti) ha spinto il CEA-PME a proporre e realizzare un’azione pilota.

 

Questa si è inserita nel quadro regolamentare esistente (formazione per lavoratori distaccati, scambi di giovani al primo lavoro “Your first Eures Job”, scambi formativi per over 35 “Reactivate”, visite di studio di neo-imprenditori in “Erasmus giovani imprenditori”), sperimentandone l’estensione alle imprese di non recente costituzione. In questo modo professionisti, ditte individuali e mpmi dei paesi partecipanti hanno potuto cogliere l’opportunità di periodi di mobilità e scambio finalizzati all’aggiornamento e accrescimento delle competenze e alla creazione di reti professionali e imprenditoriali nell’UE.

 

Circa 400 imprese, soprattutto micro e PMI (59 sono ditte individuali), di 23 settori produttivi sono state inserite in un data base per il “match-making” creato dai membri del CEA-PME (per l’Italia CONFAPI). Sono state attuate 50 azioni di mobilità (scambi) della durata prevalente di 2 settimane (82%). Fondamentale per la riuscita del progetto la partecipazione delle Camere di commercio che hanno facilitato il matching, mentre le associazioni dei professionisti si sono dimostrate meno attive, pur essendo aperta la misura ai professionisti ufficialmente iscritti a ordini e albi nei rispettivi paesi. I professionisti erano rappresentati nel progetto dal Forum europeo dei professionisti indipendenti (EFIP un’associazione senza fini di lucro che rappresenta ca. 11 milioni di professionisti nell’UE).

 

L’azione è durata 21 mesi (da gennaio 2016 a settembre 2017) e ha previsto una fase di ricerca desk in venti paesi, 19 paesi membri più la Turchia, un’indagine on-line su 1300 imprenditori di micro e pmi, focus group in tredici paesi e l’azione pilota vera e propria con gli scambi di professionisti e impiegati di micro e pmi (da ottobre 2016 a giugno 2017). Dalla valutazione del progetto è emerso che la percezione dell’efficacia del matching sia tra gli “inviati” che tra gli “ospiti” è stata positiva per più del 90% dei datori di lavoro e per circa l’80% dei lavoratori. Molto sentita anche la dimensione del beneficio effettivo degli scambi per le conoscenze e competenze dei partecipanti (percepito come positivo da oltre il 50% di inviati e ospiti). Inoltre, da circa il 46% dei dipendenti è stata riferita l’impressione di poter migliorare la propria posizione in azienda, ma soprattutto di poter cercare un altro lavoro grazie alle nuove competenze acquisite o, più semplicemente, all’interesse nato per alcune attività e/o competenze e abilità conosciute nel corso dello scambio.

 

La Commissione europea è in procinto di organizzare un’“azione pilota 2” per allargare l’esperimento a tutti i paesi membri dell’UE e realizzare scambi di durata più ampia (fino a due mesi). S’intende verificare quale potrebbe essere l’apporto di un’iniziativa di questo tipo al miglioramento del mercato unico, all’efficacia della collaborazione transnazionale tra imprese, all’attuazione dell’Agenda per le competenze (mediante la formazione continua in mobilità), alla promozione del profilo internazionale delle imprese e delle competenze orizzontali nei lavoratori skilled e un-skilled. Nella fase pilota 2, la Commissione vorrebbe coinvolgere più liberi professionisti, attraverso l’adesione degli ordini e associazioni professionali dei vari paesi al partenariato di progetto, nonché i veri lavoratori autonomi (anche delle piattaforme condivise). In tal senso, una delle criticità del progetto è rappresentata dall’assenza nell’UE di una definizione univoca di “lavoro autonomo” che escluda i falsi lavoratori autonomi (bogus self-employment).

 

Maggiori notizie sul sito del progetto www.mobilisesme.eu