Demografia. CdR a Ue “Lavoriamo insieme”

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I leader regionali e locali esortano le istituzioni dell’UE a lavorare a stretto contatto con gli enti locali per contrastare le conseguenze territoriali e socioeconomiche dei cambiamenti demografici

In un dibattito con Dubravka Šuica, vicepresidente della Commissione europea per la Democrazia e la demografia, i leader locali e regionali europei hanno esortato le istituzioni dell’UE a lavorare a stretto contatto con gli enti locali per contrastare le conseguenze territoriali e socioeconomiche dei cambiamenti demografici. Dato che la popolazione è in calo in oltre il 40 % delle regioni dell’UE, il Comitato europeo delle regioni chiede di integrare la dimensione demografica in tutte le politiche dell’UE e nel dibattito sul futuro dell’Europa.

Nella relazione sull’impatto dei cambiamenti demografici, recentemente pubblicata, la Commissione europea riconosce che le questioni legate ai cambiamenti demografici “possono spesso essere affrontate al meglio a livello locale e regionale”. La relazione sottolinea inoltre lo stretto legame esistente tra i cambiamenti demografici e la transizione verde e digitale, e afferma che i cambiamenti demografici possono “portare a perdere la fiducia nella nostra democrazia” nelle regioni che sono alle prese con il declino demografico. A lungo termine, il calo della popolazione in età lavorativa rischia di esercitare forte pressione sui bilanci pubblici e di avere un impatto negativo sulle prospettive geopolitiche e sulla posizione dell’Europa nel mondo.

Durante l’ntervento alla sessione plenaria del Comitato europeo delle regioni nei giorni scorsi, la vicepresidente della Commissione europea Dubravka Šuica ha osservato che: “dobbiamo porre le regioni più colpite dai cambiamenti demografici nelle condizioni di mantenere e migliorare la qualità della vita e dotarci degli strumenti necessari per trovare soluzioni innovative. Siamo determinati a sostenere e accompagnare i cittadini nel processo di cambiamento, offrendo opportunità concrete e garantendo che nessuno venga lasciato indietro”.

Apostolos Tzitzikostas, Presidente del Comitato europeo delle Regioni, ha sottolineato che: “la pandemia di Covid-19 ha messo in evidenza la necessità di pensare e agire in modo strategico in merito ai cambiamenti demografici e al loro grave impatto territoriale e socioeconomico a lungo termine. Questi effetti possono anche dar luogo allo sviluppo di una “geografia del malcontento”, alimentando movimenti estremistici e sentimenti antieuropei in alcune regioni che soffrono di calo demografico e di fuga di cervelli, con il risultato finale di una polarizzazione del sistema democratico. Poiché gli enti regionali e locali detengono numerose competenze giuridiche in materia demografica, il nostro Comitato è pronto a sostenere le iniziative della Commissione volte ad affrontare questo fenomeno e a migliorare la vita delle persone nelle regioni e nelle città grandi e piccole dell’UE”.

Il Comitato europeo delle regioni presenterà, nella prossima sessione plenaria di ottobre, le sue proposte per affrontare gli effetti negativi dei cambiamenti demografici nelle regioni dell’UE. Il parere in via di elaborazione sottolinea che l’invecchiamento della popolazione europea, i bassi tassi di natalità e la sempre maggiore disomogeneità nella distribuzione demografica richiedono una risposta strategica coerente a tutti i livelli di governo e in tutte le politiche dell’UE. Insiste in particolare sul collegamento tra i cambiamenti demografici e il miglioramento generale delle condizioni di vita.

Il relatore del parere János Ádám Karácsony (HU/PPE), assessore comunale di Tahitótfalu, ha messo in evidenza che: “le conseguenze dei cambiamenti demografici si faranno sentire a lungo termine, quindi è molto importante vedere quali risposte sono già state trovate in passato e quali soluzioni possiamo trovare ora. Quando si parla della demografia dell’Europa dobbiamo tenere conto di diversi aspetti come l’invecchiamento o l’allungamento della speranza di vita, lo spopolamento delle zone rurali, la migrazione interna ed esterna, la fuga dei cervelli, così come il cambiamento dei modelli di fertilità e delle intenzioni genitoriali”.

Per saperne di più:

Il 17 giugno, la Commissione Europea ha pubblicato la relazione sull’impatto dei cambiamenti demografici, attesa ormai da tempo, oltre a una serie di statistiche dettagliate sulla situazione in ogni Stato membro e ulteriori mappe e dati a livello europeo. Per il 2021 la Commissione prevede inoltre di presentare un Libro verde sull’invecchiamento e una visione a lungo termine per le zone rurali. Nell’ottobre 2020, il barometro annuale locale e regionale del CdR fornirà anche dati e mappe in materia di demografia e regioni.

Le gravi sfide demografiche per l’Unione europea si manifestano in molti territori europei attraverso una combinazione di tre tendenze: la diminuzione della popolazione, l’invecchiamento demografico (con un aumento dell’indice di dipendenza) e un ridotto tasso di natalità. Oltre il 40 % delle regioni europee registra un declino demografico e, secondo le previsioni, la popolazione delle regioni prevalentemente rurali diminuirà di 7,9 milioni entro il 2050. Allo stesso tempo, la popolazione dell’UE è in media la più anziana, e si prevede che entro il 2070 l’Europa rappresenterà appena il 4 % della popolazione mondiale. Anche la quota dell’Europa nel PIL mondiale è in costante diminuzione.

La pandemia di Covid-19 ha colpito in particolar modo la popolazione europea piú anziana, mettendo in evidenza la necessità di servizi sanitari e di assistenza a lungo termine di buona qualità, accessibili e a prezzi ragionevoli. La crisi in corso ha anche sottolineato l’importanza di colmare il divario digitale e di dotarsi di infrastrutture digitali solide.

Nella sua risoluzione sul programma di lavoro della Commissione europea per il 2021 il Comitato europeo delle regioni invita la Commissione europea a presentare una valutazione scientifica dell’impatto della Covid-19 sui cambiamenti demografici e a garantire che in futuro le decisioni prese siano concepite in modo da tener conto delle esigenze e delle specificità locali. Il Comitato sottolinea altresì il ruolo che svolgono un’istruzione e una formazione accessibili e di alta qualità nella risposta ai cambiamenti demografici e alla fuga dei cervelli e, a tal riguardo, sostiene la realizzazione di uno spazio europeo dell’istruzione entro il 2025, in stretta sinergia con lo Spazio europeo della ricerca.