UE. Parlare di bilancio significa parlare di futuro

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Il Parlamento darà il suo consenso solo a un bilancio di lungo termine che soddisfi le ambizioni dell’Unione Europea, poiché parlare di bilancio significa parlare del futuro dell’UE.

Cosi ha affermato la maggioranza dei deputati, durante il dibattito di mercoledì mattina sul finanziamento dell’UE per il 2021-2027 con Nikolina Brnjac, Segretario di Stato croato per gli Affari Esteri ed Europei, in rappresentanza del Consiglio, e la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

Lo stesso Presidente, David Sassoli ha ribadito “Il Quadro Finanziario Pluriennale è la partita più importante dall’inizio della legislatura. Il Parlamento europeo sostiene un bilancio ambizioso perché riguarda il finanziamento delle sfide proposte dalla Commissione e dei programmi di successo dell’UE senza i quali non sarebbe possibile sviluppare crescita e uguaglianza. Queste proposte promuoveranno la crescita e aiuteranno a combattere la disuguaglianza in Europa. I governi nazionali sostengono questi obiettivi ma attualmente non stanno fornendo all’UE i mezzi necessari per raggiungerli”.

“Ci teniamo a dire che un accordo in Consiglio è molto importante – ha sottolineato Sassoli – ma se non sarà in linea con le posizioni del Parlamento, andremo in fondo e rifiuteremo la proposta. Il bilancio pluriennale non è un trasferimento di soldi ad entità astratte ma serve agli Stati Membri per aumentare le loro capacità e questo ha conseguenze reali sulla vita di tutti gli europei. Come possiamo anche solo pensare di tagliare programmi di successo come Erasmus + o misure progettate per proteggere i nostri confini?”

“C’è molta attenzione anche su come l’Europa svilupperà la propria leadership nella lotta ai cambiamenti climatici. Diventare il primo continente neutro dal punto di vista climatico richiede cambiamenti senza precedenti sia per le nostre economie che per le nostre società. Ma questo non potrà avvenire creando disuguaglianze. Vogliamo riconvertire le nostre aziende, non vogliamo perdere posti di lavoro e dobbiamo garantire che coloro che saranno maggiormente colpiti da questi cambiamenti non vengano dimenticati. Per questo il Just Transition Fund deve essere finanziato in maniera consistente e il Parlamento non vuole rinunciare a questa ambizione”.

“Un bilancio dell’UE ben finanziato è nell’interesse di tutti gli europei e di tutti gli Stati membri. Questa legislatura deve iniziare con il piede giusto – ha concluso Sassoli – e mi auguro che nessun governo scommetta sul fallimento della nuova Commissione. Questo è nell’interesse degli Stati membri, quali sfide i singoli paesi europei possono affrontare da soli? Nessuno può fare affidamento esclusivamente sui finanziamenti dei governi nazionali. Per questo serve una Europa più forte e dotata di risorse sufficienti.”

Come dicevamo, la maggior parte dei deputati ha insistito sul fatto che un finanziamento sufficiente è fondamentale per realizzare le ambizioni comuni, come la lotta al cambiamento climatico, la trasformazione digitale ed ecologica, e affrontare le conseguenze sociali di quest’ultima, e continuare a sostenere le regioni, le città, gli agricoltori, i giovani, i ricercatori e gli imprenditori.

Attuare il Green Deal con un budget ridotto, ad esempio, significherebbe tagliare i fondi ad altri programmi UE di successo, come denunciato dal Presidente Sassoli. Alcuni deputati hanno poi affermato che alcune politiche dell’UE devono essere valutate in modo più approfondito, e che è necessaria una maggiore disciplina di spesa.

Infine, l’introduzione di nuove entrate (“Risorse proprie”) per l’UE e il collegamento del bilancio dell’UE al rispetto dello stato di diritto nei singoli paesi sono altri temi fondamentali sollevati durante il dibattito.

Il dibattito precede il Consiglio europeo speciale UE del 20 febbraio, in cui gli Stati membri cercheranno di concordare una posizione comune appunto sul prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP).

Cliccare sui nomi per visualizzare le dichiarazioni individuali

David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo

Nikolina Brnjac, per la Presidenza croata

Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea

Manfred Weber (PPE, DE)

Iratxe García Pérez (S&D, ES)

Dacian Cioloş (Renew, RO)

Marco Zanni (ID, IT)

Philippe Lamberts (Verdi/ALE, BE)

Raffaele Fitto (ECR, IT)

Dimitrios Papadimoulis (GUE/NGL, EL)

Johannes Hahn, Commissario europeo per il bilancio e l’amministrazione

Nikolina Brnjac, per la Presidenza croata

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