Covip presenta il focus sulle Casse. Oliveti “Relazione puntuale”

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Che le Casse di previdenza private e privatizzate godano di ottima salute è un dato di fatto. A ribadirlo, ieri, anche la Covip che nel suo focus sulle Casse di previdenza presentato a Roma sottolinea come queste abbiano raggiunto un patrimonio pari a 85,3 miliardi di euro, con un aumento rispetto al 2016 di 5,3 miliardi (circa il 6,6% in più). Dal 2011 al 2017, le attività totali delle Casse sono cresciute complessivamente del 53,2% (da 55,7 a 85,3 miliardi di euro).

Una relazione che il Presidente dell’AdEPP, Alberto Oliveti, ha definito “puntuale” esprimendo quindi una valutazione positiva sul “lavoro” di elaborazione dati. Anche perché, quest’anno, per la prima volta il dato pubblicato sul report non è solo aggregato ma declinato rispetto alle peculiarità di ogni Cassa di previdenza.

Sugli investimenti e la necessità espressa dal Presidente della Covip Padula durante il suo intervento di una decreto ministeriale in materia di investimenti, Oliveti ha sottolineato, dalle pagine dell’Ansa “Ci siamo già dotati di un Codice di autoregolamentazione sugli investimenti, sulla possibilità di un decreto non sono d’accordo in quanto questo creerebbe delle rigidità inappropriate per chi, come noi, deve muoversi in base alla velocità del cambiamento”.

“Il numero uno dell’Associazione – scrive l’Ansa – ha, poi, contestato l’ipotesi che tale regolamento possa recepire il Codice degli appalti che, così com’è, “non è flessibile, e non permette di muoversi bene sul mercato” finanziario. Il testo di cui si attende l’emanazione da 7 anni, ha aggiunto, stando alle bozze circolate nel tempo, appariva “troppo orientato a definire in maniera limitativa gli spazi di manovra: si citavano, infatti, parole come ‘tetti’ e ‘divieti’ relativi, ad esempio, alle quote di investimenti immobiliari da possedere. Non mi sembra – ha concluso – sia il giusto approccio”.

E Il Presidente Padula, nel suo intervento, annunciaLa COVIP ha trasmesso ai Ministeri vigilanti una proposta normativa volta a: I semplificare e efficientare il sistema di vigilanza; I facilitare la definizione da parte delle Casse di un adeguato processo decisionale e dunque l’adozione di scelte autonome e responsabili; I prevenire il verificarsi di situazioni gestionali richiedenti interventi straordinari”.

In attesa di conoscere nel dettaglio la proposta Covip, torniamo ai dati contenuti nel report.

La relazione Covip (in allegato) si divide in 5 parti.  La sezione 1 illustra le risorse del settore, evidenziandone anche l’evoluzione nel tempo e la distribuzione tra le diverse Casse. La sezione 2 dà conto della composizione dell’attivo, documentando sia il peso delle diverse componenti nell’aggregato sia la loro variabilità tra Casse. La sezione 3 si concentra sugli investimenti delle Casse nell’economia italiana, anche nel confronto con la previdenza complementare. La sezione 4 documenta la rilevanza quantitativa delle diverse modalità di gestione, mentre agli assetti regolamentari ed organizzativi è dedicata la sezione 5.

Dal 2011 al 2017 le attività totali delle Casse sono cresciute complessivamente da 55,7 a 85,3 miliardi di euro ma a fronte di una sostenuta dinamica di crescita nell’aggregato, permangono differenze, anche ampie, nelle attività delle Casse. Circa il 73% delle risorse complessive del settore – si legge nella relazione – fa capo a 5 Casse (ENPAM, INARCASSA, Cassa Dottori Commercialisti ed ENASARCO). Le differenze sono riconducibili alle caratteristiche economiche, sociali e demografiche delle diverse platee di riferimento. Sulla dinamica di crescita dell’attivo incidono i contributi raccolti e le prestazioni erogate.

Composizione dell’attivo. Gli investimenti immobiliari, 19,4 miliardi di euro (19,1 nel 2016), si sono ridotti in percentuale dell’attivo (22,7% contro il 23,8 del 2016); tra le diverse componenti, l’incidenza delle quote di fondi immobiliari (pari al 16,1%) è in leggero aumento, mentre diminuisce quella degli immobili detenuti direttamente (dal 7,3 al 6%).

