“Il welfare aziendale in Italia cresce e contribuisce all’aumento del benessere dei dipendenti e della produttività delle imprese”, è quanto risulta dalla ricerca, presentata martedì scorso a Roma, durante il forum “Welfare integrativo. Le nuove opportunità del welfare aziendale per fondi pensione, casse previdenziali e fondi sanitari”, organizzato da Itinerari Previdenziali.
Secondo il Centro studi, presieduto da Alberto Brambilla, le imprese “attive”, cioè con iniziative in almeno quattro delle dodici aree del welfare aziendale individuate dal rapporto, sono aumentate dal 25,5% nel 2016 al 41,2% nel 2018 mentre quelle “molto attive”, cioè con iniziative in almeno sei aree, sono raddoppiate, passando dal 7,2% al 14,3%.
Il 52,5% delle imprese ritiene che le proprie iniziative di welfare aziendale cresceranno nell’arco dei prossimi 3-5 anni, in particolare nelle aree della salute e assistenza, conciliazione vita e lavoro, giovani, formazione e sostegno alla mobilità.
“Le prospettive demografiche e il progressivo invecchiamento della popolazione, unitamente all’andamento economico del nostro Paese – ha sostenuto Alberto Brambilla – stanno portando alla luce nuovi bisogni sociali molto correlati tra loro; oltre all’assistenza sanitaria integrativa e alla previdenza complementare, si dovranno affiancare coperture accessorie per l’invalidità, la non autosufficienza, l’inoccupazione, l’assistenza socio-assistenziale, la conciliazione tempi di lavoro e di cura, la formazione, gli asili nido e così via. Da qui la necessità per gli operatori del welfare integrato di riflettere su questi nuovi bisogni e di rimodulare le strategie e gli interventi da adottare per offrire nuove coperture in questo “welfare mix dinamico”.
Secondo Brambilla “Cosa comporta questa prospettiva in termini di riorganizzazione? Nei fatti Fondi e Casse diverrebbero veri e propri “Enti polifunzionali” e la vera “casa” dei lavoratori. Probabilmente, il percorso sarà lungo e con qualche difficoltà ma il welfare aziendale, per gli operatori del welfare integrato, è un “treno” da non perdere”.
Si spinge oltre la professoressa Franca Maino, Direttrice Laboratorio Percorsi di Secondo Welfare, analizzando le sfide che una società “sempre più anziana” e “sempre più bisognosa di assistenza” deve saper cogliere e possibilmente vincere. Ad iniziare proprio dalle azioni che un welfare aziendale rispondente alle necessità deve mettere in campo. Innanzitutto deve “includere le categorie di cittadini/ lavoratori ancora scoperte o non adeguatamente tutelate vedi le Piccole e Medie Imprese. Inoltre, “necessariamente anche la sanità integrativa deve virare verso il sociosanitario per rispondere ai nuovi bisogni (non autosufficienza e LTC)” ed infine, “costruire partnership e reti tra aziende e con gli attori sociali ed economici del territorio (es. reti d’impresa) per favorire mutualismo e solidarietà”.
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