Schiavon, Enpapi. Professione infermieristica: criticità ed opportunità

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di Mario Schiavon

Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un forte sviluppo dell’esercizio in forma libero professionale della professione infermieristica.

Il mercato del lavoro, in continua evoluzione, offre oggi nuovi sbocchi professionali, non più legati solo alla centralità dei presidi ospedalieri, ma anche all’autonomia dei servizi territoriali, all’assistenza domiciliare ed a tante altre realtà che sempre più spesso richiedono la figura del libero professionista infermiere.

L’ampia libertà di azione derivante dalla possibilità di gestire in autonoma i tempi e le modalità di lavoro, la soddisfazione di svolgere un ruolo di primo piano nell’assistenza, nella cura e nei rapporti con il paziente, aprono una nuova prospettiva nel modo di concepire il mondo del lavoro e rendono la libera professione una vera e propria opportunità di crescita professionale.

Il mercato privato delle prestazioni infermieristiche è in enorme crescita, basti pensare che dal 2003 ad oggi gli iscritti all’Ente sono passati da 10.000 ad oltre 70.000 unità, ed anche le ultime indagini condotte dal Censis confermano l’aumento costante della domanda dei cittadini che si rivolgono ad un libero professionista e del valore delle prestazioni infermieristiche erogate a domicilio e/o sul territorio da infermieri professionali.

Dalle analisi del Censis emerge la rilevanza della funzione sociale svolta dalla professione in relazione ai bisogni dei cittadini. Una professione che ha l’esigenza di liberarsi del mito del posto pubblico, ancora molto forte, e che opportunamente supportata sul piano normativo, regolatorio e fiscale può beneficiare di una domanda elevata e di certo in espansione, garantendo una qualità delle prestazioni decisiva anche per la buona qualità della vita dei cittadini.

Ciononostante, la scelta di intraprendere la libera professione non è sempre così facile. All’interno del mercato continuano infatti a sussistere forti contraddizioni che conducono la libera professione infermieristica ad operare in condizioni economico-normative non ottimali: la presenza sul mercato di quegli intermediari che non essendo gestiti e costituiti da soggetti che esercitano la professione ragionano in un’ottica di mero profitto, adottando strategie che spesso contribuiscono alla dequalificazione della professione infermieristica; l’abolizione delle tariffe minime professionali, che con la complicità della crisi economica ha senz’altro agevolato la contrattazione dei compensi al ribasso; la forte crescita nei mercati dei servizi sanitari del sommerso e dell’esercizio abusivo della professione infermieristica; le difficoltà che riscontrano gli infermieri, in particolare i più giovani, nel fronteggiare la crisi occupazionale della professione; l’inadeguatezza della formazione professionale, che invece costituisce una garanzia di qualità ai fini della tutela della stessa professionalità.

Quanto al fenomeno dell’intermediazione tra il professionista e il cittadino, lo stesso Censis ha rilevato che nel mercato privato delle prestazioni infermieristiche per gli intermediari esiste uno spazio d’azione enorme, che conferisce loro un potere contrattuale decisivo.

Tuttavia, se per i cittadini l’intermediazione genera più benefici che costi, per gli infermieri è il contrario: se da un lato l’intermediario è per gli infermieri garanzia di reperimento di un portafoglio clienti, di abbattimento di tempi e costi di autopromozione e di gestione amministrativa, dall’altro è troppo penalizzante il taglio delle remunerazioni e le negative condizioni di lavoro.

I grandi operatori capaci di gestire quote elevate di scambi di prestazioni annue, contando sul valore legato ai grandi volumi, possono infatti puntare a ridurre i compensi professionali e, dunque, la remunerazione degli infermieri, ai quali comunque garantiscono le prestazioni da erogare.

È quindi evidente che sia necessaria una maggiore disciplina e vigilanza sugli intermediari, una definizione più rigorosa delle regole, nonché la promozione della cultura del lavoro autonomo individuale e di una nuova imprenditorialità infermieristica, potenziata da forme virtuose di intermediazione come gli studi infermieristici associati e altre esperienze di protagonismo del mondo infermieristico, capaci di far incontrare la domanda e l’offerta al momento opportuno, garantendo agli infermieri le giuste retribuzioni e condizioni di lavoro adeguate.