 

Le Casse e l’investimento nell’economia italiana

Gli investimenti domestici delle Casse ammontano a 34,4 miliardi di euro, il 40,3 per cento delle attività; la percentuale risulta in diminuzione di 0,7 punti percentuali rispetto al 2016 (cfr. Tav. 8); gli investimenti non domestici si attestano a 36,9 miliardi, corrispondenti al 43,3 per cento del totale, 1,8 punti percentuali in più rispetto al 2016. Per le Casse, nell’ambito degli investimenti domestici sono predominanti gli investimenti immobiliari, mentre per i Fondi pensione la componente più rilevante è costituita dai titoli di Stato.

Considerando le attività al netto della liquidità (prevalentemente depositi bancari), delle polizze assicurative e delle altre attività (in larga misura crediti contributivi) per un totale di 71,4 miliardi di euro, l’incidenza delle due componenti sarebbe, rispettivamente, il 48,2 per cento (49,8 nel 2016) per gli investimenti domestici e il 51,8 per cento (50,2 nel 2016) per quelli non domestici.

Sono presenti titoli di debito e di capitale per un ammontare complessivo di 4,6 miliardi di euro, 700 milioni in più rispetto al 2016, pari al 5,5 per cento dell’attivo (4,9 nel 2016); mentre i titoli di debito restano sostanzialmente stabili (circa 1 miliardo di euro, pari all’1,2 per cento dell’attivo), i titoli di capitale aumentano da 2,9 a 3,6 miliardi, passando dal 3,7 al 4,3 per cento delle attività.

Sul punto va rilevato che nell’ambito dei titoli di capitale figura il controvalore delle quote del capitale della Banca d’Italia sottoscritte da 9 Casse (una in più rispetto al 2016) per circa 1 miliardo di euro; in tre casi la sottoscrizione è avvenuta nella massima percentuale consentita dalla normativa vigente.

Per quanto riguarda le quote di OICR diversi dai fondi immobiliari, esse totalizzano 2,6 miliardi di euro, circa 700 milioni in più rispetto al 2016, pari al 3,1 per cento delle attività (2,4 nel 2016).

L’evoluzione nel quinquennio 2013-2017 delle componenti dell’attivo ripartite tra investimenti domestici e non domestici (cfr. Tav. 9) mostra che, nell’ambito della quota domestica, si riducono gli investimenti immobiliari (7,5 punti percentuali), i titoli di Stato (4,2 punti percentuali) e gli altri titoli di debito (0,9 punti percentuali); aumenta, invece, l’incidenza dei titoli di capitale (2,6 punti percentuali) e delle quote di OICVM (1 punto percentuale)

Regolamento o Decreto

Pur valutando favorevolmente lo sforzo compiuto dalle Casse nel dotarsi di una propria regolamentazione interna in materia di investimenti, deve tuttavia rilevarsi come la circostanza che le suddette previsioni non risultino per esse cogenti ne abbia comportato una significativa rielaborazione, riconducibile all’autonomia decisionale delle Casse medesime. Ne consegue che gli assetti regolamentari si presentano allo stato assai variegati e i documenti che li definiscono risultano assai diversificati quanto a struttura e contenuti.

In alcuni casi, tali documenti si limitano a disciplinare profili meramente procedurali; in altri, si limitano a indicare i criteri da seguire per la definizione di specifici aspetti della gestione finanziaria (ad esempio, la politica di investimento da adottare e il sistema dei controlli da porre in essere), facendo quindi rinvio alla predisposizione di ulteriori elaborati (tipicamente, il Documento sulla politica di investimento).

Riguardo agli assetti regolamentari, emerge un quadro di elevata frammentazione – sottolinea Padula – anche nei documenti che li definiscono, che risultano molto diversificati nella struttura e nei contenuti, con conseguente scarsa chiarezza, incongruenza e duplicazioni nelle discipline interne.

“Anche gli assetti organizzativi in materia di investimenti risultano variamente articolati, anche in funzione della accentuata diversità della dimensione delle attività detenute e della complessità della politica di investimento perseguita. In taluni casi, sono stati rilevati elementi di inadeguatezza. In relazione ai profili qui in esame va evidenziato che, pur non essendosi ancora concluso l’iter di emanazione del decreto volto ad introdurre disposizioni in materia di investimento delle risorse finanziarie, di conflitti di interesse e di depositario (di cui al citato art. 14 del Decreto legge 98/2011), l’attività di vigilanza svolta in questi anni dalla COVIP ha certamente stimolato, nonché – in taluni casi – accelerato il processo di adozione e di progressivo miglioramento degli assetti regolamentari e organizzativi in materia di investimenti.”