Bankitalia, le Casse “contano”

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A fare il punto della situazione anche il Corriere della Sera che in un articolo dal titolo “Bankitalia allarga la platea dei soci. Meno banche, più investitori e Casse” racconta come, a cinque anni dalla sua riforma, la Banca d’Italia punta sempre di più su Casse di previdenza e fondi pensioni, allargando così il suo parterre di investitori, annunciando un giro di consultazioni.

“Oltre ai colloqui con fondi e altri investitori – si legge nell’articolo a firma Carlo Cinelli –  l’attesa è per le venti Casse private alle quali aderiscono due milioni di professionisti: nove sono azioniste con un pacchetto totale di oltre il 16% e un investimento di oltre un miliardo, altre arriveranno. Alberto Oliveti, presidente dell’Enpam e dell’associazione tra le casse (Adepp) ha più volte manifestato la soddisfazione del sistema per l’investimento, ma all’assemblea di marzo si è anche chiesto pubblicamente se «in futuro possa essere considerata la possibilità, coerentemente con la dinamica degli utili previsti, di un aggiustamento della distribuzione verso i limiti superiori previsti dall’articolo 38 dello statuto di Banca d’Italia» che fissa un dividend yeld massimo del 6 per cento.

“Con la riforma – scrive il Corriere –  il «ricambio di sangue» nell’azionariato della banca è stato assai consistente, si è mosso poco più del 33% del capitale e i primi tre soci ne hanno ceduto quasi il 30 per cento. Come ha sottolineato il governatore Ignazio Visco, su 124 soci, 92 sono entrati dopo la riforma. Resta ancora una fetta pari complessivamente a 2,5 miliardi di valore nominale eccedente rispetto al limite del 3% di capitale valido per ciascun singolo investitore. Oltre la soglia del 3% — pure entrata nelle discussioni di queste settimane sull’allargamento, ma fissata dalla legge di riforma (la numero 5 del 2014) — sono sterilizzati diritti di voto e dividendi. Questi ultimi sono fissati al 4,5% del capitale investito e trovarne di simili, nel contesto attuale, non è semplice nemmeno per grandi investitori, basti pensare che il Btp a 50 anni ha un rendimento effettivo lordo a scadenza del 2,1% e con il trentennale si va sotto il 2%”

Una partecipazione di indubbia utilità visto che nel 2019 anche le Casse hanno ricevuto una cedola “di 227 milioni a fronte di un utile netto al nuovo record storico, da 3,9 a 6,24 miliardi, che ha comportato la distribuzione al Tesoro di un dividendo per 5,71 miliardi, 2,3 più del precedente”.