Casse. Che lo smart working continui

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E smart working sarà, almeno fino al 15 ottobre. A stabilirlo il Decreto agosto approvato dal Governo nel mese scorso. Disposizioni che nascono dal protocollo condiviso fra Governo, imprese e sindacati del 24 aprile, via via aggiornato fino ai giorni nostri e che sottolinea, date e scadenze a parte, quanto comunque questa modalità debba essere privilegiata e consigliata, almeno fino a quando l’emergenza Coronavirus non possa essere più chiamata tale.

E se da una parte la Pubblica amministrazione si divide tra chi ha indicato la dead line nel 15 ottobre e 31 dicembre, per le Casse di previdenza private aderenti ad AdEPP le decisioni variano da Cassa a Cassa. Decisioni dettate non certo seguendo esigenze strettamente economiche ma di sicurezza, elemento che deve tener conto sia della struttura sia del numero di dipendenti.

In Enpab, ad esempio, la presenza in ente è ormai all’80% mentre nella Cassa pluricategoriale in media il 50% usufruisce ancora anche se a turno dello smart working.

Diversa è la situazione per l’Ente di previdenza dei medici e degli odontoiatri. L’accordo siglato tra sindacati ed Enpam, prevede che fino al 31 dicembre 2020 si continui a lavorare in regime di smart working. L’intesa riguarda tutte le categorie professionali operanti all’interno dell’ente. L’intesa prevede anche che possano svolgere attività in smart working non più dell’80% dei dipendenti, salvo casi di emergenza nei quali si può arrivare al 100%.

Per la Cassa di previdenza dei ragionieri lo smart working è autorizzato per chi ha particolari fragilità e per chi ha figli minori di 14 anni mentre l’Ente di previdenza degli psicologi ha previsto, fino al 31 ottobre, il ricorso preferenziale al lavoro da casa per tutte quelle attività che possono essere svolte presso il domicilio o a distanza.

“L’accesso allo smart working – spiegano dalla Cassa presieduta da Damiano Felice Torricelli – è in particolare modo favorito per le seguenti categorie: per i residenti fuori dal Comune di Roma, coloro che hanno figli a carico di età inferiore a 16 anni, gli immunodepressi e i titolari dei benefici dell’a ex 104”.

Cassa Forense sta applicando quanto previsto dal D.L. n. 83 del 30/7/2020 che ha prorogato lo stato di emergenza sanitaria al 15/10/2020. In particolare svolgono la loro prestazione lavorativa con modalità smart working fino al 15/10/2020 tutti i dipendenti definiti “fragili” per patologie proprie e tutti quei dipendenti che hanno nel proprio nucleo familiare una persona  con disabilità grave che non hanno richiesto di rientrare in sede. Invece, in applicazione dell’allegato 1 punto 32 sempre del suddetto D.L., i dipendenti che hanno figli fino a 14 anni che hanno effettuato apposita richiesta, saranno in smart working fino al prossimo 14/9/2020.

Enasarco fa sapere che “sono ancora consistenti le quote di dipendenti che ne usufruiscono mentre i dirigenti e quadri sono in smart working solo due giorni a settimana”.

“Una voce fuori dal coro” è invece la Cassa del Notariato. Tutti rientrati a tempo tranne i genitori che hanno figli minori di 14 anni. In tutto 104 dipendenti.