Riforma Ordine commercialisti. Anedda “Si affronti il tema delle tariffe minime e massime”

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“Nella direttiva 19/2018 viene ammessa la possibilità di inserire tariffe minime e massime nelle professioni, un’apertura di cui dobbiamo tenere conto nella riforma dell’ordinamento”, così il Presidente della Cassa dei dottori commercialisti, Walter Anedda, intervenendo all’assemblea, organizzata a Roma lo scorso 4 luglio, dal Consiglio nazionale e gli Ordini territoriali.

D’accordo il numero 1 del Consiglio nazionale, Massimo Miani. “Che si chiami equo compenso – ha detto Miani – oppure con altri nomi, l’argomento va trattato anche in considerazione delle remunerazioni forfettarie che buona parte della categoria è costretta a proporre al cliente, come diretta conseguenza dell’incremento degli adempimenti fiscali che si è attualmente chiamati ad eseguire”.

Tra le varie proposte discusse,  la durata del tirocinio che dovrebbe passare da 18 a 36 mesi di praticantato per allinearlo a quello dei revisori contabili , dando la possibilità di svolgere due anni di questa formazione durante il corso di laurea.

Per quanto riguarda l’esame di Stato viene proposta l’eliminazione della terza prova da sostituire con quella in materia di revisione prevista dal DM 63/2016, al fine di abrogare la quarta prova aggiuntiva introdotta per ottenere l’equipollenza con i revisori legali.

“La manutenzione della disciplina dell’ordinamento professionale – ha detto il Presidente Miani  – va avanti con il dialogo e con l’ascolto delle proposte. Inizieremo a discutere col governo ma per rivedere le norme potrebbe volerci anche un anno e mezzo”.

Tempi lunghi che lo stesso Miani, lanciando, un anno fa, la proposta di riforma e dando il via alla discussione aperta e condivisa, aveva previsto, così come la necessità di “un maggior coordinamento tra le nostre voci, serve fare squadra per raggiungere gli obiettivi politici che ci siamo dati. Un processo di rinnovamento che richiederà anni”.

Richiamo al quale aveva fatto prontamente eco il Presidente della Cassa di previdenza. “La nostra è una professione – aveva detto Anedda – che ha ancora tanti giovani, ma faticano a fare reddito e a guadagnare; perché la professione viva e cresca è necessaria la condivisione di un percorso tra Consiglio nazionale, Casse e associazioni di rappresentanza”.

Il percorso iniziato allora ha portato oggi a proposte concrete messe sul tavolo che riguardano la professione in tutte le sue sfaccettature: dalla messa in campo di una società di software fatta in casa alla gestione della fatturazione elettronica che entrerà in vigore il prossimo 1 gennaio 2019, partendo proprio da quella riforma che trova tutti d’accordo.