In tema di giuste retribuzioni, va però sottolineato che un segnale positivo è arrivato dalla Legge sull’equo compenso, che ha affermato un principio molto importante per tutte le professioni, ovvero quello della “giusta remunerazione” della prestazione professionale, considerata condizione necessaria per garantire la qualità, la quantità e soprattutto la dignità del lavoro dei professionisti.

In tale ottica, la Legge sull’equo compenso si pone come obiettivo l’annullamento di quei provvedimenti che avevano eliminato ogni riferimento tariffario, determinando negli ultimi anni una sfrenata concorrenza nel mercato, che conduce i soggetti più deboli (come i giovani) ad accettare remunerazioni sottocosto con l’inevitabile dequalificazione delle prestazioni e una sensibile diminuzione dei redditi professionali.

Esiste inoltre un mercato di prestazioni infermieristiche “low cost” espletate da personale senza le adeguate qualificazioni, che il recente Decreto Lorenzin, con cui sono state inasprite le pene per i reati di esercizio abusivo della professione, dovrebbe ricondurre verso i provider naturali: gli infermieri.

A quanto sopra si aggiunga che le istituzioni universitarie, che dovrebbero essere  il riferimento per la formazione dei giovani infermieri al mondo del lavoro, non dedicano sufficiente spazio ai temi dell’esercizio della professione in forma autonoma e sono ancora ferme a logiche proprie della subordinazione, con il risultato di non preparare sufficientemente i futuri professionisti alle sfide ed alle insidie del mondo del lavoro autonomo.

Invero, in un periodo di crisi come quella che stiamo vivendo in questi anni, che spesso può indurre il professionista ad accettare qualsiasi condizione di lavoro pur di far fronte alle esigenze della vita, la profonda conoscenza delle regole che tutelano lo svolgimento della libera professione e la consapevolezza della professionalità della categoria, rappresentano il primo passo per contrastare fenomeni di sfruttamento o situazioni equivoche.

ENPAPI, dal canto suo, periodicamente organizza, in collaborazioni con gli OPI, numerosi incontri con gli iscritti, finalizzati non solo alla loro formazione in materia previdenziale, ma anche a provocare un confronto su importanti temi collegati all’esercizio della libera professione infermieristica.

In questi anni, l’Ente ha inoltre dovuto gestire situazioni critiche e di particolare disagio economico per molti iscritti, tanto che il Consiglio di Amministrazione ha istituito alcuni interventi assistenziali proprio a sostegno dell’attività lavorativa, soprattutto nei confronti dei giovani, quali ad esempio il contributo per l’acquisto di beni strumentali destinati allo svolgimento dell’attività professionale ed una borsa di studio per il conseguimento di un Master di I livello in Infermieristica per i giovani di euro 1500,00 utile a sostenere l’attività professionale.

Ciò a dimostrazione che supportiamo la libera professione infermieristica non solo in termini previdenziali e assistenziali, ma anche sul mondo del lavoro.

L’impegno di ENPAPI, della FNOPI e degli Ordini provinciali – ciascuno nell’ambito dei propri ruoli – è poi sempre costante nel monitorare e contrastare i fenomeni e le condotte illecite che danneggiano i professionisti infermieri.

Al riguardo, si deve ricordare la Commissione Paritetica costituita, di concerto con la FNOPI, con l’obiettivo di delineare le linee guida per il corretto esercizio della libera professione e valutare le possibili azioni da porre in essere per tutelare la categoria professionale degli infermieri e scardinare quei sistemi che portano allo svilimento del valore dell’esercizio della professione infermieristica.

Inoltre, è stato istituito il servizio Ispettorato ENPAPI, con il compito di vigilare sul rispetto degli obblighi previdenziali e contributivi, al fine di accertare, sanzionare e porre in essere tutte le azioni necessarie per contrastare le condotte illegittime poste in essere a danno dei professionisti infermieri.

Queste azioni, tuttavia, potranno essere fruttuosamente intraprese anche e soprattutto grazie alla partecipazione attiva degli stessi infermieri che vogliono esercitare la professione con competenza e responsabilità, i quali dovranno far valere i propri diritti e la propria professionalità, denunciando, se del caso, tutte le irregolarità e le violazioni di legge alle autorità competenti.

Tutto questo a favore e a garanzia del cittadino.