Il Cumulo entra nella Legge di Bilancio

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Un emendamento (il 21.12), contenuto nella Manovra sostiene che “Ai fini della corresponsione del trattamento pensionistico da cumulo dei periodi assicurativi, di cui all’articolo 1, commi 239 e seguenti, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, fermo restando la competenza di ciascuna gestione previdenziale, ivi compresi gli enti di cui al decreto legislativo n. 509 del 1994 e n. 103 del 1996, a provvedere alla liquidazione dell’ammontare della parte di trattamento pensionistico loro spettante, l’INPS provvede, come unico ente erogatore della pensione da cumulo, con le risorse stanziate dalla legge 27 dicembre 2017, n. 205″.

Emendamento subito ripreso dalla collega di Italia oggi, Simona D’Alessio. Nel primo articolo, datato 20 novembre, scrive “Maggioranza e governo orientati a sciogliere il «nodo» dei costi delle pratiche di cumulo gratuito dei contributi, che contrappone Inps e Casse di previdenza: un emendamento alla legge di bilancio di alcuni parlamentari della Lega, infatti, dispone che l’Istituto pubblico debba provvedere, «come unico ente erogatore della pensione da cumulo», solamente mediante «le risorse stanziate dalla legge 27 dicembre 2017, n. 205» (la manovra economica per il 2018, che metteva a disposizione meno di 100 milioni, ndr). E senza, perciò, reclamare un contributo dagli Enti privati. La proposta correttiva, che la superato ieri la «tagliola”.

Nel secondo, uscito il giorno dopo (21 novembre), D’Alessio scrive “ È l’Inps a doversi accollare le «spese amministrative» delle pratiche di pensione in cumulo gratuito dei contributi (opportunità estesa ai liberi professionisti iscritti agli Enti pensionistici privati e privatizzati, mediante la legge 236/2016, disciplina divenuta, però, operativa solamente dalla fine dello scorso mese di marzo). A precisarlo, nero su bianco, è la riformulazione dell’emendamento alla Legge di Bilancio depositato da alcuni parlamentari della Lega, iniziativa (appoggiata dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon) nata con l’intento di venire a capo della controversia tra l’Istituto di previdenza pubblica e le Casse private, e che ha passato l’esame della commissione Bilancio della Camera; il testo, fa sapere a ItaliaOggi una delle firmatarie, la deputata Elena Murelli, è stato oggetto nella serata di lunedì di una correzione ministeriale, e ora può proseguire la sua «corsa» a Montecitorio”

Ed ancora “La revisione ha riguardato sia il tema degli oneri dell’Inps, «unico ente pagatore della pensione di cumulo» (è stato, infatti, eliminato il riferimento alle «risorse stanziate dalla legge 27 dicembre 2017, n. 205», ndr), ma è stato pure specificato che «le gestioni interessate (Casse incluse) determinano, secondo i loro ordinamenti, il trattamento «pro quota» in rapporto ai rispettivi periodi di iscrizione maturati”.

In entrambi gli articoli la giornalista di Italia Oggi riporta il commento del Presidente dell’AdEPP. “L’iniziativa del sottosegretario che, sotto forma di emendamento governativo, potrebbe esser depositata a stretto giro –scrive la collega nel primo articolo –  è gradita all’Adepp (l’Associazione degli Enti dei professionisti) perché, secondo il presidente Alberto Oliveti, «va nell’interesse dei contribuenti». E «faciliterà il pagamento delle pensioni in cumulo gratuito a chi ne ha diritto» (si veda ItaliaOggi dell’8 novembre 2018)”.

E il giorno dopo, Simona D’Alessio  scrive “L’Adepp (Associazione degli Enti) che, per bocca del presidente Alberto Oliveti, contesta la definizione di «ente pagatore» conferita all’Inps, manifesta soddisfazione per il progetto parlamentare-governativo di risoluzione della diatriba che, secondo quanto comunicato dall’Istituto guidato da Tito Boeri, potrebbe ancora sfociare nell’avvio di un contenzioso giudiziario. “Attendiamo l’emendamento passi”, continua (ndr il presidente Oliveti), lasciando intendere che, così come è stato (ri)scritto, il testo potrebbe scongiurare ulteriori richieste economiche da parte dell’Inps”.