Essere donna. Ieri come Oggi. I media

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Essere donna e professionista oggi. Il gender gap entra tra le righe di alcuni organi di stampa. Riportiamo gli ultimi in ordine temporale.

“Poveri collaboratori. E povere collaboratrici. Chi sono e quanto guadagnano” titola Il Sole 24 Ore che scrive “gli uomini hanno un reddito medio molto superiore a quello delle donne, sia fra i professionisti senza cassa che fra quelli con cassa. Dai dati INPS emerge che il reddito medio degli uomini è quasi il doppio di quello delle donne, mentre le libere professioniste iscritte a una delle casse private AdEPP (quindi iscritte a un ordine professionale) guadagnano il 38% in meno dei loro colleghi uomini”.

Il Messaggero

“Pensioni più basse per le donne, quasi la metà non arriva a mille euro al mese”. Le donne in media prendono pensioni  molto più basse degli uomini: quasi la metà non raggiunge i mille euro al mese. Le differenze delle pensioni è anche una conseguenza del gender gap degli stipendi. Durante la vita lavorativa, è come se le donne per un mese e mezzo non percepissero stipendio. A parità di lavoro con un collega uomo, in Italia è come se una donna cominciasse a guadagnare dalla seconda metà di febbraio: dal 2016 al 2018 la differenza retributiva è diminuita del 2,7%, ma resta comunque ampio il gap che è di 2.700 euro lordi pari al 10% in più a favore degli uomini.

Il Fatto Quotidiano

“L’innovazione digitale non ha sesso. Ma purtroppo il gender gap in Italia è ancora forte”. Il percorso di studi e le scelte professionali delle donne, queste ultime spesso impattate anche dalla cultura familiare e dalla complessità in Italia di conciliare lavoro e vita familiare, non aiutano a sostenere percorsi di carriera di soddisfazione in termini sia di contenuti che economici. In Italia, come spiega Winning Women Institute, nelle scuole superiori la quota femminile è pari al 42,1% nei licei scientifici, al 68,5% nei licei artistici, al 16,4% negli istituti tecnici e al 21,5% negli istituti professionali. Quando passiamo all’università le donne rappresentano, del totale iscritti: 78% lauree umanistiche, 68% lauree sanitarie, 56% lauree sociali e 37% lauree scientifiche.

Agenzia Dire

“La sottosegretaria Mise Todde: “Gender pay gap? Guadagnavo il 20% in meno dei miei colleghi”. “Io sono un’ingegnera e sono stata amministratrice delegata di una quotata (Olidata, ndr). Sulla disparità nella retribuzione posso dire che io guadagnavo il 20% in meno rispetto ai miei colleghi maschi e, nonostante le rimostranze, era considerata una cosa scontata. Nel privato purtroppo è normale che ci sia questo tipo di discriminazione. Per questo bisogna lavorare su misure di trasparenza e certificazione per le aziende, per far emergere modelli di società virtuose sul tema della parità di genere”.