Sostenibilità e demografia. Gli scenari tracciati da Rosina

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Durante la presentazione dello studio targato Itinerari Previdenziali (riportato sopra) è intervenuto il professore Alessandro Rosina, Professore Ordinario di Demografia e Statistica Sociale Università Cattolica di Milano (in allegato le slide).

“Nell’incertezza delle previsioni cosa possiamo dare quasi per certo?” si domanda e domanda agli intervenuti il professor Rosina che risponde per punti in una slide che qui riportiamo:

  • L’ammontare complessivo della popolazione continuerà a diminuire (al 2065 valore mediano 54,1 milioni, nel migliore dei casi si rimane vicini a livello attuale, o crollo a 46,4).
  • L’aspettativa di vita continuerà invece a crescere, l’incertezza è sul quanto (mediana + 5, quindi aumento a ritmi dimezzati rispetto ai 40 anni passati, nel caso migliore simili?)
  • Ampia incertezza invece su fecondità (nuovi ingressi per nascita). E’ prevista una crescita fino a raggiungere quella che oggi è la media europea (1,59) ma può anche diminuire o salire nel gruppo dei paesi occidentali con più alta fecondità. Molta incertezza anche sui flussi migratori (ingressi dall’estero) Quasi certo aumento della popolazione straniera (flussi di entrata oscillano tra scendere poco sopra 100 mila, o salire a oltre 400 mila). Saldo migratorio +139 mila (ma anche doppio o negativo).

E l’esperto in demografia rilancia sottolineando i possibili scenari al 2045 ossia un aumento dell’aspettativa di vita maschile da 80,6 attuale a 84,2 seguito da quello femminile da 85 a 88. Inoltre per l’esperto si registrerà un aumento della fecondità da 1,34 a 1,53, le immigrazioni dall’estero raggiungeranno i 288mila rispetto a 337mila del 2017e le emigrazioni per l’estero saranno pari a 129mila rispetto a 153mila del 2017.

“Più in dettaglio- scrive il professore – lo scenario al 2045 contempla: Una riduzione della popolazione italiana di circa 1,5 milioni. All’interno dinamiche molto differenziate nelle varie fasce d’età”.

➢ -2,8 milioni per gli under 35 (ipotesi ottimistica -0,5 mln)

➢ -5 milioni circa in età 35-64 (ipotesi ottimistica -3,4 mln)

➢ +6,3 milioni per 65 e oltre (ipotesi minima +5 mln).

“Un coerente e solido percorso virtuoso di sviluppo che migliora condizione delle nuove generazioni e in combinazione con adeguate politiche familiari – spiega Rosina – porta non solo ad uno scenario demografico migliore ma si associa necessariamente anche a più alta occupazione giovanile, femminile e attrattività migratoria. Ne deriva quindi una minor perdita di popolazione attiva e al suo interno una maggiore partecipazione lavorativa, rendendo più sostenibile il rapporto tra anziani inattivi su occupati”.