Resto al Sud, il finanziamento aperto ai professionisti

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Lo ha comunicato su Facebook il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, scrivendo “Sabato scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto su “Resto al sud che entrerà in vigore l’8 dicembre”.

“È una misura che ha funzionato, fin qui ha sostenuto l’avvio di oltre 4mila unità, e per dare un’iniezione nuova di fiducia al Sud è stata estesa sia dal punto di vista anagrafico che di quello delle attività, aprendo ai professionisti. Lo aspettavate in tanti questo decreto – ha scritto il Ministro – mi avete scritto e mi scuso se non ho risposto a tutti. Avevate ragione a lamentarvi, questi ritardi amministrativi sono inaccettabili e per ovviare abbiamo previsto, ai fini dell’ammissione alle domande, un ulteriore estensione del requisito anagrafico per quest’anno. Ora bisogna accelerare”

Resto al Sud è un finanziamento agevolato per chi apre nuove attività nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Introdotto nel 2017 per aspiranti imprenditori fino a 35 anni di età, è stato ampliato dalla manovra 2019 (comma 601 legge 145/2019), che lo ha esteso ai liberi professionisti e ha alzato l’età massima a 45 anni. Questa modifica è stata poi recepita dal DPCM 134 dello scorso 5 agosto, finalmente pubblicato in Gazzetta con entrata in vigore 8 dicembre 2019.

Le richieste di agevolazioni possono essere presentate dai soggetti di età compresa tra 18 e 45 anni; possono parteciparvi anche i soggetti che svolgono attività libero-professionale ossia soggetti iscritti in ordini o collegi professionali nonché gli esercenti professioni non organizzate in ordini o collegi.

È l’Agenzia per la Coesione territoriale che, nell’ambito delle proprie competenze, garantisce il monitoraggio delle agevolazioni concesse ai soggetti beneficiari, sulla base dei dati forniti dal soggetto gestore della misura.

Il requisito per lo svolgimento delle attività libero-professionali, spiega il decreto (articolo 3, 3° comma, lettera c), è di “non essere titolari di partita Iva per l’esercizio di un’attività analoga a quella proposta nei dodici mesi precedenti la presentazione della domanda di agevolazione”.

Inoltre, non possono presentare la richiesta soggetti che risultano essere titolari “nei dodici mesi precedenti di partita Iva associata ad un codice Ateco identico, (fino alla terza cifra di classificazione delle attività economiche), a quello corrispondente all’attività oggetto domanda di ammissione alle agevolazioni”.

TUTTO QUELLO CHE E’ IMPORTANTE SAPERE

La domanda va presentata esclusivamente online, sul sito web di Invitalia. Prima di presentare domanda è necessario:

registrarsi ai servizi online di Invitalia, compilando l’apposito form;

consultare e scaricare i facsimile di domanda;

disporre di una firma digitale e di un indirizzo di Posta elettronica certificata (Pec) valido e attivo, in considerazione del fatto che tutte le comunicazioni tra l’Agenzia e i proponenti avvengono esclusivamente via Pec;

successivamente alla presentazione della domanda, nella sezione «contatti», i proponenti potranno modificare numeri di telefono, indirizzo mail e Pec.

La domanda è composta dal progetto imprenditoriale da compilare online e dalla documentazione da allegare.

Le domande vengono valutate in ordine cronologico di arrivo, mediamente entro due mesi dalla presentazione (salvo eventuali richieste di integrazione dei documenti).

Invitalia verifica il possesso dei requisiti e poi esamina nel merito le iniziative, anche attraverso un colloquio con i proponenti.

Per predisporre i progetto è possibile richiedere assistenza gratuita a uno dei soggetti accreditati con Invitalia.