Covid 19. La psicologia in aiuto alle persone

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“In questa fase di necessaria riorganizzazione delle “Forze della Resilienza” la Psicologia professionale ha il dovere di rappresentare il più compiutamente possibile l’utilità che può rendere alla collettività, alle prese con la crisi sanitaria” così il Presidente dell’Ente nazionale di previdenza e assistenza degli psicologi, Felice Damiano Torricelli, che nel suo editoriale sottolinea come “La Psicologia professionale non interviene solo per la cura delle difficoltà o del disagio delle persone ma, da sempre, ha sviluppato la competenza per intervenire nell’esplorazione e nel potenziamento delle risorse positive che ognuno di noi ha”.

L’editoriale di Felice Damiano Torricelli

“In questa fase di necessaria riorganizzazione delle “Forze della Resilienza” la Psicologia professionale ha il dovere di rappresentare il più compiutamente possibile l’utilità che può rendere alla collettività, alle prese con la crisi sanitaria”.

“Da un lato c’è, infatti, la consapevolezza che l’emergenza pandemica ancora in corso incide pesantemente sulla qualità complessiva della vita dei cittadini. Le conseguenze dello stress sono infatti cumulative, ingravescenti e sempre più difficilmente reversibili quanto più a lungo dura la condizione traumatizzante. Per quanto la resilienza delle persone sia spesso molto più alta di quanto si immagini, sappiamo che le ricadute degli eventi stressanti sulla vita psicologica possono essere decisamente gravi e inficiare anche le capacità di recupero degli individui dopo la fase acuta, soprattutto per coloro che già in partenza portano il peso di una loro fragilità.

D’altro canto, nella fase di ripartenza successiva a quella acuta, il Paese avrà l’esigenza di accedere alle sue migliori risorse. Dovremo fare i conti con cambiamenti massici, in alcuni casi dirompenti, che ci sarà bisogno di affrontare accedendo ai nostri migliori talenti con tutta la creatività e la capacità di adattamento di cui siamo capaci. Non solo dovremo preoccuparci di non lasciare indietro le persone più fragili, quindi, ma dovremo anche occuparci, come collettività, di organizzare un contesto supportivo in grado di tirare fuori il meglio da ognuno di noi.

Se, quindi è necessario organizzare, fin da ora, servizi di supporto psicologico per le persone più fragili, da attivare subito o nella fase immediatamente successiva all’emergenza, è altrettanto vitale, per il nostro sistema di convivenza, programmare fin d’ora servizi in grado di aiutare le persone a ritrovare e a stimolare la loro inventiva, ad attivare la resilienza, a trovare l’entusiasmo di ricominciare.

La Psicologia professionale non interviene solo per la cura delle difficoltà o del disagio delle persone ma, da sempre, ha sviluppato la competenza per intervenire nell’esplorazione e nel potenziamento delle risorse positive che ognuno di noi ha.

ENPAP sta operando proprio per far risaltare quanto gli Psicologi sono in grado di mettere a disposizione per la ripartenza del sistema Paese in queste due direzioni: protezione delle persone più fragili e sviluppo delle qualità positive. Su entrambi i fronti siamo in grado di offrire competenze utili per superare le difficoltà di questo momento e sostenere la ripartenza.

Cominceremo a rappresentare queste competenze in due diversi eventi, che saranno diffusi sul web nelle prossime settimane.

Il 29 ottobre, intanto, verrà presentata agli Psicologi stessi una ricerca di mercato che ha inteso intercettare i bisogni emergenti in questa fase di pesante trasformazione delle relazioni sociali e delle prospettive. Si attiverà di un primo momento di dibattito interno alla categoria proprio per delineare, nella loro complessità, i ruoli e le funzioni sociali che gli Psicologi saranno chiamati a ricoprire per essere utili catalizzatori della qualità della vita nella società di domani.

Il 6 di novembre, poi, incontreremo, nell’ambito di un workshop, il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, assieme a rappresentanti delle Regioni, dei Sindacati, di Confindustria, per cominciare ad interloquire – con i decisori pubblici e con i committenti – sui modi in cui possiamo rendere la nostra utilità professionale per affrontare gli effetti della pandemia sul mondo del lavoro: la perdita di milioni di posti di lavoro, con la necessità di aiutare le persone a trovare una loro nuova collocazione ed utilità nella società; la sfida dello smart working; le nuove priorità della sicurezza sul lavoro.