Notturno. Il docufilm/denuncia della Fnomceo

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“Non so cosa scateni, cosa richiama la notte. Ci si sente abbandonati. Non mi sento sicuro”….sono le prime batture del trailer di Notturno, il docufilm proiettato mercoledì scorso alla Camera dei Deputati e presentato dalla Fnomceo, la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri.

Parole alle quali ne seguono altre “Una successione di pugni e sono crollato”, “Sono stata minacciata con un’arma”, “Non mi sentivo sicura”, “Quello che si presentava era sangue dappertutto e il dottore è crollato a terra”, “Hai il timore di non riuscire a svolgere l’attività con la stessa passione di prima”.

E il pugno allo stomaco arriva a chi vede questo film, a chi è abituato a sentirsi sicuro dentro le mura di un ospedale o di un ambulatorio o di un medico. Sicurezza, tranquillità, protezione che non sempre sente, invece, proprio chi è lì unicamente al servizio di ognuno di noi.

Il docufilm “Notturno”, prodotto da Draka Cinema con la regia di Carolina Boco dura 45  minuti durante i quali a parlare sono medici e giornalisti, vittime ed istituzioni. E poi ci sono le testimonianze del turno di notte di una guardia medica, il racconto delle paure, delle fragilità che anche un medico può sentire e “subire”.

Il Film con Maria Grazia Cucinotta, Isabella Ragno e la partecipazione di Massimo Giletti, Gerardo D’Amico e con le testimonianze di Filippo Anelli, Giovanni Bergantin, Vito Calabrese, Tiziana Mattiazzi, e Ombretta Silecchia, sarà messo a disposizione degli Ordini professionali per organizzare delle proiezioni. Nella fase iniziale sarà trasmesso su Amazon prime e in seguito sulla grande distribuzione.

“Ci dimentichiamo troppo spesso di queste persone che offrono un servizio per la comunità mettendo a rischio la propria vita. Non ci soffermiamo mai davanti ai reali problemi, non c’è nulla che tutela il medico dalle tante aggressioni, professionisti che vanno protetti perché salvano le nostre vite – ha sottolineato Maria Grazia Cucinotta che nel film recita il giuramento di Ippocrate -“Curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna”.”

“Uno strumento di comunicazione che va nella giusta direzione: far comprendere a tutti quanto sia prezioso il nostro servizio sanitario e il lavoro quotidiano che le donne e uomini del Ssn portano avanti – ha detto il Ministro della salute Roberto Speranza, intervenuto alla proiezione – Spesso ci si dimentica del valore del Ssn e proprio in questi giorni in cui siamo in allerta per il coronavirus ci si rende conto di quanto pesi avere un Ssn di grande qualità come c’è in Italia”.

“La violenza nei luoghi di lavoro è inaccettabile. È sempre sbagliata – ha continuato Speranza – e verso chi si prende cura di noi ancora di più. Il testo di legge contro la violenza agli operatori sanitari approvato all’unanimità in Senato è ora in discussione alla Camera e sono allo studio alcune modifiche. C’è una disponibilità piena di tutte le forze politiche per velocizzare l’iter. Credo sia positivo lasciare il provvedimento al dibattito parlamentare, ma se i tempi dovessero diluirsi non esiterei a esercitare i poteri che la Costituzione riconosce al Governo per intervenire”.

“Serve un provvedimento ad hoc – ha concluso il Ministro – ma bisogna affiancare alla parte legata alla deterrenza, agli strumenti giudiziari, una grande operazione di carattere culturale in favore dell’Ssn e dei suoi professionisti, un asset fondamentale per l’Italia sul quale bisogna investire. Ecco perché credo che modelli di comunicazione come il docufilm Notturno vadano nella direzione giusta. Inasprire le pene è giusto, ma serve un’azione culturale”.

“Dobbiamo sconfiggere quella che sta diventando una vera e propria emergenza di sanità pubblica – ha detto Filippo Anelli, presidente delle Fnomceo – un’emergenza che richiede una risposta articolata. Un Ddl che auspichiamo arrivi in fretta in porto da solo non basta, abbiamo bisogno anche di interventi di carattere organizzativo-strutturale e culturale. Dobbiamo per far conoscere le frustrazioni e i timori di quanti lavorano in condizioni difficili. Abbiamo quindi iniziato questo percorso ricordando Paola Labriola, psichiatra di Bari brutalmente assassinata mentre svolgeva il proprio lavoro”.

“Un medico su 2 ha subito aggressioni e il 30% degli ambulatori non rispetta norme su sicurezza. I dati emersi da un questionario on line al quale hanno partecipato oltre 5mila professionisti, soprattutto medici, parlano chiaro – ha aggiunto Anelli – il 4% ha dichiarato di aver subito aggressioni fisiche e il 50% di aver ricevuto aggressioni verbali. Soprattutto l’80% ritenevano che queste azioni fossero prevenibili. E lo sconforto è il dato più drammatico che emerge: tra il 30-40% degli operatori pensano che non ci sia niente da fare”.